Corse e milioni in Italia per i due neo-zelandesi

Corse e milioni in Italia per i due neo-zelandesi L'atletica diventa sempre più spettacolo Corse e milioni in Italia per i due neo-zelandesi Walker e Dixon, specialisti del mezzofondo, ingaggiati da una società milanese Nella prossima stagione correranno con la maglia della "Pro Patria-Norditalia" Wohlhuter ritenta il record in Scandinavia - Per noi appuntamento agli "assoluti" L'atletica diventa sempre più spettacolo, con grandi attori, grandi spese e magari grandi incassi, consentiti da un pubblico che anche In Italia « accetta > con dosi crescenti di entusiasmo di andare allo stadio per vedere le corse, i salti e I lanci invece dei gol. Come dire che l'atletica fa da surrogato del calcio, almeno per una certa parte di pubblico, e cosi può contare per un « meeting > in notturna sino a 30 mila spettatori (all'Arena di Milano il 2 luglio) e magari di più (al Comunale di Torino mercoledì sera, dove I paganti erano 27 mila e gli « Invitati » piuttosto abbondanti). Chiaro che gli attori di questo spettacolo hanno un loro posto preciso, molto Importante e molto ben retribuito. Può succedere che gli impegni agonistici vengano programmati e dosati In funzione degli Ingaggi, che una gara venga preferita ad un'altra solo per motivi di dollari, che si rinunci addirittura alla prospettiva di lottare per la vittoria pur di «fare un favore» (remunerato) a qualcuno, come nel caso di Winzenried, l'americano specialista nel fare la «lepre» agli altri. Quando c'è bisogno di tener alto fin dall'inizio il ritmo di una gara di mezzofondo per tentare un record, l'aspirante-primatlsta parla (e promette soldi) a Winzenried il quale conclude l'affare e sacrifica il suo flato sino a metà gara, andando in testa a fare la locomotiva. Poi si ferma e lascia correre gl! altri, il suo dovere è finito, il filo di lana non sa nemmeno cosa sia (la scena si è ripetuta a Torino, nel 1500 metri «tirati» a favore di Walker). Non .ono proprio, questi, argo menti alla De Coubertln o alla De Amlcis. Sono storie moderne a volte non prive di contorni sim paticl: come la più recente, legata a due neo-zelandesi specialisti delle distanze lunghe, John Walker e Rod Dixon, collezionisti di chilometri da corrersi in abbondanti razioni quotidiane e giramondo senza sosta per amore dell'atletica e del suoi ingaggi. E' di Ieri la notizia che Walker e Dixon sono stati « ingaggiati » da una società italiana: l'anno prossimo correranno per una società milanese, metteranno in valigia la loro famosa divisa tutta nera, maglietta e calzoncini come quelli del mitici All-Black del rugby, per vestire i colori della Pro Patria-Norditalia, una sigla che dice tutto sui « due volti » dello sport italiano (quello antico, legato ai nomi di grande tradizione, e quello moderno. « abbinato » alle sigle commerciali ben attente ai risvolti pubblicitari di ogni vicenda agonistica). Sarebbe interessante controllare all'Ispettorato del Lavoro quanti neozelandesi risultino « alle dipendenze ■ di enti o ditte milanesi e italiane in genere. Walker e Dixon sono un bell'esempio dei tempi che cambiano, sono partiti poco più che ragazzi dalle loro isole per correre sulle piste e oggi si ritrovano « invitati » (non certo a titolo gratuito) da un club lombardo perché mettano fiato e garretti al servizio dell'atleticaspettacolo italiana. Sia mister Walker che mister Dixon hanno il loro lavoro « ufficiale ». Walker è agente commerciale di una compagnia di trasporti ad Auckland, Dixon ha cambiato da non molto occupazione ed ora fa il giardiniere (a Nelson), proprio come i, belga Puttemans, primatista mondiale dei 5000 metri e dedito a curare aiuole e giardini a Lovanio quando non si allena o non gareggia (gli eventuali legami tra floricoltura e mez¬ zofondo sono argomento da indagine psichiatrica). Di sicuro però hanno poco tempo per questi incarichi, visto che sono sempre più di casa negli stadi di tutta Europa: ad esempio si sa già che l'anno prossimo verranno in Italia a gennaio per « cominciare la preparazione », quindi esordiranno con la nuova maglia il 17 marzo al Cross delle Nazioni a Rabat, in Marocco. Come personaggi sportivi i due hanno dimensioni grandissime. Si fanno applaudire sia per quanto vincono sia per come vincono: lo si è visto pure a Torino, dove Walker ha trionfato sui 1500 con un esaltante cambio di marcia finale e volata strappa-applausi in stile bersagliera. coi biondi capelli al vento mentre Dixon ha battuto Puttemans sui 5000 metri e poi ha continuato a correre mandando baci e sorrisi al pubblico da grande show-man. Walker è il più famoso dei due: è nato 23 anni fa a Papakura, nell'Isola Nord (Manuria) della Nuova Zelanda, misura 1 metro e 86 per 75 chili ed è vicinissimo al record mondiale dei 1500 metri. Notizie molto meno liete ha trovato in Italia un altro asso del mezzofondo. Rick Wohlhuter. L'americano voleva attaccare il primato di Fiasconaro sugli 800 ma a Torino si è trovato coinvolto in una gara — come dire? — poco incoraggiante, chiuso alla partenza e male aiutato in corsa: del resto doveva già aver capito alla vigilia — quando gli organizzatori gli proponevano di correre i 1000 metri — che non tirava proprio aria di collaborazione. Wohlhuter non se l'è presa poi molto: dopo la gara ha cenato con serena compostezza, mentre i suoi connazionali si esibivano in chiassosi «shows» al ristorante, si è tenuto la coppa regalatagli allo Stadio che qualcuno gli chiedeva in omaggio e ha ribadito che tra qualche giorno tenterà ancora il primato in Scandinavia. La settimana prossima c'è un appuntamento importante anche per gli atleti italiani: da martedì a giovedì si disputano a Roma i campionati assoluti, molto attesi soprattutto per i « ritorni » dì Mennea, Fiasconaro, Dionisi e Pigni, quattro « malati che contano » della nostra atletica. Antonio Tavarozzi