Scarcerati due fratelli, il terzo inchiodato dal riconoscimento

Scarcerati due fratelli, il terzo inchiodato dal riconoscimento Dopo i confronti con i testi del "giallo,, italo-tedesco Scarcerati due fratelli, il terzo inchiodato dal riconoscimento Il magistrato accoglie evidentemente la versione del Giambra: "Uno dei killer era Francesco, ho pensato che il secondo fosse uno dei fratelli, ma era un'altra persona" - Chi? Due dei tre arrestati una settimana fa per l'assassinio del taxista tedesco Rolf Kogl sono stati scarcerati ieri sera. Il sostituto procuratore della Repubblica dottor Silvestro che conduce l'inchiesta sul « giallo » di Salem, ha accolto le istanze presentate dall'avv. Lo Greco prr Giuseppe Schittino, 41 anni, antiquario, e dall'avv. Perla per il fratello Eugenio, 30 anni. La formula delia liberazione è « mancanza di indizi ». Sono caduti cioè gli elementi di accusa a loro carico, racchiusi nel dossier della polizia tedesca. A scagionarli è stata soprattutto la testimonianza di Giuseppe Giambra, che non li ha riconosciuti durante il confronto di martedì in questura. Il superteste ha invece aggravato, riconoscendolo senza esitazioni, la posizione del terzo fratello, Francesco, 32 anni, che resta incriminato per il delitto, insieme alla vedova del taxista Helga Kogl e al suo amante Salvatore Lanza, arrestati alla fine di maggio in Germania. Giuseppe ed Eugenio, abitanti a Verolengo, strada per Casale 101, sono dunque liberi. Hanno vissuto per sette giorni come in un incubo, sotto la minaccia di un'accusa da ergastolo: il concorso nell'omicidio del 9 gennaio scorso nel Baden-Wuerttemberg, commissionato a pagamento — secondo la polizia federale — da un loro compaesano di Lascari (Palermo). Il Lanza, emigrato dalla Sicilia nel '60 in Germania, avrebbe prezzolato i killer per poter incassare insieme all'amica i 450 milioni dell'assicurazione sulla vita stipulata dalla vittima pochi mesi prima del crimine. Ricostruiamo le sequenze delle indagini condotte negli ultimi giorni a ritmo frenetico. Fin dall'arrivo a Torino degli ispettori tedeschi Kastle e Knubben, autorizzati dal ministro della Giustizia o proseguire l'inchiesta sul « caso Kogl » in Italia, si sono mcbilitati gli uomini della Mobile, al comando del dott. Fersini e del funzionario dott. Sassi. Il rapporto della polizia del Wuerttemberg, agli ordini del giudice istruttore di Friedrichshafen (sul lago di Costanza), dottor Adolf Wittmann, conteneva in dettaglio tutti gli indizi che conducevano alla « pista » Schittino. Soprattutto il racconto fatto spontaneamente da Giuseppe Giambra il 25 maggio: « Il Lanza nell'ottobre '73 mi propose di uccidere il taxista per 5 milioni. Rifiutai. Lui allora andò a Torino, al ritorno, in novembre, mi disse che si era aggiustato. Pochi giorni dopo si incontrò a Salem l l a e e a i i m o o n n e a è o a a e a e o e i r con due italiani, dormirono nella mia stanza ». Si pensò, anche in base alle descrizioni fisiche fornite dal teste, ai fratelli Eugenio e Francesco Schittino, avvalorate dal fatto che i due visti in Germania — come riferi Giambra — erano allevatori di maiali. I due fratelli infatti hanno a Rondissone un allevamento. Questo ed altri indizi minori convinsero il sostituto dott. Silvestro a firmare gli ordini di cattura, estesi al fratello Giuseppe, presunto organizzatore della spedizione criminosa. Tre giorni fa il colpo di scena. Le testimoni tedesche, Paula Lohr e Dorothea Koch, che avrebbero visto in faccia gli assassini, non hanno riconosciuto gli arrestati, nessuno dei tre. Giuseppe ed Eugenio sono stati esclusi anche dal superteste, che invece ha inchiodato Francesco. Giuseppe Giambra è stato ancora interrogato dal giudice ieri mattina. E' ripartito a mezzogiorno per destinazione ignota. Gli inquirenti continuano a farlo proteggere, temendo per la sua vita. Nel pomeriggio l'inchiesta si è nuovamente spostata in Questura. Dalle 17 alle 18,30 il dottor Silvestro ha contestato a Francesco Schittino l'esito del confronto. Gli ha posto domande sui suoi movimenti nel novembre scorso. Il giovane si è ancora ima volta proclamato innocente: « Non sono mai andato in Germania. Non ho visto il Lanza, che conosco solo come mio paesano, nel novembre scorso o nell'aprile di quest'anno in Sicilia ». Il procuratore ha quindi interrogato separatamente Giuseppe ed Eugenio Schittino, che gli hanno fatto presente ulteriori elementi (a parte il mancato riconoscimento di Giambra) a favore della., loro innocenza. A questo punto gli avvocati si sono fatti avanti con le istanze di scarcerazione sostenendo: « La ricognizione personale ha avuto carattere decisivo, privando di ogni valore di prova gli indizi importanti che giustificavano gli ordini di cattura ». Il dott. Silvestro ha deciso rapidamente. Poco do¬ po si sono iniziate le formalità per la loro liberazione. All'uscita dalle « Nuove » li attendeva il fratello Leonardo, giunto nei giorni scorsi dalla Sicilia. Gli sforzi degli inquirenti sono ora diretti a identificare il complice del presunto killer, Francesco Schittino. Secondo la polizia tedesca gli esecutori del delitto furono certamente due. I fratelli Eugenio e Giuseppe Schittino scarcerati ieri sera