Pane: continuano a Palermo lo sciopero e il mercato nero

Pane: continuano a Palermo lo sciopero e il mercato nero L'agitazione, iniziata lunedì, proseguirà forse tutta la settimana Pane: continuano a Palermo lo sciopero e il mercato nero Nessun accordo tra lavoranti panettieri e fornai: questi ultimi hanno scaricato per protesta 400 quintali di pane "di contrabbando" perché venga distribuito (Dal nostro corrispondente) Palermo, 24 luglio. (a.r.) Palermo è da tre giorni senza pane per lo sciopero dei panettieri che chiedono aumenti salariali. E' in corso un'aspra vertenza che non accenna a risolversi. Le scarse scorte, che fornai della provincia sono riusciti a far arrivare in città, nonostante i picchetti disposti dagli scioperanti, sono state vendute in strada fino a 1500 lire il chilo. Non conoscendone la provenienza, le autorità sanitarie ne hanno sconsigliato l'acquisto alla popolazione. L'agitazione, iniziata lunedi, dovrebbe cessare domani mattina, ma dopo lunghe ed infruttuose riunioni in prefettura e all'ufficio del lavoro, pare che proseguirà tutta la settimana. Oggi il prefetto Grasso ha requisito due forni, che sono stati fatti funzionare a tempo pieno per rifornire gli ospedali e le caserme. Nei tre giorni di sciopero, vigili urbani, polizia e carabinieri hanno sequestrato alcune decine di quintali di pane « clandestino » venduto a". « mercato nero » Alla questura sono state denunciate numerose azioni intimidatorie da parte sia dei lavoratori sia dei datori di lavoro. Questi ultimi, tra ieri e oggi hanno acquistato 400 quintali di pane portato in città dai fornai dei paesi; poi sono andati a scaricare l'ingente quantitativo nel cortile del palazzo arcivescovile, in¬ ro o o ci i oae 0 nonoei d eoa o rniao, aldi o e ni ei di ri 0 n oi ne n¬ vitando il cardinale a farlo distribuire ai poveri. Finora è stata respinta la richiesta avanzata da Cgil, Cisl e Uil perché sia aumentata del 30 per cento l'attuale retribuzione dei 400 panettieri che oscilla da un minimo di 100 a un massimo di 150 mila lire mensili. Ma i fornai obiettano che il prezzo del pane non è da tempo remunerativo (450 lire il chilo per panini e « bocconcini » e 250 per quello di tipo popolare) e che pertanto potranno concedere gli aumenti richiesti solo dopo che il comitato prezzi avrà consentito la liberalizzazione del prezzo del pane di lusso e la commercializzazione di un tipo di pane intermedio di prezzo tra le 250 e le 450 lire il chilo. Come contropartita massima ai miglioramenti voluti, i fornai propongono un forfait di 750 lire per ogni quintale di pane lavorato, ma quest'offerta è stata respinta dai sindacati perché il margine di utile per i lavoratori sarebbe stato nettamente inferiore al 30 per cento in più sul salario attuale. La vertenza si è complicata perché i fornai non sono tutti d'accordo: a Palermo su circa 300 forni in attività almeno 230 sono a conduzione familiare (nelle borgate e nei rioni popolari). Sono proprio i rimanenti 70 che si sono irrigiditi, quelli che hanno alle loro dipendenze panettieri: hanno deciso di sospendere le trattative con i rappresentanti dei lavoratori. A questo atteggiamento il prefetto di Palermo ha replicato seccamente accusando i panificatori di « comportamento irriguardoso » e sostenendo che essi stanno strumentalizzando la vertenza per ottenere l'aumento anche del prezzo del pane di tipo popolare, cosa a cui si oppongono recisamente anche i sindacati.

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