Quasi uno sciopero totale bloccate per ore le attività di Giancarlo Fossi
Quasi uno sciopero totale bloccate per ore le attività "La giornata di lotta,, decisa dai sindacati Quasi uno sciopero totale bloccate per ore le attività Le ferrovie non hanno partecipato all'agitazione - Ovunque il disagio è stato notevole - I discorsi dei "leaders" sindacali (Nostro servizio particolare) Roma, 24 luglio. E' quasi uno sciopero generale quello che ha bloccato oggi per una durata variabile fra le due e le 24 ore ogni attività, pubblica e privata, sull'intero territorio nazionale, ad eccezione delle ferrovie statali. La partecipazione dei lavoratori è stata elevata in alcuni settori, meno in altri, nel quadro della «giornata di mobilitazione e di lotta» indetta dalla federazione Cgil Cisl - Uil per sostenere la modifica dei provvedimenti fiscali e creditizi approvati dal governo e per sollecitare una nuova politica di sviluppo attraverso investimenti e riforme. Il disagio per la popolazione è stato ovunque notevole: fermi per ventiquattro ore i cantieri edili e gli autoservizi di linea, bloccati per tre ore in tutta Italia tram e autobus, metropolitane e filovie, sospeso in genere per quattro ore il lavoro nell'industria (in particolare, in quelle metalmeccanica, tessile, alimentare, chimica eccetera), nel commercio e in buona parte degli istituti di credito, paralizzati per 4 ore i servizi aeroportuali, deserti gli uffici pubblici centrali e periferici, rallentato il funzionamento degli ospedali e degli ambulatori. La riuscita di queste astensioni, legate sul piano nazionale, è stata senza dubbio superiore a quella della precedente fase di agitazioni articolate sul piano provinciale, regionale ed interregionale. Le percentuali più elevate di assenze si sono riscontrate nel campo delle costruzioni: 98 per cento, dicono i sindacati, a Torino; 95 per cento a Genova; 100 per cento a Milano; 100 per cento a Roma; 100 per cento a Taranto; tra il 90 e il 95 per cento in Sicilia. Numerosi i comizi, i cortei, le assemblee. Alla manifestazione prevista al Colosseo erano presenti 25 mila persone, Il problema della continuità della pressione sindacale e gli «impegni rivendicativi» in programma per settembre sono stati i temi centrali dei discorsi tenuti oggi dai leaders sindacali nei comizi e nelle assemblee. Storti a Roma ha sottolineato come il significato di questa giornata di «mobilitazione e di lotta» debba essere colto proprio in una prospettiva di lunga durata. Sul motivo della continuità della pressione ha insistito a Napoli Lama, dopo aver rilevato che il Paese ha bisogno di una politica economica nuova, di riforme, di un nuovo tipo di sviluppo. Timori per la flessione dell'occupazione, provocata dalla stretta creditizia, sono stati manifestati dal segretario generale aggiunto della Cgil, Boni, dal segretario della stessa confederazione, Marianetti, dal segretario della Cisl, Romei, e da molti altri. Ma lo stesso ministro del Lavoro, Bertoldi, in una intervista ad un'agenzia di stampa, espri- me vive preoccupazioni. « In aprile — ha affermato Bertoldi — secondo l'indagine per campione dell'Istat, c'erano in Italia 500 mila disoccupati. Se non sì corre presto ai ripari, si potrà arrivare facilmente entro la fine dell'anno a 600-700 mila per il solo effetto della drastica riduzione dell'attività edilizia; a 700-800 mila con il rientro e la mancata partenza degli emigrati verso l'Europa; e a circa un milione per l'effetto della stretta creditizia sull'attività manifatturiera vera e propria, compreso l'artigianato». Si tratta, cioè, di un tasso di disoccupazione del 6 per cento rispetto a quello del 3,5 per cento registrato lo scorso anno. Il ministro insiste con una considerazione ancor più pessimistica. Il senso della «drammaticità» della situazione può essere dato, a suo parere, dalla constatazione che ben tre milioni di italiani si troveranno ad aver perso la fonte principale del loro reddito, dato che ogni occupato sostiene tre persone. Giancarlo Fossi
Persone citate: Bertoldi, Boni, Lama, Marianetti, Romei
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