Il festival Zeffirelli di Lietta Tornabuoni

Il festival Zeffirelli Brevi incontri Il festival Zeffirelli « Questa Italia di gomma, dove non si teme più neanche di rubare in pubblico, tanto nessuno rischia mai né paga di persona; questo Basso Impero di chiacchieroni... ». Addio: Franco Zeflìrelli comincia a parlare di politica, c sulla faccia dei presenti cala un'ombra di disagio, di apprensione. Nella prima villa del regista, a Positano, le persiane sono ancora chiuse; nella seconda villa, che lo scorso anno ospitò Liz Taylor e il suo amico, stanno per arrivare Laurence Olivier e Joan Plowright con i bambini. Sulla terrazza ombrosa della terza villa ci sono Alice e Helen Kessler reduci da Hong Kong, c'è un bel ragazzo siciliano di nome Pippo, c'è Huguette Cartier col turbante. C'è una ragazza inglese che parla al telefono con Peter Hall, c'è una bellissima bambina bruna in caffettano marocchino, c'è un bellissimo ragazzo francese, attore nello spettacolo di travestiti della Grande Eugène. Ci sono quattro gatti screziati, due pechinesi bianchi, un alano grigio azzurro, due tortore che si becchettano amorose in una gabbia tunisina. Ci sono turcherie, intarsi, cuscini, madreperle: « Ti piace il mio pavimento di ceramica bianca? Per queste tre ville ho speso cento milioni di restauri, ma non sono mie. Me le hanno date in uso vita naturai durante ». Davvero. E chi? «Qualcuno, americano, amante dell'arte e degli artisti ». Che risposta sibillina. « Vo' esser sibillino, via ». Ci sono, nei giardini digradanti al mare, fiori di tinte mai viste, tanto pesanti e carnosi che ogni corolla deve essere sostenuta da una speciale forcella regolabile importata dagli Stati Uniti: « Ti piacciono le mìe begonie? Faccio venire i tuberi da Balli ». Ci sono, a colazione, frutti grandi come mele, di un mai visto colore giallo: « Ti piacciono i miei pomodori d'oro? I semi arrivano da Filadelfia ». Ti piace l'idea? Finora era andato tutto così bene. Avvolto in una larga djellabah grigio celeste lunga fino a terra, con uno zucchetto bianco in testa e gli zatteroni ai piedi, Zeffirelli ha chiacchierato volentieri. « Ti piace l'idea di un mio festival a Positano? Intanto non è mio, i sostenitori sono tanti, Patroni Griffi, Gore Vidal, Tennessee Williams. Corrado Cagli... Poi non è un festival, appena una avventura, oltretutto non hanno una lira: un po' di musica anche popolare, un po' di avanguardia teatrale, un po' di Shakespeare. La mia è una collaborazione passiva, ho dato qualche idea, fatto qualche centinaio di telefonate, viene la Carlina Fracci, viene Olivier, vengono la Lilla Brignone e l'Anna Maria Guarnieri, viene Gassman... Io mi diverto a fare i balocchi, a giocare: voglio far cantare canzoni elisabettiane a Massimo Ranieri, far fare un clown shakesperiano a Rascel... ». « Ti è piaciuta la mia regia londinese di Sabato domenica e lunedì di Eduardo? Il 21 ottobre l'ho rimesso in scena a Broadway ». « Ti piaceva il mio progetto di un film tratto dall'Inferno di Dante? Mi ci ero buttato a corpo morto con la mia solita imbecillaggine, invece non se n'è fatto nulla e sono in causa col produttore ». Finora lutto era andato così bene, ma adesso Zeffirelli attacca a parlare di politica. A molti registi, artisti e intellettuali, ribelli a vent'anni, è capitato, ora che ne hanno cinquanta, di diventare reazionari accaniti. Lui un gran ribelle non è mai stato: « Diciamo un bastian contrario alla fiorentina; poi cosa posso farci, se amo il lusso e la beltà? ». La corsa verso destra l'ha iniziata prima di Visconti o di Pasolini, e con maggiore velocità: infiammate dichiarazioni contro l'erotismo nel cinema, condanne infuocate della corruzione dei costumi, sparate contro il divorzio, invocazioni moralizzatrici, in lui tanto stonate da suonare imbarazzanti. Una bella destra Anche adesso, tempesta: «Apro il giornale al mattino e rido, risata isterica? Sì ma anche divertita, ridere e irridere è l'unica salvezza nello scempio generale. Basta con i giovani, generazione scema e vuota, triste rancorosa e vecchia, fanno bene in Russia a tenerli zitti fino ai ventun anni e anche dopo. La gente in Italia è diventata bastarda, ha perso la propria identità, che vantaggio è avere tnilioni di ignoranti piccolo borghesi al posto di milioni di contadini ignoranti? La democrazia cristiana è un cancro fatiscente, il partito comunista un altro cancro, il Paese è massacrato da queste due turpitudini. Io sono un anticomunista tremendo ma in Russia mi hanno trattato divinamente e l'unico film italiano recente che i russi apprezzino è il mio Fratello Sole: perché presenta l'eroe positivo, il personaggio edificante, mentre nei film dei registi di sinistra gli eroi sono sporchi e decadenti ». Si affaccia sconsolato alla terrazza, contempla il mare: « Ma perché, perché da noi non c'è una bella destra civile e democratica come i.i tutti gli altri Paesi? » si lamenta. « Perché? ». Dal basso, da una barchetta affollata, quattro ragazzi locali lo apostrofano spavaldi e allegri, sventolano mani sfrontate, lo chiamano arroganti e familiari: «Franco, Franco, sembri il Papa!», urlano ridendo additandosi i suoi paramenti musulmani. « Ma io sono il Papa!», rimbecca pronto, in scherzoso falsetto, l'artista di destra. Lietta Tornabuoni