Una coppia con dne buste paga e senza figli l'inflazione, cosi, non si fa sentire troppo

Una coppia con dne buste paga e senza figli l'inflazione, cosi, non si fa sentire troppo Come vivono le famiglie nella stretta dell'austerità Una coppia con dne buste paga e senza figli l'inflazione, cosi, non si fa sentire troppo In casa dei coniugi, impiegati, entrano circa 400 mila lire ■ Non hanno rinunciato all'auto, a qualche film e cena in ristorante, a piccoli risparmi e alle ferie - Leggono poco - Il giornale acquistato in cooperativa con cinque colleghi per risparmiare - "Ma perché non interpellate i professionisti che guadagnano mensilmente cifre con 6 zeri?" « Io 1 medici 11 statalizzerei ». La categorica affermazione viene giustificata con un episodio. « Un collega, la settimana scorsa, è arrivato {urente In ufficio. Motivo, aveva sborsato 840 mila lire al dentista al termine della cura. GII abbiamo chiesto: e la mutua quanto ti rimborsa? Risposta: non so. Domanda: ma ti sei (atto consegnare la fattura dal medico? Risposta: li dentista voleva compilare una fattura di trentamila lire. Prendere o lasciare ». Racconta il fatto, visibilmente irritata, la signora Annamaria Negro, impiegata, tre anni di matrimonio, nessun figlio. Commenta: «Dica lei se non sarebbe da denunciare un medico che si comporta così. Aveva ragione Cavour: l'Italia è fatta, bisogna /are gli italiani. A distanza di oltre cent'anni, l'affermazione è più che mal attuale». Nei colloqui con le famiglie torinesi per fare il punto della situazione economica dopo gli aumenti del costo della vita, episodi analoghi ci sono stati snocciolati a decine. Bersaglio degli strali, le categorie dei Uberi professionisti (medici, avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti), degli industriali, degli impresari. Migliaia di persone, reddito dal milione in su al mese, sulle quali l'occhio del fisco si posa con molta discrezione anche perché gli interessati sono abili nell'eluderlo. Inevitabile la conclusione di chi può controllare il tenore di vita di questi privilegiati «furbi»: «E' uno scandalo che il governo chieda sacrifici a tutti e poi non abbia la possibilità o forse la volontà di controllare i veri redditi di certe categorie. Paga insomma sempre il solito Pantalone». Considerazioni ripetute come un ritornello, a volte generalizzate, talora accompagnate da nome e cognome del protagonista «reo» di evasione fiscale, o di episodi che fanno a pugni con la «coscienza civica». Con aria di sfida o di malcelata ironia, i nostri interlocutori ci chiedono: «Ma perché non andate a Interpellare anche i professionisti con guadagno di set zeri, fategli i conti, chiedetegli quanto pagano di tasse. Siamo curiosi di saperlo». L'invlto-provocazlone, se viene raccolto da noi, non trova molti consensi quando lo giriamo agli interessati. «No, grazie, non vogliamo pubblicità», è la risposta più frequente del professionisti interpellati. Non hanno difficoltà a «confessarsi» invece 1 lavoratori a reddito fisso, come 1 coniugi Carlo e An¬ namaria Negro, entrambi impiegati, lei alla Microtecnica, lui all'Istituto autonomo case popolari. Ogni mese entrano in casa Negro dalle 380 alle 400 mila lire. Non nascondono di considerarsi «privilegiati». «Non soltanto perché abbiamo la fortuna di lavorare entrambi ma anche perché la spesa per il vitto è molto limitata». Dice il marito: «Mangiamo in casa una o due volte la settimana; a pranzo o a cena andiamo quasi sempre dalla mamma che vive da sola e ci ospita con molto piacere. E noi ne approfittiamo volentieri». Gli accresciuti costi dei generi alimentari non creano pesanti contraccolpi sul bilancio familiare de. coniugi. «Ma quando sono andata in macelleria — osserva la signora — ad acquistare due btstecl che, mi sono venuti i brividi: due bistecche, tutt'altro che spesse, millecinquecento lire. "Ma è proprio sicuro?", ho chiesto al macellaio». La coppia vive in un lindo alloggio di via Donizetti, mobili moderni, arredamento di buon gusto, telefono. Per due stanze e cucina pagano sessantamlla lire al mese, a cui si aggiungono ventimila lire al trimestre per gas e luce, altrettante per telefono. La benzina a 300 lire il litro non ha fatto diminuire il numero di chilometri che il signor Negro è abituato a percorrere al volante della sua «124». «All'auto non so rinunciare, sono troppo pigro. Per risparmiare benzina, tuttavia, vado più adagio. Alla fine del mese, per il carburante, m'accorgo di aver speso non meno di quarantamila lire». Nonostante le restrizioni, i Negro non rinunciano al pranzo o alla cena al ristorante, un paio di volte al mese, al cinema o al teatro vanno volentieri. «Nel mio ambiente di lavoro — dice l'impiegato — è un continuo lagnarsi per i recenti aumenti. Si lamentano soprattutto i proprietari di alloggi perché dovranno pagare nuove tasse. Oggi coloro che s'accontentano sono sempre meno, ma pochi sanno rinunciare alle vecchie abitudini. Dicono: a che serve risparmiare? L'inflazione e la svalutazione fanno diminuire in continuazione il potere d'acquisto della lira. E così, addio risparmi. Noi invece qualche cosa riusciamo a mettere da parte. Meno di prima, ma crediamo ancora nel risparmio». Dopo otto ore di lavoro i Negro non hanno molta voglia di leggere Preferiscono sdraiarsi in poltrona e riposare o guardare la tv. L'impiegato acquista il giornale insieme con altri quattro colleglli d'ufficio. Mettono trenta lire a testa ogni giorno e ogni cinque il signor Negro si porta a casa il quotidiano. Piccoli espedienti per coltivare l'illusione di risparmiare. Andranno in ferie quest'anno i due impiegati? «Sì — rispondono —, faremo dieci-quindici giorni dì vacanza come in passato. Dopo un anno di lavoro crediamo di averne diritto». I coniugi Negro temono che, al ritorno dalle ferie, gli italiani troveranno una situazione peggiorata. Perché? «Nora abbiamo fiducia negli attuali governanti, gli italiani sono troppo furbi». Guido J. Paglia Cl Ai N iii A l li Carlo e Annamaria Negro, impiegati: « A pagare sono sempre le solite persone »

Persone citate: Annamaria Negro, Negro

Luoghi citati: Italia