L'Inghilterra ha bloccato il piano per la politica energetica comune di Renato Proni

L'Inghilterra ha bloccato il piano per la politica energetica comune Bruxelles: una nuova prova di mancanza di coesione dell'Europa L'Inghilterra ha bloccato il piano per la politica energetica comune La discussione è stata rinviata a settembre - Otto Paesi su nove erano d'accordo sui dieci punti del programma proposto dal commissario Simonet, ma il rappresentante del Regno Unito si è opposto definendolo "troppo astratto" (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 23 luglio. Il piano per una politica energetica comune della Cee si è di nuovo arenato oggi al Consiglio dei ministri degli Esteri. La discussione è stata così rinviata a settembre. Si tratta di una nuova prova di mancanza di coesione dell'Europa. Otto Paesi su nove erano d'accordo nel varare i dieci punti del programma energetico comune proposto dal commissario Henry Simonet. ma il Regno Unito si è opposto sino alla fine, confermando che l'ipoteca inglese pesa, paralizzandole, sulle attività comunitarie. Il delegato britannico Peter Shore, di noti sentimenti anti-europeisti, ha dichiarato al Consiglio che il progetto comunitario sull'energia è troppo astratto e ha chiesto una migliore definizione del suo contenuto. In realtà, la Gran Bretagna non vuole realizzare politiche sostanziali in attesa delle elezioni del prossimo autunno. Gli inglesi, tuttavia, erano disposti ad accettare un compromesso presentato dalla delegazione belga che mirava a far passare una parte del piano, ma a questo punto è stata la Francia a opporsi ad una soluzione minimalista. Sidlo sfondo di queste differenze, c'era anche la pressione di alcuni Paesi della Cee per condurre la Francia alla collaborazione con gli Stati Uniti nel settore dell'energia (il gruppo dei Dodici). La Francia non è del tutto contraria a compiere questo passo, ma prima insiste, e con una certa giustificazione, affinché sia approvata la strategia comune per l'energia. Il piano della Commissione europea prevedeva la riduzione della domanda dell'energia, lo sviluppo delle fonti alternative nucleari c di altro tipo, la diversificazione dell'approvvigionamento esterno, uno sforzo comune nella ricerca, una posizione singola verso l'esterno su questi problemi, la coordinazione sulla cooperazione con i Paesi produttori di petrolio e la solidarietà degli Stati della Cee. Il Consiglio dei ministri ha dato però mandato alla Commissione europea di condurre i negoziati commerciali con i Paesi del Magreb, dopo che era stato raggiunto un compromesso sulle obiezioni inglesi riguardanti le tariffe sulle importazioni di alcuni prodotti agricoli. E' stata anche decisa la ripartizione di 230 miliardi di lire in aiuti per cinque anni alla Tunisia, al Marocco, all'Algeria e a Malta. E' stato inoltre deciso di incaricare il presidente della Commissione esecutiva della Cee, signor Ortoli, e il presidente di turno del Consiglio dei ministri, signor Sauvagnargues, di prendere il primo contatto con i rappresentanti della Lega Araba il 31 luglio a Parigi, per avviare il dialogo euro-arabo. Queste discussioni non toccheranno tuttavia gli aspetti petroliferi della cooperazione politica ed economica, a causa dell'opposizione degli Stati Uniti d'America. E' stato discusso infine il mandato per i negoziati con i 44 Paesi dell'Africa, del Pacifico, dei Caraibi che devono iniziarsi giovedì a Kingston, in Giamaica. Si vorreb¬ be, se si tiene conto dei Paesi del Mediterraneo, creare un'area di libero scambio immensa, la più vasta della storia, con una popolazione di 750 milioni di persone. Ai Paesi associati e associabili è già stato concesso il principio della non reciprocità delle concessioni tariffarie, a tutto vantaggio dei Paesi non europei. La Commissione propone inoltre di concedere aiuti finanziari per 1600 miliardi di lire in cinque anni a tutti questi Paesi. L'Europa, secondo gli inglesi, dovrebbe anche importare dai Paesi in via di sviluppo un milione 400 mila tonnellate di zucchero, ma questo problema non è stato risolto. Renato Proni Sauvagnargues

Persone citate: Henry Simonet, Peter Shore, Sidlo, Simonet