Gioia ad Atene

Gioia ad Atene Gioia ad Atene (Nostro servizio particolare) Atene, 23 luglio. « In vista delle circostanze straordinarie nelle quali si trova la patria — è stato l'annuncio della presidenza greca — le forze armate hanno deciso di affidare la direzione del Paese ad un governo civile ». Poco dopo, a Parigi, l'ufficio dell'ex premier Karamanlis rendeva noto che il presidente greco Gizikis aveva chiesto da Atene all'anziano statista di porre fine al suo esilio, di tornare in Grecia e mettersi a capo di un governo di unione nazionale. Esattamente alle 18 e 45 nelle strade di Atene è cominciata a circolare la notizia del cambiamento di governo. In un attimo la gente ha formato capannelli attorno ai taxi per ascoltare la radio. Dopo pochi minuti sono cominciati gli applausi più scro- I 1 1 scianti: alla prima automobile che ha fatto suonare il clacson ha fatto seguito un coro unanime, violento ed inarrestabile, mentre tutta Atene si riversava nelle strade. Piazza della Costituzione, sulla quale si affaccia il palazzo del governo, è diventata nera di folla che scandiva a gran vece la parola « democrazia ». Una dimostrazione immediata, spontanea commovente, che non sarà facile dimenticare. Ho visto uomini rotolarsi a terra, uno sciancato buttare le stampelle ed aggrapparsi ai vicini, sconosciuti che si abbracciavano e baciavano con le lacrime agli occhi. Un corteo di centinaia di ragazzi e ragazze ha fatto il giro della piazza a passo di carica più volte, sventolando le bandiere. Nessuno ha convocato in piazza questa marea inarrestabile. Tutti hanno ritrovato istantaneamente il gusto della libertà e valevano sfogarlo liberamente. I poliziotti, applauditissimi all'inizio, non hanno dovuto faticare ad arginare e disciplinare la folla che sembra muoversi senza un obiettivo preciso, ma che non cerca disordini o rivincite, soltanto intende tuffarsi in quello che si può definire un improvviso inaspettato e salutare bagno di libertà. Il classico gesto di Churchill, con le due dita alzate in segno di vittoria, indica in modo inequivocabile lo stato d'animo generale, tutti nelle strade si salutano in questo modo. Ciò che stupisce e quasi spaventa è la espressione dei volti, spesso rigati dalle lacrime, che riflettono uno stato d'animo di intensa felicità che confina quasi con lo smarrimento. Nei giorni scorsi, alle prime notizie della guerra, ho visto gente sgomenta, a volte spaventata o addolorata, ma comunque piegata e non partecipe agli avvenimenti. Stasera, nel caos di piazza della Costituzione, ho trovato atteggiamenti ed espressioni di tale forza e autenticità che non possono non commuovere. Nel cielo si sono alzati bengala, mentre la folla scandiva le parole Hellas e Demokratia, e nella confusione si ssntivano anche grida a favore di Makarios. « Questo è un momento importante per la storia del nostro Paese — ci ha detto un giovane, interrompendo per un attimo gli slogans — i greci hanno nuovamente la libertà, un bene di cui non possono fare a meno ». E' il sentimento comune a tutti: resta da vedere ss queste notizie, che la gente ha accolto in modo delirante, troveranno domani conferma nella realtà. Nella marea e nella confusione generale si sente il nome di re Costantino e quello di tanti altri esponenti del regime parlamentare, si attende l'arrivo da un momento all'altro di Karamanlis da Parigi (ci dicono che più di trecentomila persone siano assiepate lungo le strade che conducono all'aeroporto). La manifestazione, che non accenna a fermarsi, ha assunto con il calar delle tenebre un aspetto ancor più suggestivo: alcuni giovani hanno acceso fiaccole, diversi riflettori tagliano il buio, e molti hanno innalzato al cielo la bandiera nazionale. Beppe Bracco

Persone citate: Beppe Bracco, Churchill, Karamanlis

Luoghi citati: Atene, Grecia, Parigi