Il crepuscolo della dittatura di Aldo Rizzo

Il crepuscolo della dittatura Il crepuscolo della dittatura (Dal nostro inviato speciale) Londra, 23 luglio. Gli sviluppi della crisi cipriota hanno prodotto i loro effetti all'interno del potere greco prima del previsto. L'impasse strategico-politica in cui la Giunta di Atene si è cacciala con la disastrosa iniziativa di rovesciare Makarios e di modificare lo status quo di Cipro, senza calcolare i rischi della reazione turca, si è ripercossa immediatamente e clamorosamente nella madre patria: ora, l'orse, per i colonnelli è cominciato il conto alla rovescia. E' difficile per il momento capire esattamente la portata della mossa odierna di Gizikis, della sua apertura agli uomini politici, già banditi e perseguitati dal potere militare; è diflicile capire se si tratti di un'apertura parziale, non priva di sottintesi tattici, o dell'inizio della fine della dittatura dei colonnelli. Si è avviato tuttavia un processo che può sfuggire al controllo dei militari. Karamanlis, chiamato a dirigere il nuovo governo di unione nazionale, è un esponente della destra storica greca, una destra non esente, quand'era al potere, da sospetti di autoritarismo, ma pur sempre fedele alle regole di base d'una democrazia formale: nell'esilio di Parigi egli non ha mai fatto mistero della sua decisa opposizione alla dittatura. E' diflicile ora pensare che egli abbia accettato l'invito di Gizikis senza alcune garanzie, tra le quali fondamentale appare, in teoria, la prospettiva d'una consultazione elettorale. Se così è realmente, stiamo assistendo al tramonto della più impopolare dittatura d'Occidente. Quasi certamente, dietro questa drammatica evoluzione del regime di Atene c'è Kissinger. L'accenno a certi cambiamenti in corso in Grecia, fatto ieri nella conferenza stampa improvvisata di Washington, è quasi un'assunzione di paternità. Se questa interpretazione è esatta, vuol dire che finalmente gli Stati Uniti hanno deciso di ritirare l'appoggio dato fin qui per ragioni non politiche ma strategiche alla giunta militare di Atene. Una revisione in questo senso della politica americana si imponeva da tempo: i colonnelli l'hanno resa inevitabile con una dimostrazione di inefficienza e di stolta aggressività. Come diceva stamane il Times, « una combinazione di illusioni, di illegalità e di incompetenza », quale quella di cui sono stati capaci i militari greci in queste due settimane, «non può non rivelarsi fatale per qualsiasi governo ». Ai cambiamenti ad Atene corrispondono quelli a Nicosia. La caduta di Sampson, come l'ascesa, è stata decisa non a Cipro ma in Grecia. La sua sostituzione con Clerides è il primo scotto che il governo militare di Atene ha pagato al fallimento dell'operazione Cipro. Il cambio di potere a Nicosia e considerato a Londra un primo, essenziale passo verso il ritorno di Cipro alla normalità costituzionale, anche se la strada per arrivarci passa attraverso un negoziato internazionale straordinariamente complesso. Dal punto di vista turco, è il primo effetto politico dello sbarco a Kyrenia, un « premio » alla linea dura adottata dal governo Ecevit o ad esso imposto dai capi militari. Otto giorni è durato il « regno » di Sampson: ma raramente in così poco tempo sono maturati cambiamenti politici tanto incisivi e diffusi. Nella dichiarazione di congedo, l'ex terrorista dell'« Eoka » sostiene di aver rovesciato Makarios per evitare la guerra civile e dice di aver guidalo il popolo grecocipriota « nelle sue più gloriose giornate ». In realtà egli ha condotto Cipro in una grande tragedia, della quale solo ora cominciamo a vedere le dimensioni reali. Ma si può sperare, a questo punto, in un chiarimento definitivo del futuro dell'isola: il successore di Sampson, Clerides, un politico moderato, popolare fra i greci e non ostile ai turchi, può essere l'uomo giusto per avviare l'abbozzo di un discorso pacifico, mentre ancora fumano gli incendi di Cipro. Ma soprattutto si può sperare nel ritorno, sia pur graduale, della democrazia nella terra in cui era nata. Aldo Rizzo

Persone citate: Clerides, Ecevit, Karamanlis, Kissinger, Sampson