Per due vai te il taxista tedesco è sfuggito all'agguato dei "killer" che lo hanno ucciso

Per due vai te il taxista tedesco è sfuggito all'agguato dei "killer" che lo hanno ucciso Il giallo di Salem; oggi i testimoni a confronto con gli arrestati Per due vai te il taxista tedesco è sfuggito all'agguato dei "killer" che lo hanno ucciso Ma la terza imboscata gli è stata fatale: lo hanno attirato fuori città e lo hanno abbattuto con due rivoltellate Dalla Germania sono giunti tre donne ed il "superteste" - Dovranno confermare ai magistrati italiani le testimonianze A mano a mano che proseguono le Indagini sul giallo italotedesco di Salem, la posizione del tre fratelli Schiumo, accusati dell'omicidio del taxista, sembra diventare più precaria. La polizia Italiana, In collaborazione con quella tedesca ha ricostruito nei particolari tutta la vicenda, dall'elaborazione del plano sino all'assassinio. Prima di arrivare al pomeriggio del 9 gennaio quando Rolf Kogl è stato ucciso a rivoltellate sulla sua automobile, per ben due volte I sicari avevano tentato di eliminarlo. Il primo episodio risale agli ultimi giorni di novembre: una voce anonima, in pessimo tedesco, ha telefonato all'autista e gli ha chiesto di andare a prendere un cliente poco lontano. Mentre Kogl attraversava la strada per raggiungere la sua Mercedes, un'auto è sbucata dal buio con gli abbaglianti accesi e, a tutta velocità, ha tentato di investirlo. L'uomo ha fatto un balzo di lato ed è riuscito ad evitarla: la vettura ha proseguito la corsa senza fermarsi. Ancora un misterioso episodio poche settimane dopo. Una seconda chiamata anonima ha attirato il taxista in una zona fuori città. Qui, secondo gli inquirenti lo attendevano i suol killers, pistola In tasca: « Non hanno sparato — si dice — perché in quel momento stava passando gente. Kogl è sceso un attimo dalla Mercedes, si è guardato attorno in cerca del cliente ma nessuno aveva chiamato un taxi: è tornato indietro ». Come si è arrivati a queste scoperte? Ascoltando il nastro magnetico che incideva tutte le comunicazioni arrivate al telefono di Rolf Kogl: « L'autista — commentano gli investigatori — aveva installato questa segreteria telefonica per ragioni di contabilità. Qui sono rimaste registrate le voci che, in cattivo tedesco frammisto ad alcune parole in italiano, lo chiamavano nei luo- gli degli agguati. Le date corrispondono ». Si giunge cosi al 9 gennaio, un pomeriggio piovoso in cui il taxista tedesco compie la sua ultima corsa. Arrivano due giovani clienti, gli chiedono di essere portati a Tuttlingen. Ricorda il dossier raccolto dalla polizia tedesca: « Kogl ha dovuto percorrere una strada stretta e tortuosa che corre sulla cresta di una collina». A 18 chilometri dalla città, l'imboscata: l'autista cade ucciso da due colpi di pistola. « Una Beretta », spiegherà poi la perizia balistica. L'omicidio è appena compiuto, Kogl giace riverso sui sedili della Mercede., i suoi assassini non si sono ancora allontanati. Le 18,15 è già notte. Si sente 11 rombo di un motore: una giovane donna — ora testimone determinante d'accusa — passa, al volante della sua vettura, a pochi metri dal luogo del tragico agguato: « Ho visto una Mercedes con la porta semiaperta — dirà poi alla polizia —. Accanto c'era un giovane con i baffi ». Ancora « un giovane con i baffi» in un altro racconto: « Il pomeriggio del 9 gennaio — hanno dichiarato agli investigatori tedeschi due donne — abbiamo visto un tale che telefonava da una cabina. Magro, baffi alla mongola ». Come quelli che, a quell'epoca, portava Eugenio Schittino. Le tre testimoni oculari sono arrivate a Torino scortate dalla polizia federale. Con loro, anche Giuseppe Ciambra, il « superteste », colui che oggi è il principale accusatore di Salvatore Lanza, l'amico della moglie del taxista: « Mi offrì cinque milioni per uccidere Kogl ed io rifiutai ». Nel pomeriggio di ieri alcune volanti si sono recate all'aeroporto di Milano per accompagnare alla nostra questura le tre tedesche e l'operaio Italiano. Stamani saranno interrogati dal magistrato che dirige le indagini dottor Silvestro. Nel pomeriggio, avverrà il confronto con i fratelli Schittino. Intanto continuano le perquisizioni. La polizia ha controllato a fondo nelle ultime ore la casa di Eugenio Schittino a Chivasso. Si sperava di trovare corrispondenza, addirittura gli indumenti macchiati di sangue indossati al momento del delitto. Sui risultati del sopralluogo, riserbo assoluto. Anche se pare che gli investigatori abbiano rinvenuto prove inconfutabili: a metà novembre Eugenio e Francesco, in compagnia forse del fratello mag giore Giuseppe, avrebbero com piuto un viaggio di alcuni glor liti unni unni uiiiiinninniin ni a Lascari di Palermo, loro paese d'origine. Qui si sarebbero incontrati ccn Salvatore Lanza: una riunione fra vecchi amici o la messa a punto d'un omicidio? I fratelli Francesco, Eugenio e Giuseppe Schittino: « Siamo vittime di un equivoco » - La moglie del taxista assassinato

Persone citate: Beretta, Giuseppe Ciambra, Giuseppe Schittino, Magro, Rolf Kogl, Salvatore Lanza

Luoghi citati: Chivasso, Germania, Milano, Salem, Torino