Gli irrequieti di Giovanni Trovati

Gli irrequieti Gli irrequieti (Dal nostro corrispondente) Roma, 20 luglio. La ricerca dell'identità della democrazia cristiana si porta dietro il problema dell'assetto interno e, a mano a mano che si dilunga il consiglio nazionale, questo problema diventa prevalente. Dopo il no di Bodrato e di Marcora, a nome di «Forze nuove» e della «Base», a restare in una segreteria unitaria guidata da Fanfani, già si delinea un'indicazione di schieramento. Tutto è ancora da giocare, ma qualcosa par di intravedere. Fanfani non può contare su due correnti di sinistra, che, se non gli voteranno contro, di certo si asterranno: invece la terza corrente di sinistra, quella di Moro, non rompe con le altre due, ma non rompe neppure con Fanfani e si pone come mediatrice. Il gesto di Moro è visto da molti come un aiuto dato a Fanfani: i due leadeis del patto di palazzo Giustiniani, che un anno fa diede l'attuale assetto alla de e riportò il partito all'alleanza con i socialisti, non vorrebbero riconoscere di aver sbagliato. Non è proprio così. Moro più che offrire un aiuto a Fanfani vuol bloccare successioni che, quanto meno, gli sembrano premature. Una potrebbe essere quella di Bisaglia, della corrente di Rumor, amico, se si vuole, di Rumor, anche se gli contende le preferenze nello stesso collegio di Vicenza; Bisaglia (come Gullotti, altro doiotco che scalpita) vuol uscite e mettersi in primo piano. Il suo intervento di ieri, per alcuni punti acuto e sulla stessa linea di Moro, anche se di Moro gli manca la sofferta ricerca di salvare alla de almeno lo «stimolo» (non l'ispirazione) del cristianesimo, che pure dovrebbe caratterizzare questo partilo, è l'intervento di chi si candida alla successione di Fanfani. Se le tre correnti di sinistra (quindi anche quella di Moro) si staccassero da Fanfani, la nuova situazione potrebbe mettere in crisi il governo, dopo che De Martino ha avvertito che il psi non rimarrebbe alleato con una de priva delle sue sinistre. Per evitare questo rischio, si dovrebbe trovare un diverso assetto per il partito e allora Bisaglia (o un altro) potrebbe contare su una possibile alleanza con gli uomini di San Ginesio, ossia di quel patto che già aveva messo uomini della terza generazione alla guida del partito. Se questo era il gioco (e in politica si considerano anche le ipotesi) Moro ha cercato di romperlo. L'impressione questa sera è che, per ora, il partito rimanga come è adesso: Fanfani alla segreteria con una grossa (non diciamo forte) maggioranza, e in posizione di critica, fuori della maggioranza, «Forze nuove» e la «Base». Per quanto tempo non si sa, tutti parlano dell'autunno come se l'autunno diventasse la stagione non delle maturazioni, ma delle gestazioni. Che questo schieramento sia possibile par di deduilo anche dal comportamento della corrente di Colombo-Andreotli. Colombo è stato ti a i più calorosi ad elogiare la relazione di Fanfani. Andreotti, sulla relazione, ha taciuto. Ha parlato oggi, ma di governo, di parlilo, della necessità di fare cose concrete, di guardare con occhio più attento ai comunisti che stanno riempiendo gli spazi «lasciati dagli errori, dalle carenze dei non comunisti, noi compresi». Di Fanfani un accenno fugace a proposito del referendum (gli riconosce che ha fatto «coerentemente» il suo dovere) e basta. Della relazione non una parola. Di solilo quando non si danno giudizi (non solo nella democrazia cristiana) significa che i giudizi sono negativi. Ma Andreotti (che Fanfani teme come e più di Donat-Cattin, perché meno impetuoso, ma ! pericolosamente caustico) oggi non rompe con l'attuale segrete ria, perché ncn vede sostituzioni di suo gradimento e soprattutto teme che comporti la crisi della de e, con la de, del governo e del Paese. Giovanni Trovati

Luoghi citati: Roma, San Ginesio, Vicenza