La dc: molte novità in un anno di Carlo Casalegno

La dc: molte novità in un anno La dc: molte novità in un anno La tempesta internazionale scoppiata alla porta di casa, con lo sbarco dei turchi a Cipro e il rischio di guerra nell'Egeo, aggiunge un'altra incognita al nostro futuro: non per la possibilità — finora inesistente — d'essere coinvolti in un conflitto, ma per la frattura che si è aperta nel settore più fragile ed esposto dell'alleanza occidentale. Di fronte a questa crisi, che tocca direttamente l'Europa ma in cui ancora una volta noi europei facciamo da spettatori e non da protagonisti, possiamo distrarci dai dibattiti di politica interna, quasi fossero dispute in un'accademia mentre fuori s'impone la voce delle armi. Eppure sarebbe un errore sottovalutare, per i drammi esterni, l'importanza del Consiglio nazionale de: i discorsi che vi si ascoltano, talvolta oscuri o cifrati, non sono chiacchiere; ed avranno, in tempi brevi e lunghi, conseguenze di rilievo sulla vita del Paese. Il Consiglio si chiuderà forse con un compromesso: « congelerà » fino all'autunno i vertici del partito e la vita del governo, nonostante l'insistenza delle sinistre per scelte immediate e il monito inascoltato dell'on. Armato, secondo cui a settembre si troveranno aggravati gli stessi problemi d'oggi. Ma si ha l'impressione che la de, dopo questo dibattito, non sarà la stessa di prima e che lo statu quo non durerà a lungo: sia per la richiesta pressoché unanime, e non solo opportunistica, di aggiornamento ideologico e politico del partito, sia per l'evidente premere di nuove forze sui tradizionali equilibri. Sarebbe ineschino ridurre il conflitto a una rivolta di giovani rimasti troppo a lungo nell'anticamera del potere; tuttavia il conflitto di generazioni è ormai evidente, ed appare dubbio che i leaders storici possano conservare a lungo tutti i loro posti. Marcora, l'ex vicesegretario che sembra aver innescato la mina dell'operazione, ha sostenuto che un cambio ai vertici è indispensabile se il partito vuol essere credibile in una società che è cambiata; altri notabili della terza generazione hanno fatto al Consiglio interventi che suonano come discorsi di candidatura; e Faitfani, nonostante l'appoggio di tanti leaders autorevoli, non è più il capo indiscusso e prestigioso uscito dall'accordo di Palazzo Giustiniani. Non tocca agli estranei intervenire nella disputa, né arrischiare un confronto tra gli uomini della seconda e della terza generazione de; ò giusto tuttavia osservare che l'alta dirigenza democristiana ha la massima anzianità di potere (esclusi Tito e Mao) nel inondo intero: lo conquistò negli anni di Truman, di Adenauer, Sarebbe temerario anche tentare previsioni sul futuro della de, e quindi del governo; si ha però un'impressione per quanto tocca gli uomini, e una certezza riguardante il partito. Questo Consiglio ha ripresentato come protagonista l'ex segretario Forlani, il cui intervento — così accentrato sui problemi del governo — ricorda in qualche modo il discorso di Rumor al congresso dello scorso anno, ed ha offerto una piattaforma di lancio alVon. Bisag'.ia, che nella sua relazione — insieme graffiatile ed accorta — ha indicato bene alcuni degli aspetti che dovreb- ; bero caratterizzare la de dopo i l'aggiornamento: la rinuncia ! all'anticomunismo come fabI brica di voti e un rapporto più ! « laico » verso il mondo caij tolico. Il rifiuto quasi unanime I del compromesso storico si ac\ compagna infatti a una presso| che generale accettazione del ' « dialogo nella chiarezza » co! m'è suggerito da Moro; e la j lezione del referendum sembra ! essere stata interpretala in mo! do concorde come un invito a distinguere l'ispirazione cristiana dal cattolicesimo politico. Dalle revisioni del maggior partito italiano dipenderà in larga misura l'avvenire politico del Paese: le due crisi coincidono. Moro aveva dato il senso dell'ultima frontiera, affermando che « la posta in gioco è la nostra esclusione dai protagonisti dell'economia e della politica mondiale »: /t;idreotti ha concluso il suo intervento, nutrito più di consigli concreti sul buongoverno che di grandi principi, con l'af¬ fermazione che « ci sono tutte le possibilità per smentire il pessimismo sulle sorti dell'Italia ». Se i consigli sono 'isti, il suo ottimismo non iip"are infonduto: la cronaca dette ultime settimane registra qualche segno positivo. I sindacati hanno rinuncialo allo sciopero generale per una più elastica « giornata di lotta » e riconosciuto il primato politico dei partiti e del Parlamento, secondo un corretto equilibrio dei poteri; il partito comunista sta conducendo l'opposizione « dura » con senso di responsabilità: i partiti del centrosinistra si sono accordati sugli emendamenti ai decreti per evitare fratture nella maggioranza e confusioni assembleari. Sembrano buoni auspici: purché l'avvenire li confermi e la de non rovesci sul governo i suoi travagli interni. Come può funzionare l'esecutivo se gli si toglie la speranza di durare? Carlo Casalegno

Persone citate: Adenauer, Forlani, Giustiniani, Mao, Marcora, Moro, Rumor

Luoghi citati: Cipro, Europa, Italia