Oggi a Parigi il primo vertice tra Wilson e Giscard d'Estaing di Loris Mannucci

Oggi a Parigi il primo vertice tra Wilson e Giscard d'Estaing L'intensa attività della politica estera francese Oggi a Parigi il primo vertice tra Wilson e Giscard d'Estaing Gli osservatori politici ritengono che i colloqui non saranno facili, soprattutto sul problema europeo e sull'aereo supersonico "Concorde" - Identità di vedute per la galleria sotto La Manica (Dal nostro corrispondente) Parigi, 18 luglio. Dopo il vertice franco-tedesco ecco quello franco-britannico, che si svolgerà domani a Parigi, dove il ministro degli Affari Esteri di Bonn, Genscher, verrà sabato per informarsi sui suoi risultati. Il premier britannico Harold Wilson ed il suo ministro degli Esteri, James Callagan, sono arrivati stasera ed i colloqui incominceranno domani mattina: uno a quattr'occhi, fra Giscard d'Estaing e Wilson; l'altro, tra i ministri degli Esteri dei due Paesi. Seguirà una seduta plenaria prima del pranzo al palazzo dell'Eliseo, e Wilson si recherà poi a palazzo Matignon per un colloquio col primo ministro Jacques Chirac. Tra Parigi e Londra, le relazioni sono state pessime quando il generale De Gaulle era al palazzo dell'Eliseo, ma migliorarono quando gli successe Georges Pompidou, che tolse il veto francese all'ammissione della Gran Bretagna nel Mercato comune europeo ed intrattenne poi ottimi rapporti col conservatore Edward Heath. Questi ha perso però il potere e Pompidou è scomparso. I loro successori: Harold Wilson e Valéry Giscard d'Estaing, si conoscono male. Non si sono incontrati da nove anni. Il primo è un socialista favorevole alla «insularità britannica» e chiede che le condizioni di ammissione del suo Paese nel Mercato comune europeo vengano riesaminate; il secondo è un conservatore liberale che auspica l'unione europea. I colloqui franco-britannici non saranno facili. All'ordine del giorno, oltre i problemi europei, figurano l'aereo su- personico «Concorde» e la co-struzione del tunnel sotto La Manica. Il Presidente francese è deciso a respingere non soltanto l'eventuale richiesta di «rinegoziare» l'ammissione della Gran Bretagna nel Mec, ma anche a rifiutare trattative su punti che potrebbero modificare lo spirito del Trattato di Roma. Parigi contesta l'argomento di Wilson secondo cui. nel 1978, la Gran Bre| tagna contribuirà nella proporzione del 24 per cento, giu- dicata eccessiva da Londra, al finanziamento del bilancio della Comunità europea che, a decorrere dal primo gen- naio prossimo, dovrà avere unicamente «risorse proprie», cioè indipendenti dai governi e provenienti dalle tasse doganali più una percentuale dell'Iva. La Gran Bretagna, secondo Parigi, potrà diminuire notevolmente il suo contributo dando la preferenza ai prodotti europei, conformemente al Trattato di Roma, invece che ai prodotti del «Commonwealth». Il presidente Giscard d'Estaing respingerà ugualmente il punto di vista britannico secondo cui i prezzi agricoli europei dovrebbero essere fissati prendendo per base il loro costo nelle aziende «produttive» e trascurando le altre. Il progetto di vertice europeo per l'autunno, annunciato dal presidente francese dopo la sua elezione, verrà naturalmente sul tappeto, ma si ritiene che se ne parlerà con molta prudenza. A Parigi, si dice che sarà possibile soltanto se la congiuntura lo permetterà, ed essa è tutt'altro che favorevole per ora. Non meno difficili saranno le discussioni sui problemi bilaterali. Il governo di Parigi, che ha deciso di disarmare a fine ottobre il transatlantico iFrance» e di rinunciare ad altri progetti di prestigio, essendo stato costretto all'austerità, vuole poter proseguire almeno la realizzazione dell'aereo supersonico «Concorde», che il governo inglese desidera invece abbandonare, dato il suo costo. Sedici apparecchi sono attualmente in costruzione in Francia e in Inghilterra, e Giscard d'Estaing chiederà a Wilson che ne vengano messi in cantiere altri tre, ma si prevede un rifiuto. Se non otterrà l'accordo britannico, la Francia li costruirà da sola, volendo evitare un urto coi sindacati, secondo cui la rinuncia al «Concorde» farebbe perdere lavoro a molti operai dell'aero- nautica. Soltanto sul problema della galleria setto la Manica un accordo appare possibile. I britannici desiderano che la realizzazione sia ritardata, e Parigi vi consentirà probabilmente perché ciò permetterà anche alla Francia di rimandare a più tardi una spesa non indispensabile. Loris Mannucci Il presidente francese Giscard d'Estaing e il premier Wilson