Quando i sacrifici non toccano tutti

Quando i sacrifici non toccano tutti RISPONDE GIULIETTA MAS1NA Quando i sacrifici non toccano tutti « Quest'anno non si andrà in vacanza, abbiamo dovuto disdire l'albergo, i nostri amici che da diciotto anni incontravamo ogni estate in quell'ameno luogo forse anche loro rimarranno in città. A lei sembrerà cosa poco importante, ma più che un'abitudine quella vacanza di un mese era il polmone di riserva, il deposito al quale attingevamo per resistere alla tristezza, alla solitudine piena di smog di Milano ». Per quanto mi riguarda, non ritengo mai « cosa poco importante » ciò che addolora, a torto o a ragione, chi mi scrive. Se le « cose importanti » fossero tali per tutti, e in eguale misura, vivremmo secondo poche e ferree leggi, senza il piacere o la illusione di una vita propria, con valori propri. La signora che mi scrive, non va in vacanza per l'impossibilità di far quadrare i bilanci familiari. Questo è problema di tutti. Uno stipendio fino a ieri quasi ragguardevole, oggi è appena sufficiente per conservare acceso, al minimo, il motore che assicura la vita in casa. Si tratta di un fatto che, a parte ogni indagine sulle responsabilità, influenza lo scorrere delle nostre giornate; e quindi da affrontarsi. Anche rinunciando alle vacanze. Molto raramente io mi lascio andare a « ciò che avrebbe potuto essere », a dirla con Gozzano, per assumere un atteggiamento realistico di fronte a ciò che è. Condividendo, dunque, la malinconia di certe impreviste situazioni, l'unico conforto che sento di poter offrire a chi me lo chiede, è l'invito a proteggere se stessi, qualsiasi rinuncia tale difesa possa poi imporci. Come alcune lucertole che scampano la vita « mollando » la coda tra i denti del nemico, l'importante veramente è sopravvivere; e l'attuale mi sembra un momento così: «molla» le vacanze, i consumi utili, ma non indispensabili, le abitudini gradevoli, e pensa ad alleggerire la zattera. Offrirei volentieri un diverso consiglio, se esso fosse possibile. Ma non penso che esista altra alternativa, che si possa, cioè, istigare chi più non lo può a vivere come invece vorrebbe. Non è, insomma, questo, il tempo delle ostinate rivendicazioni di uno standard, duramente conquistato, sociale ed economico, la cieca rivendicazione di diritti acquisiti. Qui sai ta tutto, dunque teniamoci stret ti all'albero maestro. Passata la bufera, giunti al le nuove elezioni, si fa per dire, traducete pure, davanti ai tribunali dell'opinione pubblica e vostra personale, i presunti colpevoli della situazione. Ma adesso, buttate il superfluo e, tanto per parlare di vacanze, godetevi la città d'estate, orrenda e stupenda com'è. E con i vostri amici di lassù, ritrovatevi quaggiù. Anche loro, signora, più o meno vivranno l'identico, occasionale mo mento. Non mortificante, perché la necessità non umilia nessuno. Lei, signora, è della mia generazione. Ricorda gli anni della guerra? Pensavamo di morire, e siamo vivi, già dimentichi di quando con un uovo scodellavamo una frittata per cinque persone. Frittata che non le auguro, ma pensarci aiuta. Giulietta Masir.a

Persone citate: Giulietta Masir

Luoghi citati: Gozzano, Milano