Perché sì, perché no

Perché sì, perché no Italo Allodi medita la risposta a Franchi Perché sì, perché no Allodi sì, Allodi no, Allodi forse. Il problema della "gestione azzurra", cioè da chi e come verrà guidata la Nazionale, cerca per vie sotterranee la sua soluzione. Al di là di inutili congetture, non è azzardato ipotizzare i "punti caldi" su cui il "manager" del Club Italia sta riflettendo, dopo II suo colloquio con il presidente Artemio Franchi. Cosa potrebbe spingerlo ad un sì? Le seguenti ragioni: 1) in questa situazione non c'è niente da perdere, la stessa paziente attesa dei tifosi italiani lo dimostra; 2) l'esperienza acquisita da Allodi durante la pur breve (e disastrosa) trasferta in Germania ha certamente fornito elementi positivi per un navigatore degli oceani calcistici; 3) Allodi ha sempre prediletto le situazioni che partono da un "grado zero". Contro questi rilievi positivi stanno altre considerazioni, che potrebbero far pendere la bilancia verso un reciso "no". Ad esempio: 1) la distanza di vedute tra il Settore Tecnico e la Lega, che "presta" i giocatori dei club alla Nazionale ma non consente l'elaborazione di un calendario azzurro veramente attivo; 2) la preparazione specifica dei giocatori, dall'uno all'altro club, varia a seconda di chi li allena, e non si può, in azzur¬ ro, cambiarla durante i cinque-sei appuntamenti previsti dalla Nazionale; 3) l'esperienza di Stoccarda, vista sotto certi aspetti, non ha certo consolato un "manager" come Allodi, abituato a determinate linee di condotta: la sua stessa autorità nei confronti di singoli elementi differisce quando un "direttore" passa, dalla sede di un club, a quella della Nazionale, luogo ove ogni giocatore si sente "protetto" dalla sua squadra originaria. Come si vede, e volendo ridurre il discorso alla sua necessaria aridità, le soluzioni si complicano. Italo Allodi, se non andiamo errati, prova certo il fascino di un futuro (ed ignoto) traguardo azzurro. La "spinta vincente" può servirgli da ulteriore puntello per accettare una sfida che, a ragion di logica, è spinosissima. La famosa "carta bianca" che è stata sicuramente discussa tra Franchi ed Allodi cosa può prevedere? Nessuno, da trent'anni, ha mai esercitato o potuto esercitare un'effettiva autonomia, una responsabilità globale nei confronti del Club Azzurro. Si è sempre andati avanti con formule sfumatissime, che avevano molto del linguaggio politico e meno della chiarezza necessaria ad una macchina sportiva. Allodi ha preteso forse la luna dal presidente della Federcalcio? E se gli avessero detto sì, ma con le sottilissime intenzioni di consegnargli una luna in eclisse? Mille domande, a questo punto, potrebbero dilatare l'argomento e farlo sconfinare in un esercizio retorico senza fine. I tifosi pazientino: la verità non può tardare, per grama o astrusa che sia. Ma torna anche in mente un certo sefior Sivori: in un paese che non spregia certo le soluzioni dittatoriali, neppure lui riuscì ad ottenere "carta bianca" per la nazionale argentina. E sì che lo proteggeva un Caudillo. g. arp. Italo Allodi

Luoghi citati: Germania, Stoccarda