Si spera di ascoltando scoprire i rapitori le voci dei fermati

Si spera di ascoltando scoprire i rapitori le voci dei fermati Amerio e Sossi nelle caserme dei carabinieri Si spera di ascoltando scoprire i rapitori le voci dei fermati I prigionieri non hanno mai visto in volto i loro custodi, ma potrebbero riconoscerne il modo di parlare - La cascina nel Piacentino era probabilmente la "stamperia" delle Brigate rosse: trovate le tracce del ciclostile e pacchi di "bollettini" sui sequestri Al Nucleo investigativo del carabinieri, l'altro giorno c'erano anche il dirigente della Fiat Amerio e 11 magistrato genovese Sossl. Gli inquirenti II avevano convocati per effettuare delle « ricognizioni verbali » nei confronti di alcuni giovani fermati. Clie cosa sono? Come si sa, I rapiti non hanno mal potuto vedere in volto i loro carcerieri incappucciati. Ma ne hanno sentito le voci. Ora, si fanno leggere agli indiziati e a giovani carabinieri alcuni passi: il sequestrato, in questo caso prima Amerio e poi Sossl, potrebbe riconoscere Inflessioni, cadenze, modo di parlare. Ma non è avvenuto. « Le ricognizioni verbali — come hanno detto i difensori e lo stesso giudice istruttore Gianfranco Caselli — hanno avuto un esito negativo ». Anche il confronto personale tra Francesco Cattaneo e i sette testimoni del paese dove sorge la casa che sarebbe servita da « stamperia » e base logistica alle Brigate rosse, non ha dato il risultato sperato. Il giovane di Santo Stefano Lodigiano, che era stato ferr i a Casalpusterlengo lunedì mattina, è stato rilasciato alle due e trenta della notte scorsa, dopo un lungo interrogatorio. Il punto centrale dell'inchiesta resta per il momento la cascina scoperta a Pianello in provincia di Piacenza. La « base » dei brigatisti è una casa di due piani, otto stanze e cantina, circondata da un recinto e posta su una strada secondaria che da Pianello porta ad Agazzano, nei pressi del bivio di Arcello. Ora (ma non quando fu acquistata) è in pessime condizioni: una crepa larga un metro e mezzo la apre in due tronconi che minacciano di crollare da un momento all'altro. Sul balconcino d'entrata grossi cartelli, invitano a non avvicinarsi. Da un mese a questa parte la costruzione, che guarda direttamente il fiume Tidone oltre una vigna ben curata, è diventata per gli abitanti del tranquillo paese piacentino una presenza misteriosa ed inquietante, una specie di « scheletro nell'armadio ». Da quando cioè i carabinieri della locale stazione, impegnati nella caccia di alcuni rapinatori che avevano assalito il custode di una villa di Rivergaro ed erano fuggiti su un Bmw verde, hanno perlustrato l'interno. La casa era abbandonata da gennaio, do- j po che si erano verificate le prime irreparabili crepe e gli occupanti non vi avevano più fatto ritorno. Invece del bottino della rapina 1 militari hanno trovato volantini delle Brigate rosse, lastre per stampa, carta per ciclostile, perfino del materiale per fabbricare targhe false. Comincia così a Pianello un via vai di camionette, di auto civili, cit militari in borghese e in diviìa. La casa viene perquisita da cima a fondo dagli uo¬ mtMzrvsaPaccFttccmUgfgvi ninnili iniiiii i min u mini dello speciale Nucleo antiterrorismo giunti da Torino e da Milano. Viene prosciugato il pozzo posto nella cantina, si rerfora il terreno circostante. Si apprende che la casa è stata venduta nel giugno dell'anno scorso da Luigi Ferrari, di 61 anni, gestore del bocciodromo di Pianello, a due giovani, grazie all'intermediazione di Piero Ricci, detto « Perinelu », un sensale di bestiame, trasformatosi nell'occasione in agente immobiliare. « Gli acquirenti — dicono — erano sui trent'anni, parlavano con un leggero accento lombardo ». Il prezzo pattuito fu di sette milioni, pagato « sull'unghia » davanti al notaio Bongiorno di Piacenza, che trascrisse il nome dbCMmsfiMCusndmadcpd«d dell'acquirente dalla patente esibita da uno dei due: Raffaele Colombo, 26 anni, via Duehrer 26, Milano. Ma qui la vicenda assume decisamente toni romanzeschi. Dagli accertamenti anagrafici compiuti dai carabinieri a Milano risulta un solo Raffaele Colombo, nato nel 1948 e morto un anno dopo. Giunti così alla fine della pista, si torna alla cascina di Pianello. I sospetti sono accresciuti dalla descrizione del comportamento strano degli inquilini che avevano insospettito gli abitanti della zona ed in particolare i vicini di casa. Chiediamo: strano perché? Ricorda Mario Gualdana, del vicino podere La Colombaia: « C'era un via vai di macchine di piccola e media cilindrata con le targhe più disparate. Quando incontravo qualche ospite della casa, cercava di non mostrare mal il viso. Una volta — ricorda — mi sono riparato per la pioggia sotto il fienile a fianco, ma dall'interno hanno subito chiuso le persiane ». Angelo Bocellari, che pure per mesi ha coltivato la vigna di fronte dice: « Non sono mal riuscito a vedere nessuno. Avevano messo della carta ai vetri e tende scure ». Chi ha frequentato la cascina? Un Indizio sembra accusare uno dei fermati, Adriano Carnelutti. A Pianello sono stati trovati, come si è detto, volantini delle Brigate. Ciclostilati su carta che sarebbe uguale a fogli sequestrati in casa del giovane. Gli uni e gli altri sembrano provenire da una cartiera di Tolmezzo. L'imputato, per voce del suo legale, l'aw. Stasi, si difende: « Ho comperato una grossa quantità di carta per il circolo. "La Comune" di Lodi, a cui appartengoMa non so nulla dei volantini trovati a Pianello ». Comunque, questo resta l'indizio più grave a suo carico. Un altro è caduto nel corso dell'inchiesta. Si trattava di una borsa che corrispondeva alla descrizione di quella sottratta dalle Brigate rosse, piena di documenti, a Mario Sossi. Era stata trovata in casa di Carnelutti ma il magistrato genovese ha escluso che possa essere la sua. Non sembra esserci invece alcun elemento che colleghi alla cascina nel Piacentino l'altro arrestato, Pietro Sabatino di 35 anni, arrestato il 9 luglio nella sua abitazione di corso Regina Margherita. L'operaio che lavorava alla carrozzeria Pininfarina, non avrebbe partecipato nè al confronto con i contadini di Pianello, nè alle « ricognizioni verbali ». Nei suoi confronti, è pervenuta ieri una precisazione. Nel comunicato del nucleo speciale dei carabinieri, il Sabatino, incriminato per « partecipazione a bande armate e associazione sovversiva », è definito come appartenente al partito marxista leninista. Ma la direzione del partito « smentisce categoricamente » di averlo mai avuto tra i propri iscritti. La fattoria di Pianello dove si presume fosse la stamperia delle « Brigate rosse »