La Rai non vuole ripetere le "anteprime,, tv a Torino di Ugo Buzzolan

La Rai non vuole ripetere le "anteprime,, tv a Torino Bloccata un'iniziativa di successo La Rai non vuole ripetere le "anteprime,, tv a Torino Non avrà più luogo la seconda rassegna alla Galleria d'arte moderna Tra il marzo e l'aprile di quest'anno alla Galleria d'arte moderna di Torino si è svolta, come molti ricorderanno, la prima rassegna nazionale di film televisivi, ossia di lungometraggi a soggetto finanziati e realizzati dalla Rai. La manifestazione era organizzata — si badi bene — dalla stessa Rai e precisamente dal centro di produzione di Torino in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune, che tra l'altro aveva dato la sala, e con VAiace (Associazione italiana amici cinema d'essai, sezione di Torino) che aveva curato la presentazione delle pellicole e organizzato i dibattiti. Il repertorio comprendeva quattro opere: Stregone di città (allora inedito) di Gianfranco Bettetini, La tecnica e il rito di Jancsò, San Michele aveva un gallo dei fratelli Taviani, e Woyzek di Giancarlo Cobelli. Qual era lo scopo della rassegna? L'avevamo detto allora, lo ripetiamo adesso: offrire ad un pubblico di appassionati pellicole non ancora comparse sul video per ragioni varie o comparse per una sola sera spesso in concomitanza con una trasmissione di largo richiamo (leggi rivista del sabato o il quiz del giovedì) e quindi passate via quasi inosservate; e offrirle a colori, su grande schermo, e farle seguire da una discussione che affrontasse non solo ogni singolo film ma anche il complesso della politica cinematografica della Rai. L'imporI tanza e la novità della mani¬ festazione era nella possibilità che finalmente si stabilisse un rapporto diretto Ira il pubblico e quell'ente kafkiano che è sempre stata la tv, un colloquio tra lo spettatore e gli autori e i responsabili di programmi televisivi. La rassegna dunque c'è stala ed ha avuto un notevole successo: al San Michele aveva un gallo c'era la gente in piedi. La platea era formata per la maggior parte di giovani. Ai dibattiti, interventi di critici, studiosi, docenti universitari. La manifestazione non era ancora finita che l'assessorato alla Cultura del Comune si dichiarava pronto e ben lieto di mantenerla in vita. L'« Aiace » dava subito la sua adesione e i dirigenti del centro di produzione Raitv di Torino accoglievano con soddisfazione la notizia. Si progettava già una seconda rassegna per la fine settembre-principio d'ottobre e se ne dava informazione alla direzione generale della Rai a Roma, sottolineando l'interesse e il successo suscitato dalla prima rassegna e chiedendo altri film (l'intenzione era di presentare, oltre ai normali lungometraggi, anche una sezione di sperimentali firmati da giovani registi). Ma ecco, inaspettata, la doccia fredda. Roma ha detto no. E ha detto no con una lettera secca e burocratica in cui non vi è — in omaggio ad una elementare regola di cortesia e dì vivere civile — il più piccolo accenno alla validità dell'iniziativa torinese, al suo sforzo organizzativo e al suo buon esito e dove in¬ vece, in poche righe frettolose, si afferma con tono perentorio e ammonitore: «Dobbiamo farvi presente che la partecipazione a rassegne e manifestazioni non rientra, di norma, nei nostri compiti d'istituto e pertanto la cessione in prestito o l'utilizzazione per proiezioni esterne di nostri programmi riveste un carattere di eccezionalità, non ripetibile. Spiacenti di non poter aderire alla vostra nuova richiesta ecc. ecc. ». E' un rifiuto che chiude ogni prospettiva e liquida bruscamente la questione, ma che, a parte la forma, desta perplessità e sospetti. Come mai questo « carattere di eccezionalità, non ripetibile » è venuto fuori dopo e non prima? Come mai non si è provveduto ad avvertire gli organizzatori che si trattava di una paternalistica elargizione una tantum? Come mai non ne ■ erano stati avvertiti nemme! no i dirigenti della Rai-tv di Torino che pure si erano prodigati e avevano aderito alla manifestazione con entusiasiasmo? E sidla grottesca espressione di « eccezionalità non ripetibile » ci sarebbe ampiamente da discutere. Comunque è chiaro che la rassegna ha dato, per ragioni ignote, fastidio a qualcuno di Roma. Probabilmente — alla faccia di tutti i decentramenti previsti dalla riforma — l'iniziativa nata a Torino non aveva avuto in anticipo l'approvazione della direzione suprema e accentratrice, e perciò è stata bocciata. Ugo Buzzolan

Persone citate: Giancarlo Cobelli, Gianfranco Bettetini, Jancsò, Taviani

Luoghi citati: Roma, Torino