Quanto costano i veicoli difettosi di Mario Salvatorelli

Quanto costano i veicoli difettosi Proposto il controllo periodico Quanto costano i veicoli difettosi Ogni anno nella Cee oltre 50 mila morti e un milione e mezzo di feriti per incidenti stradali - In termini di denaro, il danno è di 2500 miliardi di lire - Uno studio sulle cause dei sinistri (Dal nostro inviato speciale) Roma, 15 luglio. Gl'incidenti stradali nella Comunità europea costano, in termini di vite umane, oltre 50.000 morti e un milione e mezzo di feriti ogni anno (oltre 11.000 morti e 270 mila feriti solo in Italia) e, in termini di denaro, almeno 2500 miliardi di lire. Una buona parte degl'incidenti è provocata da difetti meccanici del veicolo, in proporzione rapidamente crescente secondo il suo « stato di servizio », la sua età. Un recente studio francese ha rivelato che per ogni 100 sinistri collegati — come fattore principale o aggravante — a un difetto meccanico, solo l'8,8 per cento coinvolge vetture con meno di tre anni di vita, quasi il 41 per cento automobili con 10 o più anni e addirittura più del 90 per cento vetture con almeno 5 anni di « onorato servizio ». Se si applicano i risultati di questo studio al parco automobilistico italiano, tra i più « resistenti » del mondo, perché su circa 15 milioni di autoveicoli (di cui quasi 13 milioni e mezzo autovetture), almeno il 70 per cento hanno 5 o più anni di vita, si può comprendere quale risparmio di vite e di denaro si potrebbe ottenere con un controllo periodico e obbligatorio dei veicoli. L'argomento è tanto di attualità almeno quanto può sembrare «impopolare», in un momento in cui si scaricano sugli automobilisti nuovi e pesanti oneri. Ma occorre tener conto che, al di là degli aspetti più drammatici esistono anche quelli più pratici, come il risparmio di spese di manutenzione, dello stesso carburante e, ultimo ma non meno importante, l'ecologia, la difesa dell'ambiente in cui viviamo contro l'inquinamento dei gas di scarico. Tutti gli esperimenti, in Italia e all'estero, hanno dimostrato che la manutenzione di alcuni organi del motore e, meglio ancora, un normale rinnovamento «fisiologico» dell'autoveicolo, possono contenere in misura sensibile sia il consumo di carburante — oggi genere di lusso, visto che è tassato in Italia molto più del doppio dei diamanti e delle pellicce — sia la quantità di ossido di carbonio emessa dagli autoveicoli. Freni, impianto elettrico, visibilità, convergenza delle ruote anteriori, usura dei pneumatici, sono tutti «organi» dell'autoveicolo la cui «affidabilità» dovrebbe essere già da tempo controllata in ogni Paese, e in alcuni lo è. Non, però, in Italia, dove il ministero dei Trasporti, con gli organici a disposizione, riesce appena a garantire il controllo dei cosiddetti automezzi «professionali», cioè autobus, tassì, e in genere mezzi di trasporto pubblici e d. rimessa. Per gli altri, i controlli avvengono saltuariamente, o con il metodo del «campione», oppure con le indagini che seguono — mentre dovrebbero precederli — i sinistri. Se ci fossero stati i mezzi sufficienti, almeno 8 milioni di autoveicoli circolanti in Italia avrebbero dovuto passare, e superare, il lorc collaudo di affidabilità. Il problema è allo studio della Comunità europea, che fin dal 1972 ha avanzato una «proposta» ai Paesi membri per il controllo periodico obbligatorio degli autoveicoli. Il suggerimento ha preso una forma più concreta nello scorso febbraio, quando è state approvato dal Parlamento di Strasburgo. Dovrebbe diventare operante, come legge «comune», con il primo gennaio 1975, se, nel corso della riunione prevista per l'ottobre prossimo, il Consiglio dei ministri dei Trasporti deciderà in questo senso, dopo aver accettato — e non si vede come possa non farlo — la stretta relazione tra efficienza del veicolo, sicurezza e difesa dell'ambiente. Da parte italiana il controllo obbligatorio e periodico degli autoveicoli è entrato nei programmi dell'Ide — Imprenditori dirigenti europei — la cui sezione italiana, nel corso di un incontro con la stampa, ha annunciato oggi una «conferenza europea» sull'argomento, che avrà luogo a Roma nei primi giorni di ottobre, proprio in concomitanza con il Consiglio dei ministri comunitari. Oltre alle misure legislative, che è quasi certo diventeranno operanti, quindi «cogenti», con il primo gennaio dell'anno prossimo, e a parte la possibilità per l'Italia di ottenere una dilazione d un anno o due, si tratta di costruire gli strumenti per l'applicazione della legge. L'Ide si sta orientando verso un tipo di «strumento» che sia composto da rappresentanti dei costruttori, dei distributori e degli utenti di autoveico¬ lisste«lfggl li, per conciliare i rispettivi interessi e difendere le diverse esigenze, sui modelli svedese e tedesco, che in questi ultimi anni si sono dimostrati efficaci. Le grandi linee di questa «legge comune» europea per la sicurezza dell'uomo e la difesa dell'ambiente si possono già anticipare: controlli obbligatori dopo quattro anni dalla prima immatricolazione per gli autoveicoli privati ad uso personale, dopo due anni per i mezzi di trasporto, di persone o misti, con 8 posti a sedere, ogni 6 mesi per quelli che trasportano più di 8 persone. Per gli autocarri controllo ogni 2 anni per quelli con peso massimo autorizzato fino a 3 tonnellate e mezzo, ogni anno per quelli con peso superiore. Ai tanti «bolli» che l'automobilista italiano è già tenuto a portare «in bella vista» sulla sua vettura, è probabile che presto se ne aggiungerà un altro. Questa volta, però, l'obbligo sarà giustificato, perchè sarà, finalmente, nel suo interesse invece che in quello del fisco. Oggi abbiamo potuto osservare, in un filmato, il funzionamento di una moderna stazione controllo estera, quasi interamente automatizzata. In breve tempo, e per una spesa molto inferiore a quella oggi necessaria, purtroppo, per fare un «pieno», si ottiene una completa «radiografia» della vettura. Se positiva, tanto meglio, ma anche se sarà negativa, non ci si può rammaricart ■ siamo nel campo della prevenzione degli infortuni, assai più conveniente, da ogni punto di vista, di ogni misura intesa a «compensare» le conseguenze di un incidente, quando ormai è avvenuto. Mario Salvatorelli

Luoghi citati: Italia, Roma, Strasburgo