Rapimento Berrino: per la polizia la chiave è nella "mala,, torinese

Rapimento Berrino: per la polizia la chiave è nella "mala,, torinese Proseguono intanto le indagini con fermi e confronti Rapimento Berrino: per la polizia la chiave è nella "mala,, torinese Il vicequestore Montesano fa la spola fra Alassio e il capoluogo piemontese - Negativo il confronto dell'inventore del "muretto" con un giovane portato in questura - Paolo Borgna, " testimone utile alle indagini ", resta per il momento in carcere (Dal nostro inviato speciale) Alassio, 15 luglio. «Non possiamo dire in quale carcere si trova Paolo Borgna, è un segreto istruttorio. E' quasi certo, comunque, che non verrà rilasciato questa sera». E' la dichiarazione rilasciata oggi dalla Procura di Savona, alla quale ci siamo rivolti per sapere se contro Paolo Borgna, fermato sabato scorso a Torino per essere interrogato sul rapimento di Mario Berrino, era stato emesso un ordine d'arresto. In base a tale frase, si comprende che per il momento il Borgna è ancora trattenuto in stato di fermo, probabilmente quale teste a disposizione. I' carcere sembra essere un segreto militare, anche se nella notte scorsa, quando il Borgna è stato visto partire da Alassio sotto scorta, sembrava fosse diretto a Novi Ligure non essendoci posto nel carcere di Savona. Questa è in sostanza l'unica novità odierna nel caso Berrino. C'è solo da aggiungere che oggi il procuratore capo, dottor Tartufo, si è recato a Genova, probabilmente presso la procura generale, «anche» in relazione al caso Berrino. In sostanza, le indagini tornano da capo. Dopo che nella notte scorsa Mario Berrino, messo a confronto presso la questura di Torino con Angelo Foresta, ha escluso che costui possa essere uno dei rapitori, gli inquirenti stanno battendo altre piste. Il Foresta è uno dei due fratelli torinesi che Berrino aveva riconosciuto in un pri¬ mo tempo attraverso le foto segnaletiche. Adesso però, dopo il confronto, questa pista è caduta. In giornata, i carabinieri hanno interrogato Rosalba Benvenuto, moglie di Mario Berrino, e la ventenne Angela Berrino, figlia del pittore sequestrato. Si ignora, logicamente, che cosa gli inquirenti abbiano chiesto alle due donne. Polizia e carabinieri hanno continuato le ricognizioni nella zona dove il Berrino è stato tenuto prigioniero: sarebbero stati rinvenuti nuovi elementi sui quali si stanno facendo accertamenti. Si cerca, in particolare, di localizzare qualche negozio dove sarebbero stati acquistati alcuni oggetti abbandonati dai rapitori. A tre giorni dal pagamento del riscatto di trecento milioni e dal conseguente rilascio di Berrino, si può dunque dire che le indagini ripartono da zero, anche se dai contatti quotidiani con i carabinieri si ricava la sensazione che gli inquirenti dell'Arma si ritengano vicini alla conclusione positiva della vicenda. Per quanto si conosce ufficialmente, la posizione più compromessa sembra essere quella di Paolo Borgna. Costui, infatti, avrebbe dichiarato che da una quindicina di giorni non aveva messo piede ad Alassio, mentre alcune testimonianze lo smentirebbero inequivocabilmente. Pare infatti che Borgna sia stato notato domenica 7 luglio, vale a dire 24 ore prima del sequestro. C'è chi dice di averlo visto su una motobarca nello specchio di mare all'altezza di Punta Murena, una località dalla quale si può vedere la zena dove il Berrino è stato tenuto prigioniero. Nulla di nuovo, invece, circa la posizione di padre Lieti. Il barnabita è ritenuto un teste di una certa importanza in quanto per tutto il periodo de' sequestro ha abitato in una chiesetta poco distante dalla prigione tra i boschi. Gli inquirenti escludono che possa essere stato l'intermediario tra i banditi e la famiglia Berrino, anche se ammettono apertamente che proprio un religioso ha portato ai familiari il messaggio con le istruzioni per il versamento dei trecento milioni. Sul fronte della polizia, l'unica novità è rappresentata dal fatto che il dottor Montesano oggi si è trattenuto a Torino, dove aveva accompagnato Berrino per il confronto con il Foresta. Ciò vuol dire che il capoluogo piemontese è considerato sempre come un punto chiave nella ricerca dei banditi. Il dirigente della Criminalpol, comunque, dovrebbe rientrare ad Alassio nella tarda serata. Vittorio Preve commissione che aveva giudicato negativamente la tesi di laurea. In marzo don Antonio Senno si era presentato davanti alla commissione per discutere la sua tesi sul tema « Mito, rito e realtà nella vita e nel pensiero dei Lothuo» (una tribù del Sudafrica). Il lavoro del Serino fu giudicato negativamente e valutato con 48 punti mentre per conseguire la laurea occorrono almeno 66 punti. La bocciatura venne annullata due mesi dopo dal rettore dell'università, Giuseppe La Grutta, accogliendo il ricorso del sacerdote al quale fu consentito di discutere nuovamente la tesi davanti ad un'altra commissione, quella che l'ha laureato col massimo dei voti. Nel frattempo la vicenda si complicò perché don Serino fu denunciato alla magistratura per plagio da un assistente del prof. Plebe, accusandolo d'aver copiato buona parte della tesi da altre due discusse nel 1970 all'università di Milano. Il sacerdote ha reagito subito denunciando per calunnia l'assistente Gianni Puglisi. Nel ricorso al Consiglio di Stato il prof. Plebe sostiene che la Commissione che ha laureato don Serino è stata costituita irregolarmente perché composta di professori estranei alla materia in cui si laureava il sacerdote. Biella, 15 luglio — Un pensionato di Prolungo, Giovanni Bellomo, 71 anni, poco prima delle 14 è stato trovato morto, in mezzo alla strada, da alcuni passanti. Un medico ha poi accertato che l'uomo è stato stroncato da una paralisi cardiaca.