Austerità, ma in zibellino

Austerità, ma in zibellino A Roma le sfilate dell'Alta Moda per l'autunno-inverno Austerità, ma in zibellino Faraonico spiegamento di modelli, ermellini candidi e visoni sontuosi nelle collezioni dei pellicciai - Ma c'è anche chi ha optato per una eleganza più adatta al momento attuale Con Martieri la Russia ha fatto la sua prima apparizione: sotto le giacche in cammello con risvolti o bordi baciati in volpe o in lupo, c'è la casacca in seta degli ussari; le grandi redingotes d'un marrone scurissimo scannellano l'orlo in fasce di visone alla zarina, equilibrate da immensi cappelli con ala di pelliccia; ci sono complicati alamari a chiudere le dilatate mantelle da ufficiale dell'armata a cavallo. Una donna d'inverno che non dimentica i pantaloni, ma adora gli stivali alti e appuntiti sul polpaccio, scavati dopo il ginocchio, con tacco pronunciato e sempre marroni; indulge per giacche e pellegrine al folk discreto raggiunto in atelier con ricami e punti a festone; e di sera sceglie il marrone drammatico e puro per gli abiti in chiffon, il nero marezzato di giaietto d'oro e d'argento per i due pezzi da balletto russo. I due pellicciai romani, Ripa e Melchiorri che hanno sfilato stamani, si son dimostrati provvisti di tutte le carte in regola per aprire degnamente la settimana della moda italiana. Li accomuna il rigore d'uno sforzo creativo, la coerenza d'una ricerca stilistica che tiene conto non solo dei desideri di una donna ancorata alla realtà ma del momento attuale, sentendolo come un ostacolo eccitante e un invito al coraggio. Di ritorno dai successi di New York, Giancarlo Ripa ha gli occhi colmi di immagini della Quinta Strada, dell'eleganza casuale adatta al Central Park come a Manhattan, dei giochi di scanzonate trasparenze in carattere con le luci di Broadway. E' un modo noncurante di vestire in pelliccia: i cardigan di visone dalla luce mutevole, grazie alla lavorazione ad incastro in diagonale, in spinati esìli o vasti, si portano sitila gonna svasata di tweed, su bluse d'un beige rosato che aumenta di tono fino al bois de rose per i trench di ermellino, stretti in vita da un elastico tubolare in pelle. Sciarpe al collo in visone cotelé, bordata di chevron la falda obliqua della cloche, la donna di Ripa è dinamica e voluttuosa nei suoi mantelli a spolverino o con profondo piego ne libero nel dorso, ora in persiano ora in visone, a coste, lìsci, con rilievi bombati che destano in senso opposto luci e opacità contrastanti. Tutto appare lieve, flou. Diversissima e ugualmente riuscita la collezione di Giambattista Vannozzì per Melchiorri. Il grigio è quello del Mare del Nord, delle tempe¬ ste, delle perle difficili, il marron rivela le vicissitudini d'una zattera, il nero è quello dello scoglio imporrito dai marosi. E tra beige sabbia e grigi di bufera, c'è la corda delle sartie e la flanella, dei sottanoni, il gessato dei pantaloni larghissimi. La collezione ha un nome, lupo di mare. Cappotti da nostromo cupamente grigi, giacconi con cappuccio, cuciti e bordati di vera corda come li avesse lavorati un pescatore, tutto portato su pulì di lana a collo alto, realizzati a mano; e marinare sciolte e ariose in visone perla, in breitschwantz color temporale, in persiano color pietra, con le spalle scese, le maniche tre quarti da cui spunta il maglione beige e grigio. Un'eleganza fra orgogliosa e canaille che inventa scamiciati in persiano su gonne e cardigan di maglia, sciarpe e scialli di visone per le casacche di lontra e castoro e chiede aiuto a lavorazioni di avanguardia per la pelliccia double-face (in visone e volpe) o chiné in quattro sfumature irte e minute alla Klee del beige e dell'avana. Ma la sera i lunghi abiti in zibellino, in visone non sono altro che marinare prolungate, fra una pelle e l'altra. Lucia Sollazzo femminile, sulle dieci di pellicceria spirerà aria di Russia, che cracovìane contadinelle, ucraine fanciulle e zarine, ovviamente fastose, circoleranno a più riprese sulle passerelle romane. Come dire che la tendenza alle forme voluminose, cadenti e molli, pizzicate tuttavia dal gentile morso del filone folk, continua sotto l'imperio di colori fondi, in testa il marron e il nero. Del milanese Franco, piacevoli, in color castagna, avana, marrone freddo e beige acceso, i tailleur con la gonna a campana come le maniche delle giacche, ora diritte, con piccoli tagli ad arco nel dorso o alla vita, ora blusanti da una basca che arieggia il giubbotto; e tutti i giochi di colore nello sfondo piega delle gonne a cannoni, nelle finte scamiciature dei vestiti in seta o in lana sotto i mantelli mollemente svasati, nelle maniche e nei polsi di pelliccia che animano altri abiti sottili per giacche di taglio pipistrello. (Dal n^-tro inviato speciale) lioma, 15 luglio. Tre abiti da sera nei colori della bandiera italiana e il coro dal Nabucco, «Va pensiero sulle ali dorate» come sottofondo musicale, ecco due modi per neutralizzare i rimorsi dell'alta moda, che da ieri presenta a Roma le novità d'autunno, in piena e crescente austerity. Ce ne sono altri meno vistosi ma piii utili: velare il prezioso fourreau di breitschwantz con un mantello nuvola di chiffon in tìnta, nascondere sotto il trench impermeabile l'affusolato abito di zibellino. Oboli sacrificati ad un'eventuale contestazione, di cui non si è certo preoccupato Sergio Saldano, pellicciaio delle dive, con il suo faraonico spiegamento di modelli superstar. Più aderenti alla realtà i due sarti, che nel pomeriggio d'una Roma domenicale deserta, hanno inaugurato le sfilate della moda autunno-inverno 1974-75. Si sussurra che sulle ventun sartorie di moda

Persone citate: Giambattista Vannozzì, Giancarlo Ripa, Klee, Lucia Sollazzo, Melchiorri, Ripa, Sergio Saldano

Luoghi citati: Manhattan, New York, Roma, Russia