Cee: per ora niente prestiti di Renato Proni

Cee: per ora niente prestiti La riunione di Bruxelles Cee: per ora niente prestiti Il Consiglio ha rinviato la decisione sulle richieste dei Paesi con bilancia deficitaria (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 15 luglio. La Comunità Economica Europea esita prima di dare la sua solidarietà finanziaria ai Paesi in maggiori difficoltà per il deficit della bilancia dei pagamenti. Infatti, oggi il Consiglio dei ministri delle Finanze ha rinviato al 16 settembre ogni decisione sul progetto di raccogliere prestiti con garanzie comunitarie, nonostante il nostro ministro Emilio Colombo avesse dato chiaramente ad intendere che l'Italia è favorevole a questo dispositivo di solidarietà. Una decisione non è stata possibile a causa dell'opposizione della Repubblica Federale Tedesca e anche del Regno Unito, che pure si trova in una situazione analoga a quella italiana, perché si teme che questi prestiti internazionali favoriscano l'espansione dei consumi e l'inflazione. La Commissione europea vorrebbe assicurarsi un prestito di 5 o 10 miliardi di dollari a favore dei Paesi con bilancia dei pagamenti pesantemente passiva e soprattutto dell'Italia. Il deficit globale delle bilance dei pagamenti dei nove paesi della Cee quest'anno si aggirerà sui venti miliardi di dollari, quindi è evidente che un sostegno finanziario internazionale in petrodollari sia opportuno per rimediare al deficit. Il consiglio, tuttavia, si è limitato ad incaricare il comitato dei governatori delle banche centrali e quello monetario della Cee di mettere a punto un dispositivo di intervento per i prestiti internazionali in caso sia presa una decisione al proposito. Per l'Italia, che ufficialmente non aveva sollecitato alcun prestito ma che potrebbe utilizzarlo a suo vantaggio, questo rinvio è delu dente. Così ci è sembrato di capire anche dall'atteggiamento del ministro del tesoro Emilio Colombo. L'Italia, secondo alcuni esponenti della Commissione europea, ha invece bisogno di prestiti internazionali con garanzia comunitaria (preferibili, secondo Bruxelles, a quelli americani) perché essa possa attutire gli effetti sull'occupazione della lotta contro l'inflazione e attuare investimenti per la trasformazione delle sue strutture economiche, sociali e regionali. Sul tema della lotta contro l'inflazione, i ministri delle Finanze e la Commissione europea, che era rappresentata in consiglio, hanno dimostrato comprensione verso politiche che. pur contenendo il tasso inflazionistico, non riducano la domanda globale al punto di provocare il fenomeno della disoccupazione di massa. I ministri si sono detti d'accordo che occorre distinguere, nell'applicazione delle misure antinflazionistiche, fra i Paesi le cui bilance dei pagamenti sono in deficit e quelli che hanno un'eccedenza. Si è del parere, come ha detto l'on. Colombo, che la politica antinflazionistica e quella per risanare i deficit della bilancia dei pagamenti debbano essere complementate dai Paesi in surplus e questo dovrebbe essere un aspetto essenziale della solidarietà comunitaria. In linea di massima, c'è accordo teorico tra i nove paesi della Cee che le nazioni deficitarie dovranno adottare provvedimenti contenenti la domanda, mentre i paesi eccedentari devono svolgere un'azione che mantenga il livello della domanda senza esercitare pressione sui prezzi. E' evidente infatti che se tutti cercassero di migliorare la loro bilancia deipagamenti, i paesi già deficitari peggiorerebbero la loro posizione. Questo principio economico approvato potrebbe quindi avere un certo effetto positivo per la bilancia dei pagamenti italiana. Ciascun ministro ha anche illustrato al Consiglio, nel quadro della discussione della coordinazione delle politiche economiche, le misure adottate e quelle previste per far fronte all'inflazione galoppante, che varia dal 7,5 per cento nella Germania Federale al 18 per cento in Italia. Il ministro Colombo ha dichiarato, dopo avere esposto i recenti provvedimenti del nostro governo, che la politica congiunturale svolta dall'Italia deve concatenarsi con l'inizio della politica a medio termine per la realizzazione della modifica dei criteri di sviluppo economico dell'Italia, cioè il risanamento delle finanze pubbliche, la migliore redistribuzione del reddito, gli investimenti nel Mezzogiorno, nell'agricoltura, nei trasporti, nell'edilizia popolare e dn certi consumi sociali. Il ministro Colombo ha poi annunciato che ci sono sintomi di miglioramenti per la nostra bilancia dei pagamenti. Non se ne conoscono le cause, ma una di esse è senz'altro il rientro dei capitali dall'estero. E' comunque impossibile sapere se il miglioramento è durevole o di tipo transitorio. Non si è invece discusso del problema del consolidamento per due anni del prestito monetario a breve termine della Cee per circa mille miliardi di lire, che scade il 18 settembre. Alcuni Paesi, in sede di comitato monetario, hanno espresso l'opinione che questo prestito debba essere rinnovato solo per tre mesi. Renato Proni

Persone citate: Emilio Colombo