Il governo può durare di Giovanni TrovatiGiancarlo Fossi
Il governo può durare Il governo può durare (Dal nostro corrispondente) Roma, 15 luglio. Il capogruppo comunista alla Camera, Natta, ha dichiarato che il pei non si propone di mettere in crisi il governo, però chiede una modifica sostanziale dei decreti. Lama, in un'intervista ad Oggi, afferma che il sindacato non intende prendere il governo come bersaglio della propria azione e non respinge « in toto » i decreti, però dice che « essendo questi frutto di decisioni umane, possono essere perfezionati ». Le parole dì Natta e di Lama sembrano dare respiro al centro-sinistra e soprattutto Quelle di Lama tolgono da un serio imbarazzo i socialisti, i quali ripetono di non potere stare in una coalizione alla quale i sindacati facciano la guerra. Per scongiurare questa guerra nelle fabbriche e quella del pei in Parlamento è necessario che i decreti siano modificati. In settimana Rumor intende convocare i ministri per vedere insieme quali richieste si possono accogliere senza snaturare i provvedimenti. I socialisti, che la scorsa settimana sembravano essere poco convinti di questo governo, e parlavano di patti non rispettati, oggi in un comanicato della segreteria sottolineano soddisfatti che la prossima riunione del comitato del credito renderà « effettivamente operante la contestualità tra prelievo fiscale e misure creditizie », e ripetono che non sarà impossibile introdurre modifiche ai decreti « per una migliore distribuzione degli oneri ». Di conseguenza si dovrebbe ritenere che il governo sia in grado di superare anche questo difficile momento parlamentare e di arrivare al confron¬ to politico di fine settembre con una situazione economica le quindi generale) che invece di continuare a tendere al peggio possa dar segni, anche se timidi, di invertire la tendenza. Una crisi di governo oggi preoccupa tutti, non solo perché in agosto fa caldo, ma perché non si vedono soluzioni diverse. Crediamo si debba sottolineare un altro punto della intervista di Lama. In un passato prossimo egli si era pronunciato a favore di un governo di emergenza, suggerendo addirittura la formula, quella del Cln. Ma il pei gli aveva dato sulla voce. Lama ora precisa che il sindacato non può proporre formule politiche, ma offrire solo indicazioni programmatiche. Aggiunge che «se il centro sinistra non è capace di fare le riforme ha esaurito la sua funzione », timidamente osa dire che « al di là del centro sinistra, se si cerca si può trovare ». (E' una frase vaga. « Al di là » significa un avvicinamento del pei all'area governativa?). Ma «la maggiore preoccupazione in assoluto è che la guida del paese resti in mano a forze democratiche ». Il dibattito in aula sui decreti, l'incertezza dei sindacati nel darsi una linea di condotta (tuttora sono divisi sulla interpretazione dei fischi di Torino e di Milano e sulla non soddisfacente partecipazione agli scioperi regionali) sono due elementi che inducono a riconsiderare il rapporto delle confederazioni con il governo e delle confederazioni con la Confindustria. Sono sempre più numerosi i deputati che si lamentano del vuoto lasciato dai partiti (un tema che domani sarà discusso dal grup¬ po democristiano delle Camere e che entrerà anche nel dibattito del consiglio nazionale) e che chiedono alle forze politiche di riprendere quel terreno che hanno ceduto ai sindacati. Non vogliamo essere ridotti a ratificare, dicono, le decisioni che i sindacati hanno imposto al governo. Ma è lo stesso sindacato a capire che porsi il governo come interlocutore unico può portare a risultati « travalicanti ». Lama entra nel tema del rapporto con la Confindustria (« che rispetto alla gestione precedente dimostra maggiore dinamismo e anche un maggiore impegno su problemi che non sono unicamente di gestione aziendale»), respinge il patto sociale (« perché tra operai e padroni esiste un antagonismo che non si può sanare »), non crede a « possibilità di tregua », tuttavia riconosce che esistono « terreni sui quali, per un certo periodo e per interessi diversi, ci si trova insieme ». Il segretario della Cgil annuncia che probabilmente in settembre tra sindacato e Confindustria si aprirà una larga trattativa. Non è molto che il sindacato aveva respinto un'eguale proposta della Confindustria, affermando di considerare solo interlocutore il governo. La nuova posizione, che viene dopo una laboriosa non facile esperienza, ci pare più costituzionale ed anche più idonea ad impegnare, entro il loro ruolo, tutte le forze della produzione (lavoratori e datori di lavoro) e quelle politiche. Giovanni Trovati (.A pag. 2: vertice dei sindacati per lo sciopero «simbolico» di Giancarlo Fossi)
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