Torino - Riaperto l'Egizio che tutto il mondo ci invidia di Angelo Dragone

Torino - Riaperto l'Egizio che tutto il mondo ci invidia Torino - Riaperto l'Egizio che tutto il mondo ci invidia Dall'altro ieri, al termine dello sciopero regionale, il Museo Egizio di Torino è stato in buona parte riaperto al pubblico. Le si deve non tanto alle platoniche assicurazioni del ministero dove, in questa materia, i verbi continuano ad essere coniugati unicamente al futuro, quanto all'iniziativa del prof. Umberto Chierici, soprintendente ai Monumenti del Piemonte. Con un gesto che ha voluto essere di solidarietà verso il collega, ma soprattutto nei riguardi di Torino che sarebbe rimasta priva del suo maggior museo, il prof. Chierici costretto a chiudere Palazzo Reale per tutto luglio per carenza di personale — ha pensato di mettere a disposizione del prof. Curto i tre o quattro custodi che, insufficienti per assicurare un minimo di servizio nella reggia, avrebbero potuto invece utilmente completare i turni di custodia del Museo Egizio. La situazione dei musei torinesi — e soprattutto di quelli statali — rimane tuttavia grave. Ed è venuta dunque a buon punto la presa di posizione dei sindacati che è servita ancora una volta a denunciare l'inerzia degli uffici centrali. La clamorosa chiusura di musei famosi nel mondo intero, come l'Egizio a Torino e quello di Brera a Milano, ha infatti messo in evidenza i fondati motivi dell'agitazione. Da anni il personale si è venuto assottigliando per pensionamenti, diciamo, naturali (in quanto si trattava di gente che aveva raggiunto i limiti di età) e per il meglio retribuito sfollamento volontario di altri. Ciò nonostante non si sono fatti i necessari concorsi. Così al Museo Egizio i custodi sono rimasti in diciassette, dai quali bisogna togliere altri quattro passati negli uffici, due per sostituire (pur senza i relativi benefici finanziari) un economo andato in pensione e un restauratore mai concesso, un terzo come aiuto archivista, e il quarto come usciere alla mattina, in quanto di pomeriggio ad aprire la porta a chi si presenta è, per necessità, il soprintendente in persona. Altri motivi di disagio sono poi: il mancato ripristino dell'indennità tolta ai guardiani notturni (ch'era in realtà un « premio di rischio »); la mancata assegnazione, da quattro anni, delle divise che il Provveditorato generale dello Stato è tenuto a fornire periodicamente al personale di custodia; il divieto di gestire la vendita di cataloghi e riproduzioni che non tiene neppure conto dei furti che nei momenti di maggiore ressa si riscontrano con i relativi ammanchi (attualmente coperti... di tasca del soprintendente!). Molti papiri Il Museo Egizio è stato dunque riaperto, ma il visitatore può accedere soltanto alle sale dello Statuario e della Cappella di Ellessija, a pianterreno, e, sopra, agli ambienti dedicati alle mummie, alla piccola scultura e, lungo la galleria, ai reperti di epoche diverse, con la tomba di Màje, pittore della necropoli tebana, e quella, ritrovata intatta, di Hàje. Restano ancora chiuse, infatti, le sale dove sono conservati i dipinti, i papiri e i documenti dell'antica civiltà egizia. Palazzo Reale, Castelli di Moncalieri e di Agli'e. Il prof. Chierici ha confermato la chiusura di Palazzo Reale per tutto luglio. Ritiene tuttavia di poter riaprire al pubblico la reggia, da agosto, per quattro volte alla settimana (probabilmente il martedì, il giovedì, sabato e domenica). Mancando il custode, dall'anno scorso non è possibile visitare gli appartamenti del Castello di Moncalieri che è anche sede di un Battaglione di Carabinieri: peccato che non si possa chiedere il « comando » d'un piantone col quale la « Benemerita » acquisterebbe nuove benemerenze in campo culturale. Regolarmente aperto è, viceversa, il Castello di Agliè. Nella Sabauda Armeria Reale. Dipendente dalla Soprintendenza alle Gallerie, è chiusa dal gennaio del 1969, per il riordino delle collezioni e per una radicale sistemazione degli ambienti. Doveva riaprirsi nel '71, ma i fondi arrivano con lentezza esasperante. Il costo assunto oggi dal denaro non consente alle ditte di esporsi troppo o di indebitarsi, senza sapere quando verranno pagate. Se si potessero almeno ultimare i lavori in corso, il prof. Mazzini tenterebbe di riaprirla almeno in parte in autunno. Ma da troppo tempo, anche con i fondi stanziati, è difficile che i lavori possano procedere a causa del continuo ritardo nei pagamenti. Alla fine dell'anno, poi, ciò che non è stato speso « scade » e bisogna ricominciare a chiedere e ad attendere inutilmente. Museo Archeologico. Costretto nei vecchi locali del Palazzo dell'Accademia delle Scienze in attesa della nuova sede (in fondo ai Giardini Reali), il Museo Archeologico è normalmente aperto, ma c'è il rischio che nonostante il vecchio stanziamento di 277 milioni, in corso Regina Mar¬ gherita si debba segnare il passo riaprendo così a Torino un caso analogo a quello della Biblioteca Nazionale i cui lavori si trascinarono per quasi vent'anni prima di giungere al compimento. Sabauda. La situazione è definita « grave » dal prof. Mazzini e anche il pubblico può ben rendersene conto di fronte al frettoloso sgombro delle collezioni di dipinti fiamminghi e olandesi sui quali c'era pericolo che piovesse, e alla conseguente chiusura di queste sale che sono tra le più significative della pinacoteca. Com'è noto (a tutti fuorché al ministero, si direbbe!), da quasi sei anni l'impianto di termoventilazione è fuori uso. Ma quella manutenzione che all'inizio sarebbe forse potuta bastare, dopo tanto tempo renderà indispensabile il rinnovamento dell'impianto cui si dovrà accompagnare una radicale sistemazione dei lucernari. Con una ventina di custodi sulla carta, che con turni, ferie e ! recuperi si riducono a volte a sei soli disponibili, si sono dovute chiudere naturalmente altre sale: quelle dei maestri stranieri e quelle della collezione Gualino. Palazzo Madama. Se i musei statali sono all'estremo, quelli civici incominciano a rivelare sintomi di malattia. Nei giorni scorsi Palazzo Madama era visitabile soltanto in parte. Sono chiuse da tempo, infatti, le sale del secondo piano dove sono esposte le ceramiche, i tessuti, gli smalti, gli oggetti d'avorio, i vetri e gli ori dipinti, le rilegature antiche, cioè tutto il complesso delle cosiddette « arti minori » di cui il Museo è particolarmente ricco. Per non chiudere anche il primo piano, il dott. Passoni, direttore reggente, ha pensato di trasferire temporaneamente a Palazzo Madama alcuni custodi del Museo Pietro Micca che al mattino è poco visitato. Angelo Dragone

Luoghi citati: Agliè, Milano, Moncalieri, Piemonte, Torino