La "prigione,, di Mario Berrino era a due chilometri da Alessio

La "prigione,, di Mario Berrino era a due chilometri da Alessio L'inventore del "muretto,, è stato liberato dai rapitori La "prigione,, di Mario Berrino era a due chilometri da Alessio Appena saputo del rilascio la polizia ha scatenato una gigantesca caccia ai banditi che si estende a tutta la Liguria, al Piemonte ed alla Versilia - Alcuni fermi nella tarda serata : uno di essi è un giovane alassino già condannato per una rapina - Si cerca anche il misterioso prete che avrebbe fatto da mediatore per il riscatto (Dal nostro inviato speciale) Alassio, 12 luglio. Dopo 85 ore di prigionia Mario Berrino è tornato in libertà ed ha potuto riabbracciare i propri familiari. Puntualmente proprio oggi, venerdì, il giorno che sin dall'inizio di questa vicenda, era stato indicato come quello conclusivo. E mentre il pittore alassino, proprietario del caffè Roma, raccontava ai giornalisti la meccanica del rapimento, avvenuto nella notte fra lunedi e martedì, gli inquirenti erano impegnati in una gigantesca caccia all'uomo, estesa a tutta la Liguria, al Piemonte ed alla Versilia. In un primo tempo sembrava che la banda si fosse diretta proprio verso il Piemonte, La situazione, dunque, pare ancora abbastanza confusa, ed a confonderla contribuiscono le versioni che, sulle modalità del rilascio di Mario Berrino, sono state fornite. Una è quella ufficiale, dei carabinieri, che per primi hanno avuto a disposizione il sequestrato; l'altra è quella raccolta dalla viva voce di testimoni oculari. In questo caso, ovviamente, non si può far altro che riferire. Vediamo dunque come Mario Berrino è tornato, oggi pomeriggio, ad Alassio. La. notte precedente c'era stato movimento, su a villa Ibiza: a due o tre riprese, Giorgio e Adriano Berrino, fratelli del sequestrato, si erano allontanati in auto facendo ritorno a più o meno lunga distanza. Un viavai insolito che faceva pensare ad un'imminente conclusione della vicenda. Stamane, comunque, alle 9,30, all'appuntamento quotidiano con l'avv. Ricci, la risposta era stata come al solito: « Niente di nuovo. I giornalisti cercano di ammazzare il tempo in attesa di qualcosa che si avverte nell'aria. Verso le 14, la prima avvisaglia. Un informatore telefona: «Ho visto Berrino in canottiera su una macchina dei carabinieri che è partita a tutta velocità ». Mentre stiamo per precipitarci alla tenenza di Alassio, una sirena lacera l'aria: una « Giulia » blu col tetto bianco sta procedendo a tutta velocità verso Albenga: sul sedile posteriore ci sembra di vedere proprio lui, Mario Berrino. Saliamo in massa a villa Ibiza e abbiamo conferma che il pittore è stato liberato. Intanto una prima testimonianza, quella di Sisto Pelle, ex sindaco di Alassio: « Stavo camminando sul marciapiedi, la vettura dei carabinieri mi è passata sotto il naso e Mario mi ha salutato con la mano dall'interno ». Poco dopo sapremo che Mario Berrino è stato visto scendere dalla caserma dei carabinieri, salire sulla vettura. Un milite gli ha gettato una coperta addosso. Il capitano Cetola lo sta accompagnando a grande velocità al comando compagnia di Albenga, Siamo tutti, giornalisti, fotografi e curiosi, davanti al cancello di villa Ibiza, in paziente attesa che Berrino torni. Giunge una ragazza torinese di 17 anni, Graziella Gobetto. Passa le vacanze al camping « La Vedetta », situato poco sopra l'Aurelia, a Levante di Alassio, a Capo Santa Croce. Racconta: « Saranno state le 1345, quando ho visto Mario Berrino giungere al campeggio. Aveva pantaloni marrone, indossava la canottiera e teneva la camicia sotto il braccio. Si è fatto riconoscere dalla segretaria del camping, ha detto di stare benissimo, di non aver bisogno di nulla, poi è sceso sull'Aurelio e si è seduto sul muricciolo ». Da dove arrivava? «Dai monti soprastanti le tende. Sull'Aurelia — prosegue la Tagazza — lo ha raggiunto Paolo Damante, titolare del campeggio e lo ha fatto salire sulla propria moto. Poco prima era transitata un'auto dei carabinieri diretta verso Albenga e il Damonte è andato in quella direzione, forse con l'intenzione di raggiungerla. Pochi istanti dopo, però. Damante e Berrino sono tornati indietro e hanno proseguito per Alassio ». Chiediamo ad un sottufficiale dei carabinieri come abbiano fatto loro ad intercettare il Berrino, visto che proprio all'inizio della cittadina, c'è un posto di blocco della polizia stradale. « Una vettura con il capitano Cetola a bordo — è la risposta — to ha intercettato tra il posto di blocco ed il camping». Una meccanica, come si vede, che non dovrebbe prestara il fianco a dubbi e non dovrebbe nemmeno intralciare il corso delle indagini. Eppure la versione ufficiale, fornita dal capitano Martis, comandante la compagnia di Albenga, è ben diversa. Come avete fatto — gli chiediamo — ad arrivare per primi sul Berrino? «E' Berrino che è venuto da noi — risponde l'ufficiale — Si è presentato alla caserma di Albenga, giungendo con una moto ». Ma non ci sono posti di blocco lungo l'Aurelia, verso Albenga? « Certamente, ce n'è uno della Polizia, ma Berrino non è stato riconosciuto », dice il ten. col. Caputo. Secondo il racconto ufficiale, Mario Berrino avrebbe trascorso 85 ore all'aperto, in una boscaglia, nei dintorni di Solva, una frazione di Alassio, distante, in linea d'aria, circa due chilometri da villa Ibiza. Sempre in quel posto, senza alcun trasferimento, nemmeno nei momenti culminanti delle ricerche effettuate con elicotteri e pattuglie cinofìle. Si stenta a crederlo, anche se tutto, a questo punto, può sembrare verosimile in una vicenda che, anziché semplificarsi, sembra diventare sempre più complicata, proprio adesso che si è conclusa. Si chiede a Mario Berrino: dal momento del rilascio a quello del suo arrivo al camping, quanto tempo è trascorso? « Non saprei, un'ora, forse meno ». Vittorio Preve Alassio. Mario Berrino, poco dopo il rilascio, tra la moglie e due figlie nella sua villa (telefoto « La Stampa »)