Eliminati dopo contrasti centinaia di enti inutili di Gianfranco Franci

Eliminati dopo contrasti centinaia di enti inutili Dieci ore di seduta alla Camera Eliminati dopo contrasti centinaia di enti inutili La maggioranza di centro-sinistra si è divisa durante l'esame della legge - Acceso dibattito in aula sul numero degli enti da conservare (Nostro servizio particolare) Roma, 12 luglio. Al termine di una seduta durata, salvo due brevi interruzioni, dieci ore e mezzo, la Camera ha approvato alle tre della notte scorsa, tra molti contrasti all'interno della stessa maggioranza di governo, la legge che sopprime alcune centinaia di enti pubblici superflui ed unifica il trattamento economico e pensionistico dei dipendenti parastatali. L'esito della votazione a scrutinio segreto ha dato il seguente risultato: votanti 400; hanno votato in favore 229 deputati (democristiani, socialisti e socialdemocratici); contro 171 (comunisti, indipendenti di sinistra e repubblicani); 12 si sono astenuti (i missini). La legge passa ora al Senato per la definitiva sanzione. Anche durante l'esame dei quaranta articoli che compongono il provvedimento e degli innumerevoli emendamenti presentati da tutte le parti politiche, la maggioranza di centro-sinistra si era più volte spaccata, provocando schieramenti eterogenei. Le divergenze maggiori hanno riguardato l'entità degli straordinari da consentire negli enti parastatali in situazioni temporanee e contingenti, gli articoli che fissano le norme sui ruoli, le qualifiche e le classi di stipendio e soprattutto la richiesta di eliminare taluni enti considerati feudi clientelari della de: la loro eliminazione è stata bloccata in extremis con lievi scarti di voti in una serie di scrutini segreti per i quali il gruppo di maggioranza ha chiamato a raccolta in piena notte tutti i suoi membri presenti a Roma, compresi ministri e sottosegretari. Sul primo punto, democri' stiani e socialdemocratici voI levano elevare il massimo de¬ gli straordinari a 300 ore anziché 250, ma sono stati battuti da una maggioranza che ha visto insieme comunisti, socialisti, repubblicani e missini e che si è ripetuta anche quando, in via subordinata, è stato proposto di concedere alla presidenza del consiglio la facoltà di autorizzare un numero più elevato di ore straordinarie in caso di esigenze eccezionali. Alle norme sui ruoli, le qualifiche e le classi di stipendio le critiche più vivaci sono state mosse dai repubblicani, i quali ne chiedevano la soppressione o almeno la modifica essenso troppo onerose per lo Stato e rimproveravano un po' a tutti gli altri gruppi di non sapersi sottrarre alle pressioni corporative e di non collaborare con chi tenta di limitare l'aumento della spesa pubblica corrente. Le dispute hanno assunto il tono di vera battaglia quando si è trattato di discutere sull'ampliamento e sulla riduzione del numero degli enti da conservare, oltre quelli ritenuti «indispensabili». La tabella allegata alla legge ne comprendeva novanta, ma pri e pei hanno chiesto che fosse soppresso, per affidarlo all'Inps, il servizio contributi agricoli unificati (Scau), un ramo della «bonomiana», e l'opera nazionale pensionati. Ai gruppi si era unito il psi nel volere la eliminazione dell'Ente assistenza agli orfani dei lavoratori (Enaoli) e l'Opera nazionale maternità e infanzia (Onmi), che è stata al centro di numerose vicende giudiziarie come avvenne per gli asili nido e per lo scandalo in cui fu coinvolto l'ex sindaco d< Roma Amerigo Petrucci. All'ultimo momento socialisti e de hanno però raggiunto un compromesso su un documento de che prevede una urgente riforma di questi organismi e ciò è servito a salvarli. Lo stesso schieramento ha chiesto la soppressione degli enti di sviluppo agricolo (tra cui l'Ente Maremma, creata vent'anni fa da Fanfani, e l'Ente per il delta padano); quattro deputati de hanno a loro volta sollecitato l'aboli- Gianfranco Franci (Continua a pagina 2 in terza colonna)

Persone citate: Amerigo Petrucci, Fanfani

Luoghi citati: Roma