Brescia: si cerca un fascista (scomparso) fu visto vicino alla piazza con una borsa di Giuliano Marchesini

Brescia: si cerca un fascista (scomparso) fu visto vicino alla piazza con una borsa Si stanno avviando a conclusione le indagini per la strage? Brescia: si cerca un fascista (scomparso) fu visto vicino alla piazza con una borsa Si tratta di un giovane d'estrema destra, notato vicino a piazza della Loggia il giorno dell'eccidio - Interrogato tempo fa sostenne di non essersi mosso da Milano, ma ci sono testimonianze che lo smentiscono - Due arresti per reticenza (Dal nostro inviato speciale) Brescia, 11 luglio. Adesso l'inchiesta dovrebbe dire chi tirava i fili che muovevano Carlo Fumagalli e i suoi camerati dei gruppi del «Movimento di azione rivoluzionaria», che si proponeva di cospargere di terrore il paese per preparare l'avvento di una repubblica presidenziale. E' evidente, infatti, che al i capofila del Mar il fanatico | progetto fascista assegnava il compito di aprire i varchi, con lanci di bombe e quanto altro era nel repertorio della violenza nera. All'uomo della Valtellina, insomma, era affidata la prima parte del pianificato attacco alle istituzioni democratiche. Al resto avrebbero pensato altri. Chi siano questi altri personaggi, probabilmente molto più potenti di Fumagalli, resta un mistero impenetrabile. «Le indagini — dicono gli inquirenti — si sviluppano sulla base di tutto il materiale che finora è stato possibile raccogliere. Occore approfondire certe cose, mettere insieme altri elementi. Pensiamo che presto la situazione possa evolversi». Quello che sino ad ora si è potuto accertare è che Carlo ! Fumagalli stava nel mezzo dell'operazione «golpe», fun- !geva da intermediario, distribuiva gli incarichi ai camerati che andavano a comporre le squadre di assalto. L'uomo del Mar era una specie di programmatore del furore fascista. In una delle imputazioni a carico di 17 degli arrestati, quella in cui si parla di «fatti diretti a suscitare la guerra | civile», c'è una fila di cose ! i | f°J^, °lvise ! ! fFP^^l'^JeL?^^ che questi squadristi si proponevano di fare. Ecco le principali: eseguire e far eseguire agli appartenenti alla associazione esercitazioni con armi da guerra ed esplosivi; creare depositi cU armi e munizioni in più loca-1 lità; allestire equipaggiamenti militari; con automezzi idonei (Land Rover e simili), con viveri di lunga conservaarmi bianche (pugnali, baionette, eccetera) e tutto il necessario, usando le armi dei vari depositi, per operazioni terroristiche rapide in Valtellina e in altre regioni d'Italia; apprestare strumenti ed apparecchiature idonee ad intercettare o disturbare le trasmissioni radio; preparare chiodi a quattro punte da gettare per le strade di varie città, per bloccare il traffico e creare disordini; approntare tutto il necessario (detonatori, componenti chimici, esplosivi, teste di chiodi, calamite) per confezionare bombe di diverso tipo, per attentati di vario genere; fare esplodere ordigni, in località e tempi diversi, per incutere terrore, suscitare disordini e attentare alla sicurezza pubblica. Secondo quanto si è potuto ti, nell'imminenza del referen! dum sul divorzio, avrebbe dovuto essere l'assalto alla caserma dei carabinieri di Tirano, in Valtellina: di qui il commando nero, con una grossa e potente radio, avrebbe lanciato un delirante proclama. Poi la catena delle incursioni terroristiche si sarebbe allungata. Ma chi commissionava a Fumagalli e ai suoi gruppi paramilitari questa serie diforsennate aggressioni fasciste? L'uomo del Mar deve saperlo. «Speriamo — dicono gli inquirenti — che alla fine si decida a rivelare chi stava al di sopra di lui». Intanto l'inchiesta va in cerca di altre diramazioni della trama nera. Ieri il giudice istruttore di Brescia, Giovanni Arcai, ed il comandante del nucleo investigativo dei carabinieri, capitano Delfino sono andati sull'appennino emiliano, hanno eseguito sopralluoghi al passo del Cerreto, a Borgonovo nei monti, a Casina. E' corsa voce che in quei luoghi potesse esservi stato, di recente, qualche covo delle «brigate rosse». Naturalmente, gli inquirenti hanno amntenuto un rigoroso riserbo. Ma rimane il sospetto, e del resto l'indagine ha stabilito che il terrorismo fascista intendeva anche mascherarsi sotto l'etichetta opposta, creare una fittizia mescolanza di colori. Vi sono, a questo proposito, episodi particolarmente significativi. Il 26 novembre del 1971, a Moniga del Garda, un drappello nero andò a depor- re un ordigno nella villa di un1 cesponente della sinistra democristiana. Sul muro di cinta, gli autori dell'incursione tracciarono questa frase: «Morte ai fascisti SS», e l'avanguardista Alessandro D'Intino, bloccato al campo paramilitare di Piano del Rascino dopo il tragico conflitto a fuoco con i carabinieri, esclamò: «Siamo delle brigate ros-1 se». Poi dovette arrendersi al-1 l'evidenza: Il giudice istruttore ed il capitano Delfino sono tornati in città ieri a tarda sera: si dice anche che abbiano sostato a Bologna per alcuni accertamenti: secondo le voci, avrebbero controllato un conto bancario intestato a Carlo Fumagalli, per qualche miliardo. Ma la circostanza non è stata confermata dagli inquirenti. Per l'inchiesta sulla strage di piazza della Loggia.il cammino è sempre molto faticoso, cosparso di ostacoli. Ieri sera il sostituto procuratore Vino è tornato a palazzo di giustizia e vi è rimasto sino alle 2 del mattino: ha sottoposto alcune persone ad interrogatorio. La nottata si è conclusa con altri due arresti per reticenza: si tratta di Giorgio Ottelli, 23 anni, e Benito B., minorenne. Intanto si continua a cercare quel giovane che fu visto con una borsa di plastica davanti ad una chiesa ad una cinquantina di metri da piazza della Loggia, il mattino in cui avvenne l'eecidio. E' un fascista di Milano, era già stato interrogato durante la prima fase dell'in- sdsss(sdRspdsptdaglidl'mdpmtnftc chiesta: aveva detto che non s'era mosso da Milano. Ora dovrà spiegare perché invece si trovava a Brescia. Ma da qualche giorno è sparito, nessuno sa dire dove sia andato. Giuliano Marchesini

Persone citate: Alessandro D'intino, Borgonovo, Carlo Fumagalli, Fumagalli, Giorgio Ottelli, Giovanni Arcai