Massoni all'italiana

Massoni all'italiana Massoni all'italiana Carlo Francovich: « Storia della massoneria in Italia, dalle origini alla Rivoluzione francese », Ed. La Nuova Italia, pag. 517, lire 5000. Carlo Goldoni era un massone? Sembra di sì, ma non si conosce un documento che lo provi con certezza. Comunque la commedia Le donne curiose (prima rappresentazione a Venezia nel carnevale del 1753) era uno spettacolo di propaganda a favore della massoneria (così almeno dicono i Mémoires goldoniani): storia di alcuni amici che si appartano in un « ridotto », in cui le donne non sono ammesse. Ma queste, mogli e amiche, non hanno pace finché il servo Brighella non le fa entrare di soppiatto nella « loggia ». A capo del gruppo d'amici è Pantalone, borghese veneziano; nelle sue battute compaiono con naturalezza, inavvertiti ai « profani », termini e concetti massonici. Per esempio (atto II, scena 13a): «No xe la nascita che fazza el galantuomo, ma le bone azioni ». Lessing, il padre dell'illuminismo tedesco, partirà dal concetto di « buo-1; ne azioni » (gute Taten) per esporre la sua concezione umanitaria nei Dialoghi per massoni (1789). Letteratura, filosofia, politica del Settecento europeo sono piene d'indizi di come si fosse prodigiosamente diffusa la società segreta, nata a Londra nel 1717 dalla trasformazione delle antiche corporazioni muratone. Nel corso del secolo la massoneria si espande sul continente e in America, si frastaglia in varietà di riti e ordinamenti, sempre in simbiosi col movimento illuminista e riformatore nella cultura e nella società. I suoi centri sono in Inghilterra, in Francia e nei paesi tedeschi, ma anche l'Italia è penetrata. Finora si apprendeva la storia di questa penetrazione massonica in Italia consultando una serie di pubblicazioni erudite; se ne leggeva anche nelle trattazioni dedicate al nostro Settecento da storici illustri, come il Cantimori e il Venturi. Mancava però, nell'ambito di una storiografia rigorosa, una trattazione specifica e complessiva. Ora Carlo Francovich, dopo altri importanti lavori sulle società segrete in Europa fra il '700 e il 1848, conclude la fatica di alcuni anni con questo volume. Lo storico sfrutta splendidamente un'antica pubblicazione ignota da noi, certi «appunti» (Noticen) di Friedrich Munter, teologo luterano, suddito danese, sceso in Italia nell'autunno 1784. Incaricato dal suo governo di ricerche erudite, doveva inoltre indagare per Carlo d'Assia, suocero del re danese ed eminente personaggio della massoneria « templare » (d'indirizzo spiritualista e di prevalente composizione nobiliare) sulla situazione massonica in Italia. Ma Munter ha un segreto nel segreto: è anche ascritto agli Illuminati, la setta originaria della Baviera, innestata sulle logge massoniche da Adam Weishaupt, la quale nei gradi più alti insegna un radicale ugualitarismo (vi si formano non pochi futuri giacobini; ne deriverà, nell'800, l'attività cospirativa di Filippo Buonarroti). A Napoli Munter fonda l'unica loggia a noi nota di Illuminati italiani; fra i suoi amici napoletani, Domenico Cirillo, Mario Pagano e altri saranno nel 1799 protagonisti e martiri della Repubblica Partenopea. A Roma, malgrado le condanne ufficiali antimassoniche pronunciate dalla Chiesa nel 1738 e nel 1747, diviene amico di alti prelati con inclinazioni massoniche e fonda, fra la colonia straniera, una loggia spiritualista. A Torino, dopo un periodo di floridezza, la massoneria è vietata dal 1783; i massoni torinesi si dedicano ora con passione agli esperimenti ipnotici del mesmerismo, e Munter li frequenta. Nel corso del viaggio (concluso nel 1787), Munter ha colloqui con Goethe, col Granduca di Toscana Pietro Leopoldo, con De Maistre, con altri massoni illustri... Ricerca rigorosa e lettura avvincente, il libro non trascura quel versante del '700 che per molti è il più affascinante, rivolto verso ilpela- 1 go dell'irrazionale, del miste- ro, del mito. Anche se Francovich, uomo moralmente intransigente e politicamente impegnato (è anche un valente storico della Resistenza) nutre per quel versante qualche diffidenza. E sbuffa, ogni tanto, contro i troppi vapori che avvolgono il secolo dei lumi. Augusto Comba