Si tenta di sbloccare i fondi della Regione fermi nelle banche per la stretta creditizia

Si tenta di sbloccare i fondi della Regione fermi nelle banche per la stretta creditizia Si tenta di sbloccare i fondi della Regione fermi nelle banche per la stretta creditizia Novantadue miliardi - II presidente Oberto: "Le leggi dello Stato ci impediscono di agire" - Sanlorenzo (pei) e Rossotto (pli): "Occorre una nuova iniziativa politica" - Proposta una tesoreria regionale II tema del rapporto tra Comuni in crisi per la stretta creditizia e bilancio regionale che non può erogare i contributi per mutui, sollevato dal consigliere regionale Rossotto (pli) mercoledì 9 alla riunione dell'area metropolitana è stato ripreso ieri dal presidente della Giunta, Oberto, in consiglio, rispondendo a un'interrogazione del vicepresidente dell'assemblea, Sanlorenzo (pei). Le critiche vengono da più parti e dicono sostanzialmente: «La Regione ha decine di miliardi in banca, Comuni e Province non hanno un soldo. Perché non si utilizzano questi residui passivi?». Oberto ha chiarito: «Più che residui passivi chiamiamoli risorse di cassa. La destinazione di questi mezzi finanziari è stata fatta col bilancio, approvato dal consiglio e quindi diventato legge. Per modificarne la destinazione occorre un'altra legge». La situazione non è solo piemontese: la Liguria ha immobilizzati 150 miliardi, l'Emilia Romagna 100. Il Piemonte ne ha 91 e mezzo e il tasso d'interesse che nel 1952 era del 5,75 per cento, dal primo luglio è salito al 12, tranne che nelle Casse di risparmio e al San Paolo che danno l'I 1. «il calo di un punto è giustificato dalle erogazioni che questi istituti fanno, come anticipi di cassa, a Enti pubblici, ospedali, ecc.». Come è noto, le spese della Regione sono per la maggior parte fatte sotto forma di incentivi per avviare opere da parte di privati e di Enti locali: cioè si pagano contributi sui mutui. Ma se le banche non danno questi mutui anche 1 fondi restano bloccati. (Sanlorenzo, rispondendo, ha parlato di «speculazione degli Istituti di credito che pagano a noi il 10 o 12 per cento di interesse, poi prestano il denaro al 16-17»). «I progetti in attesa — ha detto Oberto — sono 798, qualcuno, anche se con lentezza, è già partito, comunque la Giunta non è rimasta inerte e ha deciso di anticipare, proprio per smuovere la situazione, il 50 per cento dei contributi ai progetti già approvati». Il discorso, ovviamente, supera la Regione, perché «se tutti siamo d'accordo nel mettere in circolazione i cosiddetti residui, deve essere lo Stato ad offrirci la strada, con una legge, che magari modifichi quella, vecchia, comunale e provinciale». Rossotto è intervenuto: «Noi non abbiamo votato il bilancio proprio perché abbiamo compreso che non si sarebbero potute spendere queste somme, impegnate in base a strutture sclerotlzzate. Per esempio: così come sono strutturate le leggi, non si potranno mai fare gli asili nido. E allora perché non utilizzare, faccio un esempio, per questo scopo, i 13 miliardi corrispondenti allo 0,8 per cento che le aziende debbono stanziare a disposizione dei comuni per opere sociali, in base al nuovo contratto di lavoro? Si potrebbero costruire cento asili nido. E' un esempio, ma intendo con questo dire che non basta fare telegrammi al ministro, siamo noi che dobbiamo muoverci, con la precisa volontà politica di indicare linee nuove di intervento». Su questo tema ha insistito pure Sanlorenzo il quale nella sua interrogazione chiede l'Istituzione di una tesoreria regionale. Un ente, che può anche essere una banca o un pool di banche come è avvenuto in Emilia Romagna, che raccolga tutti questi fondi, ma che agisca secondo le disposizioni della Regione. In modo che la gestione dei fondi faccia parte della politica di programmazione. «Ma dobbiamo essere noi a muoverci, a convocare i presidenti delle banche, ponendoli di fronte al problema. Dobbiamo essere noi a dare il via ad una diversa politica del credito». Sempre in tema finanziario, va segnalato che la Giunta, su proposta dell'assessore Paganelli, ha deciso di modificare la legge sugli aiuti all'artigianato. Essa autorizza le aziende a stipulare mutui « non superiori al 3,5 per cento del tasso ufficiale di sconto». Poi¬ ché gli Interessi non sono mai quelli ufficiali, la nuova dizione dirà: «A un interesse concordato nella minor misura possibile». In mattinata 11 Consiglio ha approvato anche gli statuti di 14 Comunità montane: Valli Po, Bronda, Infernotto; Val Sangone; Cusio e Mottarone; Valli Monrcgalesi; Alta Val Lemme; Valli Orco e Soana; Valle Varaita; Valle dell'Elvo; Valle Mosso; Valle Cannobina; Valle Grana; Valli di Lanzo; Val Strona; Valle Sacra. Nel pomeriggio sono state approvate due leggi: « Anticipazioni regionali per la bonifica sanitaria del bestiame », presentata in giunta dall'assessore Armella e ieri, a nome della VI Commissione, dal capogruppo de Bianchi, e « Protezione della flora » illustrata dal presidente della V Commissione, Zanone (pli) Di quest'ultima già abbiamo parlato: essa prevede la compilazione di un elenco da parte delle Province, di piante a protezione assoluta (raccolta vietata), a protezione speciale (consentiti 6 steli), a protezione limitata (quanti fiori stanno in una mano). Con la prima legge, la Regione fa piani di risanamento del bestiame (da tubercolosi, brucellosi e mastite) e anticipa 1 fondi dello Stato.

Luoghi citati: Cusio, Emilia Romagna, Lanzo, Liguria, Piemonte, San Paolo, Valle Mosso