Sfuggono alla condanna a vita gli assassini del dentista Venchi

Sfuggono alla condanna a vita gli assassini del dentista Venchi Concluso il processo davanti alla corte d'assise Sfuggono alla condanna a vita gli assassini del dentista Venchi Per tutti condanne tra i 16 e i 24 anni: colpevoli dell'omicidio, anche se è stato la conseguenza imprevista di un piano di furto - Due mesi inflitti alle sorelle di un imputato La corte d'assise, presieduta dal dottor Lacquaniti, giudice togato dottor Capirossi, ha concluso il processo per l'uccisione del dentista dottor Arrigo Venchi, trovato cadavere, circa tre anni or sono, fulminato da un colpo di pistola, su una «600» abbandonata nei pressi della Fiat Ferriere. Le indagini portarono all'incriminazione di cinque giovani, che si erano divisi i compiti in un piano delittuoso che mirava a impadronirsi delle chiavi del dottor Venchi per svaligiargli l'alloggio e ss-uotargli la cassaforte. Uno degli imputati, Ivan Galvan, fece la telefonata per fissare al dentista l'appuntamento; altri due, Giovanni Virdò e Giuseppe Chiodo, sconosciuti al professionista, dovevano impadronirsi delle chiavi; gli ultimi, Vincenzo Giustetti e Antonio Russello, si erano riservati l'esecuzione materiale del furto. Ma il piano si inceppò perché il dottor Venchi ebbe un'imprevista reazione. Parti un colpo di pistola e i cinque furono incriminati pei omicidio. Il p.m. dottor Tribisonna ha chiesto tre ergastoli (Giustetti, Virdò e Chiodo), 21 anni per Russello, seminfermo di mente e 28 anni per Galvan, l'incauto telefonista. Ma i giudici popolari sono stati di diverso avviso: hanno escluso le massime pene pur lasciando inalterata l'imputazione di omicidio ed hanno pronunciato le seguenti condanne: Giustetti (anche per ricettazione e contrabbando) 23 anni e 3 mesi più 6 mesi di arresto; Russello (seminfermo di mente) 16 anni e 2 mesi più 4 mesi di arresto; Virdò 18 anni più 4 mesi di arresto; Chiodo 18 anni più 4 mesi di arresto; Galvan 16 anni e 3 mesi più 4 mesi di arresto. Per favoreggiamento sono state condannate a 2 mesi ciascuna, con la condizionale, le due sorelle di Russello, Domenica e Adalgisa, mentre la madre dello stesso imputato, Francesca Buono in Russello, ha avuto 70 mila lire di ammenda per non aver tenuto in regola il registro delle presenze nella pensione sulla Riviera da lei gestita, dove si rifugiavano alcuni dei ricercati. Giustetti, dichiarato delinquente abituale, ha av .to anche due anni di rolenia ar cola e la revoca di ii recente idono; Russello do ..a trascL .ere, a pena espiata, tre anni in casa di cura; Virdò, Chiodo e Galvan saranno sottoposti, per tre anni, alla libertà vigilata. Giustetti, com'è noto, avendo ottenuto la libertà provvisoria per scadenza del termini di detenzione preventiva, è latitante. Ma in questi giorni ha fatto parlare molto di sé con due telefonate al pre sidente Lacquaniti e con due lettere indirizzate al magistrato e a La Stampa. Poco prima che la corte si ritirasse in camera di consiglio, tre degli imputati, Virdò, Chiodo e Galvan, hanno voluto sottolineare che essi si dissociavano dalle iniziative minacciose di Giustetti. Chiodo, inoltre, ha detto: «L'omicidio è avvenuto contro la mia volontà. Mi è partito un colpo». L'imputato si è cosi assunto la parte dell'uccisore materiale, sia pure involontario, del dottor Venchi. Dagli atti, invece, sembrerebbe che 11 colpo mortale sia partito dall'arma impugnata da Virdò. Galvan, da parte sua, ha precisa- to: «Io ho fatto solo una telefonata, per fare un piacere ». La corte d'assise, però, con un sareno dosaggio di attenuanti e di diminuenti, ha evidentemente inteso di porre tutti sullo stesso piano, considerando il sanguinoso episodio da un punto di vista non soltanto giuridico, ma anche morale. Tutti, quindi, gli autori materiali ed i complici rimasti nell'ombra, rispondono dell'omicidio, anche se la tragedia, obbiettivamente, nacque dall'imprevedibile. E' un chiaro monito contro la facilità con la quale si usa e si abusa delle armi. Ma i giudici hanno tenuto conto anche della figura della vittima, di questo professionista che si era lasciato invischiare dall'ambiente della giovane malavita, aggressiva e spregiudicata. Quasi tutti gli imputati hanno accolto la sentenza con un sospiro di sollievo. Quando si teme il peggio anche ima grave condanna può apparire soddisfacente. I difensori, gli avvocati Forchino e Perla per Giustetti; Trebbi e Ferraiolo per Virdò; De Marchi e Accatino per Russello; on. Magnani Nova e Delgrosso per Galvan; Paroncilli per Chiodo, hanno comunque intenzione, dopo aver consultato i loro assistiti, di ricorrere in appello. Giuseppe Chiodo, Giovanni Virdò e Antonio Russello alla lettura della sentenza