Vedremo altri programmi esteri?

Vedremo altri programmi esteri? Vedremo altri programmi esteri? (Dal nostro inviato speciale) Como, 10 luglio. « Positivo sotto ogni aspetto »: così, a Como e nella Svizzera italiana, viene giudicato il decreto della Corte Costituzionale che ha liberalizzato la ricezione dei programmi televisivi stranieri. Soddisfatti — ovviamente — gli utenti (i quali, d'altra parte, a Como e nelle immediate vicinanze, ricevevano già da sette anni le trasmissioni del primo canale svizzero). «Finalmente — dicono —, potremo ascoltare varie voci e non più una "verità ufficiale" o, in alternativa, il silenzio. La decisione della Corte Costituzionale ha il significato di una scelta di libertà, di un passo avanti nell'inserimento del nostro Paese in una comunità aperta, europea, moderna ». Analogo il tono dei commenti alla televisione di Lugano. Nessuna dichiarazione ufficiale, come d'abitudine, ma: « Non possiamo che rallegrarci con voi », afferma il dott. Zanetti, capufficio stampa, aggiungendo: « Pur non avendo in programma di realizzare trasmissioni appositamente per l'Alta Italia, è chiaro che d'ora in poi i vostri problemi ci interesseranno ancor più di quanto finora è avvenuto ». Da pochi giorni la radiotelevisione elvetica ha, a Roma, un collaboratore fisso, il dottor Eduardo Rezzonico, primo corrispondente straniero delle reti svizzere. Inoltre, da qualche mese, è in corso a Lugano una fase di ristrutturazione interna per cui i programmi radiofonici e televisivi, finora separati, verranno via via unificati, sotto un'unica direzione (dell'avvocato Darani). D'accordo con il dettato della Corte Costituzionale anche il presidente dell'Associazione comasca dei commercianti di radio e televisori, Antonio Camponovo, e il prof. Amedeo Piperno, presidente dell'« Associazione nazionale tecnici Radio-Tv ed elettronici » (Antre, che raccoglie oltre cinquecento iscritti). Dice Camponovo: « Conosco parecchie persone le quali già studiano di realizzare questo o quel servizio, su questioni di attualità, per proporli e venderli alle varie reti. Se, poi, come pare certo, anche'ia "via cavo" sarà finalmente autorizzata a vivere, la competitività, e l'entusiasmo, saranno anche maggiori: tutto ciò non può che avvantaggiare la qualità dei programmi ». Compiacimento a parte, il prof. Piperno formula anche progetti concreti ed immediati: da Bologna, dove abita e dov'è la sede dell'associazione di cui è responsabile, intende venire a Como, in settimana, per vedere di riattivare quanto prima il ripetitore in grado di trasmettere i segnali televisivi elvetici fino al capoluogo emiliano. L'apparecchio fu spento il 9 giù- i gno in seguito al sequestro operato i giorno prima .a I parte degli uomini dell'Esco- | post di una analoga apparecchiatura bolognese. L'impianto, installato nel marzo dell'anno scorso a cura dell'Antre, destinato alla ricezione dei programmi svizzeri, consiste in un armadio di ferro (delle proporzioni, più o meno, di un metro per un metro) contenente le complesse apparecchiature ricetrasmittenti, e in una grossa antenna paraboloide rivolta verso la corrispondente stazione posta sull'Appennino bologne- se. E' posto sulla sommità di un faro costruito in onore di Alessandro Volta negli anni ] tra il 1915 e il 1920. Sorge a I San Maurizio, sulla cima del- la collina di Brunate, a una decina di chilometri da Como: la località è stata scelta perché, essendo particola!- mente vicina alla Svizzera (3 chilometri in linea d'aria), of- fre la possibilità di captare j un segnale « pulito e forte » direttamente dalle antenne el- ! oetiche. Riprende il prof. Piperno: ! «Quando, in occasione del centenario della nascita di Guglielmo Marconi e dell'aspettativa popolare per i mondiali di calcio, un gruppo di negozianti, installatori e grossisti di apparecchi televisivi, propose ai nostri tecnici di migliorare la ricezione dei programmi stranieri, che risultava saltuaria e decisamente insoddisfacente, accettammo a condizione di poter agire nel modo più semplice, di¬ retto e meno costoso per i teleutenti: ricorrendo cioè al la banda quinta (582-960 Mhz) della gamma-UHF (Ultra High Frequency). Significa, in pra tica, la possibilità di ricevere le trasmissioni con la semplice installazione di un'antenna diretta verso il ripetitore locale, evitando un'ulterio- re spesa per il convertitore. Per l'acquisto di un'antenna occorrono, infatti, dalle quin dici alle quarantamila lire; un convertitore costa intorno al¬ le cinquantamila lire. Ora che. siamo stati autorizzati a guar- dare le televisioni straniere, dovremo affrontare un'altra battaglia, forse non meno ardua, per evitare tutta una grossissima speculazione che ne potrebbe derivare, alle spalle dei teleutenti. Occorre prevenire il sorgere di un nuovo monopolio tale da obbligare tutti i telespettatori ad installare costosi convertitori. L'ideale è adottare il sistema della banda quinta: perché è quello che costa di \ meno e perché, anche, risulta l'unico in grado di non interferire e di non venire disturbato dalle trasmissioni cosiddette "d'interesse pubblico", quelle effettuate cioè, per esempio, dai circuiti dell'Aeronautica, della Finanza, ecc. ». Nei programmi dell'Antre c'è, inoltre, di portare il canale svizzero non soltanto a Roma, Napoli e all'intera costa adriatica, ma di rilanciare in tutta l'Italia settentrionale i segnali dell'emittente di Capodistria. Infatti, le due potenti antenne paraboloidi trasmetteranno da Como verso Bologna i programmi svizzeri e, all'inverso (dal capoluogo emiliano al Lario), quelli di Capodistria. A Como si parla pure di ricevere, in un prossimo futuro, anche il secondo programma televisivo svizzero e della non remota possibilità di captare, per gli abbonati del Piemonte e della Lombardia, programmi spagnoli e francesi. Ornella Rota