I carabinieri dicono: gli estremisti neri stavano organizzando un colpo di Stato di Giuliano Marchesini
I carabinieri dicono: gli estremisti neri stavano organizzando un colpo di Stato Le indagini sul gruppo "Squadre d'azione Mussolini,, I carabinieri dicono: gli estremisti neri stavano organizzando un colpo di Stato II giudice istruttore ha emesso 31 mandati di cattura per attentato alla Costituzione dello Stato, devastazione, saccheggio, strage (non per Brescia ma per altri attentati), guerra civile, cospirazione politica - Fra i colpiti Carlo Fumagalli, Alessandro D'Intino, Kim Borromeo (Dal nostro inviato speciale) Brescia, 9 luglio. Con le incursioni terroristiche i fascisti stavano preparando il terreno per un « golpe ». Lo ha confermato oggi il comandante la legione carabinieri di Brescia, col. Morelli, durante un incontro con i giornalisti. Finalmente, dopo le incertezze di ieri, si è sollevato il velo di riserbo che si stendeva sui nuovi provvedimenti adottati dalla magistratura nei confronti del drappello di neofascisti sotto inchiesta per l'attività delle « squadre d'azione Mussolini », che facevano capo a Carlo Fumagalli. Su richiesta del sostituto procuratore Francesco Trovato, il giudice istruttore Giovanni Arcai ha emesso mandati di cattura nei confronti di 31 persone. La fila di imputazioni comprende alcuni reati che vengono contestati per la prima volta in Italia. Le accuse sono quelle di attentato a?'.a Costituzione dello Stato, devastazione, saccheggio e strage (non per l'eccidio di piazza della Loggia, ma per precedenti atti terroristici), guerra civile, cospirazione. Dunque, quel progetto fascista di cui avevamo parlato nei primi giorni dell'inchiesta, si ritrova adesso in questa serie di imputazioni: la violenza nera voleva far precipitare le istituzioni democratiche. Ecco i nomi di coloro ai quali si contesta di aver organizzato e costituito l'associazione paramilitare: Carlo Fumagalli, Giovanni Colombo, Alfonso D'Amato, Alessandro D'Intino, Walter Moretti, Diego Odelli, Gaetano Orlando (latitante), Giorgio Spedini, Ezio Tartaglia, Nicola Terzi. E questi sono gli altri fascisti accusati di avervi partecipato, condividendo le idee e i programmi: Roberto Agnellini, Marcello Bergamaschi, Kim Borromeo, Egidio Chiappa, Mauro Colli, Roberto Colombo, Alessandro Danieletti, Angelo Falsaci (latitante), Gianni Gianoli, Pier Danilo Martinelli, Ettore Mazza, Giancarlo Nervi, Gaetano Nuciforo, Francesco Pedercini, Antonio Sirtori, Mauro Targher, Salvatore Vivirito, Daniele Zecca. I reati sono stati contestati stamane. E tutti i componenti questo plotone fascista sono ritenuti responsabili di aver compiuto atti diretti a suscitare la guerra civile nel territorio dello Stato italiano, seguendo ideologie e programmi ben definiti, di aver progettato di modificare la Costituzione per instaurare una « repubblica presidenziale », con la soppressione dei partiti politici, del governo, del parlamento. La furia fascista si preparava dunque a spazzare tutto, dopo aver sconvolto il terreno con una serie di attentati dinamitardi, seguendo i meri vagheggiamenti di chi la manovrava. I « corrieri del tritolo » fermati in Val Camonica non erano personaggi isolati, protagonisti di una avventura in una notte, ma facevano parte di quelle squadre disseminate qui e là nelle zone del Bresciano e altrove. Erano « manovali » che portavano secchi di dinamite per la sinistra costruzione. E il piano era corredato di finanziamenti che scorrevano anche attraverso il ricavato di sequestri di persona, di assalti banditeschi. Carlo Fumagalli, Roberto Colombo, Bergamaschi, Falsaci, Nervi, Orlando, Pedercini, Spedini e Zecca, sono colpiti anche da un mandato di cattura per il rapimento dell'industriale milanese Aldo Cannavale. Altro denaro era giunto all'organizzazione nera da un'altra attività: le rapine. Fumagalli, Pedercini e Spedini sono accusati dell'assalto armato avvenuto 1*11 luglio dello scorso anno a Sondalo, nei pressi di Sondrio, ai danni dell'agenzia della Banca Popolare. Il bottino fu di circa 15 milioni. Denaro, armi, munizioni, tritolo: sono le disponibilità e i bagagli con cui il neofascismo andava attuando lo sconvolgente piano, cospargendo di terrore il Paese per aprire la strada a quella tene¬ brosa «repubblica presidenziale». C'è stata la catena di attenetati dinamitardi compiuti nel Bresciano, ce n'era un'altra serie in programma: i drappelli neri si proponevano di agire nei giorni a cavallo del 12 maggio, data del « referendum » sul divorzio, quando polizia e carabinieri erano in gran parte impegnati nel servizio d'ordine ai seggi elettorali. Il fermo dei «corrieri del tritolo», i primi arresti hanno inceppato il meccanismo. La preparazione militare, dicono gli investigatori, era meticolosa. Nei campi, negli attendamenti sulle montagne, i fascisti preparavano le loro furiose incursioni. La fila degli attentati, i lanci degli ordigni, lo stato di tensione e di allarme nella popolazione, poi l'altra fase: quella dell'affossamento delle istituzioni. Giuliano Marchesini
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