In Etiopia sospeso il progetto d'una riforma costituzionale

In Etiopia sospeso il progetto d'una riforma costituzionale In Etiopia sospeso il progetto d'una riforma costituzionale Resta però saldo il controllo dei militari sulla vita politica Addis Abeba, 8 luglio. Tredici ricercati politici in Etiopia si sono consegnati in giornata ai militari, mentre altri quindici continuano a rimanere latitanti, nonostante l'intimazione a consegnarsi immediatamente, se non vorranno essere considerati fuorilegge. La radio governativa, che è una delle maggiori installazioni pubbliche finite sotto il controllo dei militari undici giorni fa, ha lanciato un appello alla popolazione perché collabori alle ricerche. I tredici costituitisi oggi fanno salire a 56 le personalità arrestate dall'esercito, I militari sembrano aver preso di mira soprattutto coloro che sono sospettati di aver dissipato il pubblico denaro e di aver tentato di ostacolare il tentativo di introdurre nel Paese una sia pur limitata democrazia. Fra le personalità ancora in libertà, figurano il principe Mesfin Selshi, considerato come il maggior latifondista d'Etiopia, ed il capo della polizia segreta, col. Solomon Kedir. Secondo gli osservatori, i militari controllano effettivamente il Paese ma operano ancora con cautela. Si è appreso intanto che, no svolto i loro primi seri dibattiti sulla politica governativa e, per la prima volta, sono stati ascoltati da un primo ministro. Secondo gli osservatori, i mutamenti che verranno aportati alla costituzione renderanno il governo responsa bile nei confronti del parlamento invece che dell'Imperatore, con la conseguenza che la sfiducia del parlamento do vrebbe significare la caduta del governo. Ma così com'è ora, il parlamento rappresenta soprattutto gli interessi conservatori e terrieri e potrebbe deludere i militari co me strumento di riforme. I deputati finora hanno bloccato tre progetti di riforma agraria che affermavano i diritti dei contadini nei confronti dei latifondisti. The Ethiopian Herald affer ma, nel suo numero di ieri, che «si è vicini alla verità affermando che l'Etiopia non ha gli uomini giusti nel parlamento in grado dì emanare la costituzione di cui la Nazione avrebbe bisogno e di deciderne il destino». «I giovani tecnocrati hanno sognato queste riforme ma il parlamento non è pronto a realizzarle», ha affermato un diplomatico occidentale. (Ap) per motivi non precisati, è stata rinviata ai prossimi giorni l'apertura della speciale seduta parlamentare che dovrà approvare gli emendamenti costituzionali intesi a privare l'imperatore Hailé Selassié di ogni potere concreto, rafforzando nel contempo forme di governo rappresentativo. Al parlamento, unico organo che potrebbe realizzare le riforme di struttura ritenute necessarie dai militari, si guarda peraltro con non poco scetticismo da parte degli osservatori. In esso, finora la situazione è stata sempre caratterizzata da un disordine costante: una decina di deputati che gridano, altri che agitano i pugni, altri ancora immersi nell'indifferenza ed il presidente che scampanella a più non posso intimando la calma. Quella che è una delle più vivaci tra le assemblee rappresentative in Africa, è ora chiamata a svolgere per la prima volta nella sua storia un ruolo importante nella vita del Paese. Le classi dominanti etiopiche hanno sempre ignorato il parlamento, fino a quando, nello scorso febbraio, si ebbero le prime rivolte militari. Da allora, i parlamentari han¬ Critiche di comunisti e socialisti

Persone citate: Mesfin Selshi, Solomon Kedir

Luoghi citati: Addis Abeba, Africa, Etiopia