La Polonia grazie al goleador Lato

La Polonia grazie al goleador Lato Per il terzo posto una deludente partita con il Brasile La Polonia grazie al goleador Lato Una "amichevole" fra due squadre stanche e deluse - Il risultato sbloccato al 77' dal capocannoniere dei mondiali quando si profilavano i tempi supplementari - Rivelino, che ha voluto giocare in posizione più avanzata, non ha migliorato la penetrazione dei brasiliani - Alla gara hanno assistito 70 mila spettatori Polonia Brasile 1 0 BRASILE: Leao; Mario Marlnho, Alfredo, 26 Maria, Francisco Marlnho; Paulo Cesar Carpegiani, Rivelino, Ademlr (dal 66' Mirandinha) ; Valdomiro, Dirceli, Jairzinlio. POLONIA: Tomaszewski; Szymanowski, Gorgon, Musial, Zmuda; Maszczyk, Kasperczak (dal 73' Cmiklewlcz) Deyna; Lato, Szarmach (dal 73' Kapka), Ga ■ docha. Arbitro: Angonese (Italia). Marcatore: Lato al 77'. (Dal nostro inviato speciale} Monaco, 6 luglio. Bronzo per la Polonia, noia per 70 mila spettatori all'Olimpiastadion nella sfida per il terzo posto con il Brasile, anche se un guizzo di Lato ha finalmente concesso un fremito di vero calcio e consentito al goleador polacco di rafforzare la sua posizione di capocannoniere del torneo mondiale. Per il resto, una partita fiacca dal carattere • amichevole » tra due squadre stanche, deluse. Ha vinto la Polonia, grazie ad una maggior lucidità, ma ha tradito in pieno l'attesa del pubblico che sperava di vedere i ■ rossi » di Gorski giocare sui livelli delle precedenti partite e dare spettacolo. La Polonia ha Invece giocato sottotono e sottoritmo, evidentemente logorata da una serie di prestazioni di autentico calcio atletico. Molti correvano sulle ginocchia, senza nerbo, spenti agonisticamente, come svuotati. Quando già si profilavano supplementari trenta minuti di sbadigli, è giunto il gol di Lato. Al 32' della ripresa l'ala destra polacca partiva In contropiede da meta campo in tandem con Deyna: superava Francisco Marinho e Alfredo, attirava Leao fuori porta e lo infilava con un preciso raso- terra. Sui piedi di Lato, proprio allo scadere dell'incontro, capitava un'altra grossa palla-gol su improvvisa azione di rimessa: Leao, questa volta, riusciva a respingere di piede in uscita e a salvare la propria porta. Il 2-0 sarebbe stato troppo se¬ vero nei riguardi del Brasile che, nel complesso, aveva esercitato una lieve prevalenza territoriale sulla Polonia. Ma anche i « cariocas » avevano ben poco da spendere in questa inutile partita. Zagalo era riuscito a convincere Rivelino a giocare accontentandolo-, però, nel lasciare in tribuna Paulo Cesar Lima, che diventava così il capro espiatorio della sconfitta con l'Olanda. Per la prima volta, in questa Coppa del Mondo, Rivelino veniva utilizzato di punta, mentre in cabina di regia c'era il biondo mulatto Ademir, giocatore dal piede vellutato ma assolutamente privo di temperamento. Zagalo aveva anche obbligato il « ribelle » Alfredo a scendere in campo dopo il netto rifiuto dell'orgoglioso difensore che non voleva rischiare la reputazione — dopo aver fatto sempre la riserva — in una partita dal risultato scontato. L'intervento dei dirigenti era stato decisivo nello smuovere Alfredo. Pertanto, Alfredo — e non Piazza — al posto dello squalificato Luis Pereira. Per il resto era la solita squadra ormai scaricata moralmente dopo le polemiche che erano seguite alla sconfitta con l'Olanda. La partita era sembrata accendersi agonisticamente dopo che Francisco Marinho, al terzo minuto, aveva malignamente colpito lo stinco di Zmuda. La barella in campo (poi risultata inservibile) aveva Indotto a pensare ad un clima agonistico effervescente. Niente, un fuoco di paglia. Tutto è rimasto come prima. I generosi applausi di incoraggiamento del pubblico si trasformavano in fischi. C'era qualche tentativo di calcio accademico da parte dei brasiliani, ma nessuna emozione, con tiri senza pretese, scoccati da lontano e un comodo lavoro per i portieri. Il primo vero ■ affondo » si registrava al 28' ed era dì marca polacca. Deyna sciabolava In profondità per Lato, che galoppava sulla destra e centrava In velocità per Szarmach il quale, sottoporta, contrastato da Alfredo e da Leafo, mancava di un soffio il bersaglio. Il Brasile replicava con Francisco Marinho, l'unico che sentisse la partita e che la prendesse seriamente. Il biondo terzino (31') si involava sulla sinistra, scambiava con Dirceu e poi sprecava banalmente l'occasione favorevole. La gara tornava a languire. Deyna non riusciva ad esprimere la sua classe. Rivelino, per quanto giocasse nella posizione più gradita, non combinava granché e le iniziative degli altri brasiliani erano prive di convinzione. Senza troppo sforzo la retroguardia polacca teneva sotto controllo la situazione e di tanto in tanto, con Lato e Gadocha, abbozzava qualche contrattacco. Al 36' un cross di Szarmach raggiungeva Kasperczak che di testa impegnava Leao in una deviazione in angolo. Qualche applauso andava al generoso Francisco Marinho per un tiro che Tomaszewski neutralizzava. Ma dagli applausi si tornava presto ai fischi. Anche Angonese veniva coinvolto nella deconcentrazione generale e, in qualche circostanza, tollerava falli evidenti e non era sempre tempestivo nelle decisioni. Un arbitraggio, insomma, senza acuti, perfettamente In linea con la partita. Nella ripresa, dopo un'occasione da gol fallita di un soffio da Deyna, il Brasile capiva che esisteva la possibilità di vincere e (si fa per dire) schiacciava il piede sull'acceleratore creando due palle gol. Al 14' Ademir lanciava Valdomiro che sfuggiva a Musial e cosrlngeva Tomaszewski a salvarsi in angolo. Tre minuti dopo, su corner battuto da Francisco Marinho, Rivelino entrava in possesso del pallone e da pochi passi « sparava » sul montante. A questo punto Zagalo decideva di effettuare una sostituzione: toglieva l'evanescente Ademir, per riportare Rivelino in centrocampo, e faceva entrare Mirandinha (21'). La Polonia subiva ancora la pressione sterile dei brasiliani e al 27' anche Gorski procedeva a due sostituzioni: uscivano Kasperczak (che aveva appena fermato Mirandinha, lanciato in gol, afferrandolo per la maglia) e Szarmach ed entravano Kapka e Cmlklewicz (28'). Il Brasile insisteva ancora all'attacco, ma la Polonia, sorniona, lo Infilava in contropiede per merito di Lato. Un gol che decideva una partita tutta da dimenticare. Bruno Bernardi Monaco. Deyna vanamente contrastato da Francisco Marinho colpisce di testa ma il pallone finirà di poco fuori (Telefoto)