Attentato a Mangano: chiesto il rinvio a giudizio di Coppola

Attentato a Mangano: chiesto il rinvio a giudizio di Coppola Il "boss,, siciliano sarebbe il mandante Attentato a Mangano: chiesto il rinvio a giudizio di Coppola Il sostituto procuratore di Firenze ha incriminato anche i due presunti esecutori - Il questore fu ferito in un agguato a Roma (Dal nostro corrispondente) Firenze, 6 luglio. Il sostituto procuratore della repubblica di Firenze, dott. Casini, al termine dell'inchiesta sull'attentato al questore Angelo Mangano, avvenuta davanti alla sua abitazione romana il 5 aprile del 1973, ha chiesto il rinvio a giudizio per tentato omicidio del « boss » Frank Coppola — quale mandante — e di Sergio Boffl e Ugo Bossi, quali esecutori dell'episodio criminoso. A questa conclusione — contenuta nelle quaranta cartelle dattiloscritte degli atti dell'inchiesta — il magistrato è giunto al termine dì una lunga indagine durante la quale ha interrogato, a più riprese, i protagonisti della vicenda. Secondo quanto emerge dalle conclusioni dell'inchiesta del dott. Casini, Frank Coppola avrebbe cercato di sopprimere il questore Mangano, perché questi 10 andava screditando negli ambienti mafiosi, descrivendolo come un confidente della polizia. A sostegno della sua tesi il magistrato indica alcune riunioni di noti mafiosi, in cui si esaminava la questione Coppola dopo alcune affermazioni del questore Mangano. Inoltre, Salvatore Ferrara, un pregiudicato più volte interrogato dagli inquirenti, ha dimostrato di sapere che nel "clan" Coppola si tramava l'assassinio di Mangano. In questo senso, avrebbe rilasciato alcune dichiarazioni circa un mese prima che l'attentato si verificasse. Circa la posizione dei due presunti esecutori che sostengono, con testimoni, di essersi trovati al nord il giorno dell'attentato, il dott. Casini afferma che i testimoni citati fanno parte di noti clan mafiosi e che pertanto non sono attendibili. Gli atti dell'inchiesta sono già stati trasmessi al giudice istruttore dott. Lombardi, il quale dovrà vagliare gli incartamenti relativi e decidere se accettare o respingere la richiesta di rinvio a giudizio. L'ex questore Mangano e 11 presunto boss mafioso italo-americano si sono accusati a vicenda durante le fasi del processo alla « nuova mafia». Il dottor Mangano, a maggio, interrogato dai giudici, rivolse pesanti accuse a Frank Coppola sostenendo che il boss, a Pomezia, gli fece importanti e dettagliate confidenze sull'attività della . « nuova mafia », tra cui alcu1 ne « soffiate » sulla strage di Viale Lazio, a Palermo e su Luciano Liggio, recentemente catturato a Milano. A questo punto, l'anziano boss, detenuto nel carcere romano da oltre un anno, passò al contrattacco. Attraverso i suoi difensori Mirabile e Gallina Montana inviò al Procuratore della Repubblica un lungo esposto. In poche parole. Coppola denun¬ ciava Mangano per falsa testimonianza e calunnia sottolineando che il questore « è portato, per sua intima costituzione psichica, alla menzogna e alla calunnia come metodo di vita». Nello stesso esposto Mangano era definito come un uomo « la cui personalità portata per sua insita struttura alla menzogna si manifesta in maniera talmente lontana dalla normalità che, in qualche caso, si ha la sensazione di trovarsi di fronte a manifestazioni di delirio lucido ». Angelo Mangano non replicò ma continuò a sostenere dinanzi ai giudici di avere ricevuto « confidenze » dall'anziano boss. Angelo Mangano conobbe Frank Coppola cinque anni fa quando lo avvicinò nella speranza di avere qualche indicazione che gli consentisse di rintracciare Luciano Liggio. Aveva accertato che il genero del boss mafioso era stato tra i più assidui frequentatori della clinica romana in cui Liggio aveva su¬ bito nell'autunno 1969 un delicato intervento chirurgico: quindi, supponeva Mangano, non dovevano esservi dubbi che Coppola sapesse dove il boss di Corleone si fosse nascosto dopo la sua scomparsa. Per cinque anni, Mangano pubblicamente non ha rivelato a nessuno quali confidenze Coppola poteva avergli fatto: neanche alla' Commissione antimafia. e. b.

Luoghi citati: Corleone, Firenze, Milano, Palermo, Pomezia, Roma, Viale Lazio