Kissinger e Paolo VI di Ennio Caretto
Kissinger e Paolo VI Kissinger e Paolo VI (Segue dalla V pagina) za «mediorientale» di Ginevra. Kissinger ne avrebbe preso atto volentieri (disponibilità analoga ha manifestato la Cee) così come avrebbe seguito attentamente le altre argomentazioni del Papa. Come sempre, l'udienza in Vaticano è stata commovente e solenne. Il segretario di Stato americano è arrivato a San Pietro alle 9,20, scortato da 24 agenti motociclisti. La piazza e le vicinanze erano sorvegliate dalle forze dell'ordine, al pari di altre località «strategiche» della sua visita. Paolo VI, che lo aveva già incontrato nel '69, insieme con Nixon, ha accolto Kissinger sulla soglia della sua biblioteca privata. Hanno partecipato al colloquio anche monsignor Casaroli, il massimo diplomatico della Chiesa, e il rappresentante di Washington, l'ambasciatore Cabot Lodge. Il Papa ha fatto dono all'ospite di un trittico di medaglie commemorative della sua visita all'Onu del 1965, di una copia con firma autografa dell'ultimo messaggio per la pace, e di un volume sul suo viaggio in Terrasanta del 1964. Il segretario di Stato americano ha lasciato San Pietro alle 10,45, in un'atmosfera cordiale e ottimista, dopo le fotografie e i saluti di rito. Oggi all'aeroporto di Ciampino, Kissinger, che ieri sera aveva concesso una brevissima intervista alla televisione, ha scambiato qualche parola coi giornalisti, confermando il suo compiacimento per il «tour» europeo, e i colloqui in Italia. Fiancheggiato da Moro, che era venuto a salutarlo, il segretario di Stato americano ha detto: «Credo che a Roma si sia palesata unanimità di opinioni su tutti i problemi trattati». E ha aggiunto: «La Carta atlantica che è stata firmata da poco, se bene applicata, farà segnare un nuovo capitolo nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l'Europa». Kissinger ha concluso le sue dichiarazioni con una difesa del vertice Nixon-Breznev: «Esso ha dimostrato che proseguono i rapporti di distensione tra le due superpotenze; che si continuano a concludere accordi concreti; e che si sono compiuti altri progressi verso un accordo sulle armi strategiche». Dopo la Germania (dove assisterà alla finale della Coppa del mondo di calcio) Henry Kissinger visiterà anche l'Inghilterra, e forse altri Paesi europei. La sua prova di forza diplomatica, che inizialmente lo ha visto «pendolare» nel Medio Oriente, si conclude nel vecchio mondo. Evitato il peggio tra arabi e israeliani, subita una battuta d'arr ?sto a Mosca, questo artista della Realpolitik promette ora di concentrarsi sulla Cee. Hanno destato la sua attenzione la crisi inflazionistica, quella energetica, il cambio della guardia a Bonn e a Londra, le «aperture» di Giscard d'Estaing, il dramma italiano. Ennio Caretto
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