Bombe ad acqua gettate dal cielo per spegnere le fiamme nei boschi di Omero Marraccini

Bombe ad acqua gettate dal cielo per spegnere le fiamme nei boschi In Italia il nuovo sistema per combattere gli incendi Bombe ad acqua gettate dal cielo per spegnere le fiamme nei boschi Dal 1963 al 1973 il fuoco ha distrutto mezzo milione di ettari di foresta - Toscana, Piemonte e Sardegna tra le regioni più colpite - Le responsabilità dei turisti e dei cacciatori (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 5 luglio. E' un pilota civile ma vuol fare il « bombardiere », più esattamente il « water bomber », bombardiere ad acqua, per spegnere gli incendi nei boschi. Trentotto anni, sicuro di sé, aria manageriale, il comandante pilota dell'Alitalia, Niccolò Rosselli Del Turco (discende da ricca famiglia fiorentina), abita a Roma e gira il mondo per ragioni di lavoro. Quand'è a casa spende la maggior parie del suo tempo alla ricerca di personaggi ministeriali ed amministratori delle Regioni per spiegare il suo progetto: « Negli ultimi dieci anni, 42 mila 674 incendi hanno distrutto, in Italia, 471.682 ettari di foresta, un patrimonio immenso è andato perduto. I mezzi ordinari della difesa civile, le squadre di volontari non bastano più. Sono necessari speciali aerei che bombardano con acqua i focolai. Possono agire con efficacia anche in zone dove, da terra, non si può intervenire 0 si arriva troppo tardi ». Il problema degli incendi, durante la stagione estiva, è gravissimo nel nostro Paese. 1 danni sono incalcolabili. Bruciano boschi in zone desolate della Calabria o della Toscana ma più spesso vanno a fuoco comprensori forestali di altissimo interesse naturale e paesaggistico: le macchie mediterranee, lungo la costa ligure e quella maremmana, i boschi del Circeo, dell'Elba, di Portofino e dell'Argentario. Si calcola che un ettaro di bosco valga dica un milione di lire (legname perduto) ma chi paga le spese di riforestazione e chi può compensare per i danni che conseguono al dissesto ecologico e del suolo? « Il bombardamento con acqua — spiega Rosselli Del Turco — è il sistema più efficace ed anche più conveniente. Lo dimostrano le esperienze già consolidate nel Canada e negli Stati Uniti, quelle più recenti, in Francia, Spagna, Grecia e Turchia ». In Italia basterebbero una decina di aerei: si tratta di speciali apparecchi anfibi che al posto della carlinga hanno un'enorme cisterna che può contenere 6 tonnellate di liquido. Il caricamento è rapidissimo: mentre il velivolo plana sull'acqua, uno speciale dispositivo riempie i serbatoi. Con una base nell'Italia centrale, potrebbero, nel giro di mezz'ora raggiungere qualsiasi zona della Penisola e gettare sui focolai la «bomba» che ha un effetto immediato in un raggio di oltre 160 metri. Nel 1971 è stata presentata al Parlamento, dai senatori Bartolomei e Spagnolli, una legge che prevede, appunto, l'adozione dell'aereo per la difesa civile anti-incendio e la possibilità anche che una azienda privata gestisca il servizio. Ma per ora è ferma in Commissione. « Noi siamo pronti — dice Rosselli Del Turco — con piani tecnici e di finanziamento: importante e che ci diano il via. Ho avuto modo di osservare l'efficacia del sistema negli Stati Uniti e, più recentemente, in Corsica. La Francia ha organizzato una pattuglia dì 15 aerei, dopo i catastrofici incendi lungo la Costa Azzurra; la Spagna ne ha dieci, la Grecia cinque, la Turchia dieci. Anche la Jugoslavia sta per inaugurare il suo corpo alato di pompieri». Qual è il costo dell'operazione? « Circa un miliardo iniziale — spiega il pilota — cominciando con dieci aerei, rate ammortizzabili in altrettanti anni. Ma non ci sono problemi di finanziamento; l'importante è che ci si muova perché non si ripetano le distruzioni degli anni passati ». Secondo dati del corpo forestale dello Stato, dal 1963 al 1973, il fuoco ha distrutto 1059 ettari in Val d'Aosta; in Piemonte sono avvenuti 2127 incendi, con distruzione di una superfìcie boschiva pari a 35.164 ettari; in Liguria si sono avuti 4246 incendi, con 65.711 ettari distrutti. Detiene il primato (triste) la Toscana con 6874 incendi e 92.387 ettari di bosco in meno. Questo il numero degli incendi, regione per regione (fra parentesi la superficie boschiva distrutta): Lombardia 2389 (39.481); Trentino Alto Adige 924 (5732); Veneto, anche Friuli Venezia Giulia 1316 (11.838); Emilia Romagna 2052 (6498); Marche 566 (2220); Umbria 1096 (9629); Lazio 2269 (16.922); Abruzzo e Molise 953 (4334); Campania 3263 (21.572); Lucania 1126 (8056); Puglie 1144 (9255); Calabria 4042 (33 mila 420); Sicilia 2630 (43.100): Sardegna 4725 (56.545). Perché tanti incendi? Esistono pochi dati al riguardo. L'unica statistica pubblicata è quella del Compartimento forestale della Toscana che attribuisce la responsabilità nel 49,36 per cento dei casi a turisti, utenti delle strade di campagna ecc. I cacciatori sarebbero colpevoli del 19,78 per cento degli incendi; gli agricoltori del 16,16 per cento; i pastori del 7,43 per cento; i pescatori del 3,79; i piromani del 3,48 per cento. Ma le cause variano da zona a zona, da regione a regione. Quanti boschi infatti, quante pinete, sono staci dati alle fiamme e sacrificati sull'altare della speculazione edilizia? In media, ogni anno, vanno in fumo 40 mila ettari di superaci alberate. La « geografia » dei grandi roghi che ogni estate si abbatte sugli ultimi lembi del nostro patrimonio forestale (6.169.000 ettari) spesso coincide con le zone che si prestano alla trasformazione di tipo residenziale. Sarà sufficiente ricordare quanto avvenuto lo scorso anno a Portofino, dove un parroco coraggioso, Valdemaro Boggiano Pico, denunciò pubblicamente dal pulpito i « massacratori di boschi ». Gli incendi dolosi sono più numerosi di quanto si possa immaginare ed il solo provvedimento che potrebbe scoraggiare i « piromani », potrebbe essere quello dì propagandare efficacemente il contenuto del nostro Codice civile che vieta per dieci anni, al di là dei vincoli esistenti, l'edificazione su zone colpite da incendi. Omero Marraccini

Persone citate: Bartolomei, Niccolò Rosselli Del Turco, Rosselli Del, Rosselli Del Turco, Spagnolli, Valdemaro Boggiano Pico