La bolletta della luce: ferma per 15 anni probabilmente scatterà del 40 per cento di Mario Salvatorelli

La bolletta della luce: ferma per 15 anni probabilmente scatterà del 40 per cento La bolletta della luce: ferma per 15 anni probabilmente scatterà del 40 per cento L'aumento dell'energia elettrica fa parte delle misure concordate dai partiti di governo nel "vertice" di Villa Madama - La tariffa "luce" e la tariffa "usi domestici" - Il peso fiscale (Dal nostro inviato speciale) Roma, 1 luglio. Negli ultimi quindici anni il costo della vita in Italia è salito del 94-95 per cento. L'indice ufficiale dell'Istat, riferito alla spesa della famiglia-tipo di impiegati ed operai, denun-,., ciava un aumento dell'83,8 111per cento alla fine del 1973 ncdnSsaarispetto al 1959. Con gli aumenti dei primi sei mesi di quest'anno — 1*8,5 per cento a tutto maggio, una probabile, nuova impennata di oltre il 2 per cento in giugno — si arriva, appunto, al 95 per cento circa. In questo periodo il prezzo della benzina è aumentato «appena» dell'80 per cento. Si può dire «appena» se si guarda al costo della vita, ma non se si pensa che la benzina, senza le nostre tasse e quelle degli «sceicchi» (che si fan forza del prelievo fiscale dei Paesi consumatori per aumentare il loro, non senza ragione), potrebbe essere venduta alle pompe a 40-50 lire il litro, tutto compreso: estrazione, trasporto, raffinazione, distribuzione. La benzina, pertanto, rappresenta il caso limite, verso l'alto, dell'abisso che si può aprire tra costi di produzione e prezzi di vendita di un prodotto o di un servizio, abisso che si allargherà ancora di più se la super (1*80 per cento dei consumi di carburante) verrà portata a 300 lire, fermo restando il costo di produzione e le tasse all'origine. (Anzi, c'è una tendenza al ribasso sul mercato petrolifero: tutti i Paesi consumatori cercano di eliminare gli sprechi; negli Stati Uniti il consumo è sceso del 2-3 per cento, e si sa che cosa significhi ogni «punto» in più o in me- gtalamItchqcocuziinmgcoariseptrcvMpmlensscrspcnlpctdab ., 11 basso: A\ insufficiente ade no nella richiesta di un Paese che consuma oltre 800 milioni di tonnellate di greggio all'anno; è di ieri la notizia che la Svizzera ha lievemente ribassato il prezzo della benzina alle pompe). Il caso limite inverso, verso guamento dei prezzi di vendita ai costi di produzione e alla svalutazione interna della moneta è rappresentato, in Italia, dalle tariffe elettriche, che in pratica sono ancora quelle del 1959, compresa — con qualche lieve modifica di cui ora parleremo — l'imposizione fiscale. E' l'unico caso in Europa, probabilmente nel mondo, di un servizio che oggi costa all'utente quel che costava quindici anni fa, ed è anche l'unico caso in Italia, rispetto a tutti i prodotti e ai servizi, quelli pubblici compresi. Quali tariffe Oggi un loro aumento rientra nel pacchetto delle misure concordate dai partiti al governo nel «vertice» di Villa Madama, e in pratica già approvate dal Parlamento. La misura del rincaro per la bolletta della luce non è ancora nota, né, probabilmente, fissata. Non c'è dubbio che sarà sensibile — dal 40 al 50 per cento—, più di quanto lo sarebbero stati gli adeguamenti scaglionati in un arco di tempo di quindici anni, lungo anche in passato, lunghissimo nei tempi attuali, che, come i libri gialli, riservano ad ogni pagina una sorpresa. La Francia, per esempio, dal 1959 a tutto il 1973 — esclusi, quindi, i più recenti adeguamenti al nuovo costo dell'olio combustibile — ha fatto 13 au- '. menti delle tariffe «Edf», Yen | sllopmopsrvrrtazate che corrisponde al nostro Enel, ma ogni volta modesto, tra un massimo del 7,40 per cento e un minimo dell'I ,75 per cento, in modo che l'utente, di volta in volta, quasi non se n'è accorto. Un aumento delle tariffe elettriche del 40-50 per cento, tutto di un colpo, quale si può prevedere in Italia, in teoria non dovrebbe neppure essere molto pesante, se si .guarda a quanto incide sui bilanci familiari l'energia elettrica: l'I,06 per cento, più o meno come gli spettacoli, me- ! ii a a e . e e a i a e o l n . a a no della metà del tabacco (2,51 per cento), molto meno delle bevande alcoliche (4 per cento). In pratica, l'aumento è destinato a scatenare una marea di polemiche e a fare scattare numerosi congegni: della scala mobile, della contingenza, del costo della vita, degli speculatori che si appropriano di ogni aumento a proprio vantaggio. La «bolletta della luce» delle famiglie italiane si compone di due parti, quella della tariffa da versare a chi fornisce l'energia (per l'80 per cento delle utenze domestiche è l'Enel, Ente nazionale per l'energia elettrica) e quella fiscale. Ambedue sono rimaste sui livelli del 1959, salvo due modifiche: la prima con il «decretane» dell'agosto 1968, la seconda con la riforma fiscale delle imposte indirette, del gennaio 1973. Le tariffe sono due: 32 lire al chilowattora per la luce, 13,10 lire per gli altri usi elettrodomestici. La distinzione è puramente teorica, basata cioè sulla decisione dell'Utif, Ufficio tecnico imposte di fabbricazione, dipendente dal ministero dell'Industria, il quale ha stabilito che, in base alla potenza impegnata, al numero dei vani dell'alloggio e ad altri «parametri», una certa quantità di chilowattore, poniamo 20, vanno pagati al prezzo dell'illuminazione. Il consumo in più, qualunque esso sia, va pagato al prezzo degli «altri usi elettrodome- \ stici». Inoltre ci sono le quote fisse: 100 lire al mese, più 200 lire, sempre al mese, per ogni chilowatt di potenza impegnata (per un - utente medio 500 lire al mese). Prima della riforma fiscale entrata in vigore il primo gennaio 1973, in aggiunta alle 32 lire dell'illuminazione, l'utente doveva pagare, nella stragrande maggioranza dei Comuni, 15 lire d'imposta comunale, più 3,90 lire d'imposta erariale, in tutto 50,90 lire per chilowattora. Per gli altri usi la tariffa era di 13,10 lire, più 0,50 lire d'imposta erariale Al totale (e alle quote fisse) si aggiungeva il 4 per cen! to d'imposta generale sui consumi (Ige). Con il «decretone» dell'agosto 1968, l'imposta erariale, sia sulla luce, sia sugli altri consumi, fu portata a 5 lire in tutta Italia fino al 31 dicembre 1970, ma contemporaneamente fu stabilita una riduzione del 25 per cento per le piccole utenze (fino a 30 chilowatt), fino al 31 dicembre 1970 per tutto il Paese. Con il primo gennaio 1971 l'imposta erariale è stata riportata al livello precedente, e la riduzione del 25 per cento per le piccole utenze è stata abolita, eccettuato il Mezzogiorno, dove 1 agevolazione rimarrà in vigore fino al 1980. Successivamente, con la riforma fiscale deile imposte indirette, cioè dal primo gennaio 1973, l'imposta comunale è scomparsa u una parte di essa (7 lire su 15 per la grande maggioranza dei Comuni), è stata «passata c tariffa». Infine, l'Iva, con l'aliquota del 6 per cento, ha sostituito l'Ige del 4°/o. In pratica, contro una spe- .szgz«stgnoecpsdlètm2dcrn1nggzcs | sa complessiva di 53 lire per la quota illuminazione e di 14 lire per la quota «altri mi», oggi l'utente paga 43,50 lire per ogni chilowattora di illuminazione e 14,50 lire per ogni chilowattora consumato pei gli altri usi elettrodomestici (più le quote fisse, invariate). Siamo, quindi, a un livelle di prezzo unitario inferiore a quello del 1959. Ma sarebbe assurdo, a questo punte, che l'Enel pretendesse un aumento delle tariffe proporzionato al rincaro della vita, a' mutato potere d'acquisto ! interno della lira. Infatti, con .& nazionalizzazione e la gestione unitaria della produzione e distribuzione di energia elettrica, l'Enel ha realizzato quelle eh* si definiscono «economie di scala», cioè cos. minori derivanti da un'attività esercitata su scala maggiore. Olio combustibile Rispetto al 1963, primo anno di «esercizio» dell'Enel, oggi, le vendite di energia elettrica in Italia sono più che raddoppiate, mentre il percorso medio dell'energia sulla rete di trasporto (uno dei costi maggiori, anche per la dispersione che comporta) è sceso da 186 a 129 chilometri Sono economie che permetterebbero di limitare a un 20 per cento circa l'aumento delle tariffe elettriche, se non c: fosse stato, però, il forte rincaro dell'olio combustibile necessario per far funzionare 1.; centrali termiche, che forniscono i due terzi dell'energia elettrica prodotta, e per gli altri usi connessi al servizio All'Enel affermano che il costo del combustibile è passato in due anni, dal 1972 al 1974, da 200 a 600 miliardi circa. Mario Salvatorelli