EUROPA

EUROPA EUROPA scorreranno infatti ora sollevati da terra per non sciogliere il « permafrost » e ora nel sottosuolo in profondità, dove e possibile. Veri e propri ponti saranno creati per rispettare le « piste » usate dagli animali per le loro migrazioni stagionali. Un sistema di sottostazioni con valvole (dodici) verrà creato per bloccare in 7 secondi al massimo ogni fuga di petrolio, sempre possibile soprattutto in una terra fortemente vulcanica come l'Alaska. E tutto questo aumenta i costi in maniera enorme. Tuttavia, sorvolando queste terre di feroce bellezza (in questa stagione la temperatura media è inferiore ai 30 gradi sotto zero), osservando la corsa degli ultimi branchi di lupi selvaggi, ascoltando per un istante quello che gli ecologi chiamano « the cray of wilderness », il grido della natura, sopravvive acuto il sentimento di una profanazione. Quel tubo che passerà ad una quota massima di 1097 metri, al passo Isabella, a 800 metri nelle meravigliose Chugach Mountains, che scenderà nelle gole del Keystone Canyon, è una cicatrice che deturperà per sempre il volto dell'Alaska. Ma la fame di energia ha travolto ogni dubbio: i giacimenti della Prudhoe Bay saranno in grado di fornire nel '78, data prevista della fine dei lavori, almeno due milioni di barili di greggio al giorno che le superpetroliere da 200 mila tonnellate porteranno da Vuldez alle raffinerie della California. E' più della quota di petrolio che oggi gli Usa importano, un passo enorme verso l'indipendenza energetica. Il giacimento è tra i più grandi del mondo, forse superiore anche alle riserve saudite (è una di quelle « molle Arabie » che Nixon disse esistono negli Stati Uniti). Infine, l'Alaska è anche una pedina politica di estrema importanza: il petrolio dell'estremo Nord è parte di quelle promesse fatte da Nixon e Kissinger agli europei per ricondurli alla disciplina atlantica. Per anni, si sono cercate alternative all'oleodotto per trasportare il petrolio artico e l'ultimo tentativo fu il « progetto Manhattan »: una petroliera forzò il mitico « passaggio a Nord-ovest » e riusci ad attraccare a Prudhoe. Ma, alla fine del suo viaggio, si scoprì che essa aveva consumato quasi tanto petrolio quanto ne aveva potuto trasportare. L'oleodotto, in realtà è sempre stato caro a tutti, era la sola via possibile per raggiungere i giacimenti. E' proprio nella baia di Prudhoe che la costruzione della Alaska pipeline assume tutta la sua dimensione titanica: qui, per sessanta giorni l'anno è notte perenne e il lavoro si concentra praticamente in cinque mesi, quando il sole non tramonta mai. Ma il clima che regna in questa comunità di monaci della religione energetica e industriale è affascinante: si avverte la sensazione di essere veramente alle frontiere del mondo, geografiche ed economiche. Nel bene e nel male, questa pipeline, i suoi gangli nervosi, i settanta fiumi che attraverserà sono la sintesi delle conquiste della civiltà industriale e dei prezzi tremendi che essa, che noi tutti dobbiamo pagare. « Ma — ci ha detto un ingegnere di Boston recluso da otto mesi a Prudhoe — provate a chiedere ad un automobilista in secco davanti a un distributore vuoto se preferisce la vita dì un caribù o un gallone di benzina ».

Persone citate: Arabie, Kissinger, Nixon

Luoghi citati: Alaska, Boston, California, Manhattan, Stati Uniti, Usa