Nùrburgring: tumulti per le corse mancate di Giorgio Viglino

Nùrburgring: tumulti per le corse mancate Contestati gli organizzatori Nùrburgring: tumulti per le corse mancate Anche ieri gare con sei partenti - Solo il prezzo del biglietto non si riduce - Scontri con la polizia - Le provocatorie dichiarazioni di Bosch Persino il pubblico tedesco si è accorto che il Gran Premio di Germania motociclistico non si è disputato e che i sei corridori messi dagli organizzatori hanno dato vita a gare ridicole. Sono stati prima sonoramente fischiati i « crumiri » dalle trentamila persone affluite al circuito, in parte male informate dalla agnostica e quindi colpevole stampa tedesca, e in parte impossibilitate a cambiar destinazione risiedendo in loco ormai da qualche giorno. Poi è toccato agli organizzatori. A centinaia gli spettatori hanno dato l'assalto alle palazzine dell'organizzazione, hanno invaso il tratto di pista antistante la tribuna principale contestando vivacemente gli organizzatori unici e autentici colpevoli del mancato spettacolo. Partiti tutti, i campioni e le mezze figure, non è stato più possibile all'ineffabile signor Bosch trovare un capro espiatorio. Messo in angolo non ha trovato di meglio che chiedere l'intervento della polizia a difesa di un incasso palesemente frutto di rapina, visto che lo spettacolo non ci sarebbe stato e anche gli incidenti che ne sono sortiti sono da ascrivere alla sua esclusiva responsabilità. L'aver insistito nella continuazione della ridicola imitazione delle gare ha provocato agli impianti fissi del circuito danni non indifferenti. Sono volati sassi che hanno spezzato parecchie delle vetrate sottostanti le tribune, un paio di sbarramenti sono stati abbattuti e sono volate in pista bottiglie e oggetti vari. Il signor Bosch aveva dichiarato sabato al iBld che temeva incidenti per la giornata di ieri, ma non si è nemmeno sognato di rinunciare alla prova e prevenirli questi incidenti. Rovesciando, come è sua abitudine i termini della questione, diceva testualmente: «Non vorrei che anche il pubblico dopo i corridori mi rovinasse la corsa ». Questo Bosch, personaggio squallido e superato — ne esistono anche in Italia e lo sappiamo bene — il giocattolo se lo è rotto da solo. Ora ha la faccia tosta di chiedere la squalifica di chi ha agito per cercare di salvare la pelle. Il suo vice Vorster, è stato così sciocco da dichiarare: « Vent'anni fa sospendemmo anche il grande Geoff Duke, perché non dovremmo farlo con questi qui?». L'accoppiata Bosch-Vorster non ha capito che questi vent'anni sono passati con un certo utile. Certo siamo ancora agli organizzatori privati, alla speculazione sulla pelle degli altri, all'ammucchiamento del pubblico in impianti inadatti, ma molte cose sono cambiate. Soprattutto non conviene più a nessuno che il motociclismo produca morti o invalidi, perché altrimenti a livello commerciale come si riesce a persuadere l'acquirente potenziale a comperare per sé una motocicletta? I personaggi come Bosch debbono scomparire, quantomeno essere messi da parte a livello decisionale. In fondo è quello che succede in Italia, dove sta acquistando sempre più rilievo uno dei pochi dirigenti preparati e capaci, l'ingegner Paglia, che con schiettezza ha accettato proprio in questo momento « caldo » di far parte della commissione per la sicurezza dei circuiti con piloti e rappresentanti delle Case. Il motociclismo è cresciuto, non accetta più chi non è all'altezza di dirigerlo. Giorgio Viglino Nùrburgring. Agostini discute con alcuni spettatori (Telefoto) Nùrburgring: tumulti per le corse mancate Contestati gli organizzatori Nùrburgring: tumulti per le corse mancate Anche ieri gare con sei partenti - Solo il prezzo del biglietto non si riduce - Scontri con la polizia - Le provocatorie dichiarazioni di Bosch Persino il pubblico tedesco si è accorto che il Gran Premio di Germania motociclistico non si è disputato e che i sei corridori messi dagli organizzatori hanno dato vita a gare ridicole. Sono stati prima sonoramente fischiati i « crumiri » dalle trentamila persone affluite al circuito, in parte male informate dalla agnostica e quindi colpevole stampa tedesca, e in parte impossibilitate a cambiar destinazione risiedendo in loco ormai da qualche giorno. Poi è toccato agli organizzatori. A centinaia gli spettatori hanno dato l'assalto alle palazzine dell'organizzazione, hanno invaso il tratto di pista antistante la tribuna principale contestando vivacemente gli organizzatori unici e autentici colpevoli del mancato spettacolo. Partiti tutti, i campioni e le mezze figure, non è stato più possibile all'ineffabile signor Bosch trovare un capro espiatorio. Messo in angolo non ha trovato di meglio che chiedere l'intervento della polizia a difesa di un incasso palesemente frutto di rapina, visto che lo spettacolo non ci sarebbe stato e anche gli incidenti che ne sono sortiti sono da ascrivere alla sua esclusiva responsabilità. L'aver insistito nella continuazione della ridicola imitazione delle gare ha provocato agli impianti fissi del circuito danni non indifferenti. Sono volati sassi che hanno spezzato parecchie delle vetrate sottostanti le tribune, un paio di sbarramenti sono stati abbattuti e sono volate in pista bottiglie e oggetti vari. Il signor Bosch aveva dichiarato sabato al iBld che temeva incidenti per la giornata di ieri, ma non si è nemmeno sognato di rinunciare alla prova e prevenirli questi incidenti. Rovesciando, come è sua abitudine i termini della questione, diceva testualmente: «Non vorrei che anche il pubblico dopo i corridori mi rovinasse la corsa ». Questo Bosch, personaggio squallido e superato — ne esistono anche in Italia e lo sappiamo bene — il giocattolo se lo è rotto da solo. Ora ha la faccia tosta di chiedere la squalifica di chi ha agito per cercare di salvare la pelle. Il suo vice Vorster, è stato così sciocco da dichiarare: « Vent'anni fa sospendemmo anche il grande Geoff Duke, perché non dovremmo farlo con questi qui?». L'accoppiata Bosch-Vorster non ha capito che questi vent'anni sono passati con un certo utile. Certo siamo ancora agli organizzatori privati, alla speculazione sulla pelle degli altri, all'ammucchiamento del pubblico in impianti inadatti, ma molte cose sono cambiate. Soprattutto non conviene più a nessuno che il motociclismo produca morti o invalidi, perché altrimenti a livello commerciale come si riesce a persuadere l'acquirente potenziale a comperare per sé una motocicletta? I personaggi come Bosch debbono scomparire, quantomeno essere messi da parte a livello decisionale. In fondo è quello che succede in Italia, dove sta acquistando sempre più rilievo uno dei pochi dirigenti preparati e capaci, l'ingegner Paglia, che con schiettezza ha accettato proprio in questo momento « caldo » di far parte della commissione per la sicurezza dei circuiti con piloti e rappresentanti delle Case. Il motociclismo è cresciuto, non accetta più chi non è all'altezza di dirigerlo. Giorgio Viglino Nùrburgring. Agostini discute con alcuni spettatori (Telefoto)

Persone citate: Agostini, Geoff Duke, Paglia

Luoghi citati: Germania, Italia