"Siamo sicuri: Sossi è nascosto a Gonova"

"Siamo sicuri: Sossi è nascosto a Gonova" Gli inquirenti fanno il punto sulle indagini "Siamo sicuri: Sossi è nascosto a Gonova" Il capo della squadra politica: "Le 26 strade di uscita dalla città sono presidiate; il mare è sorvegliato in continuazione" - I rapitori corrono meno rischi restando nascosti nel loro covo - Protezione speciale per i due magistrati accusati dal volantino (Segue dalla 1" pagina) di prigionieri politici. Cosa ne pensa? «A questo proposito c'è un accenno molto generico. Ma se chiedessero effettivamente uno scambio, io personalmente direi di no. Comunque, la decisione non sarebbe di mia competenza. E' un argomento che riguarda il Ministero». Il dottor Luigi Meloni, sostituto procuratore di turno, ha aggiunto: «A questo punto, le indagini non possono che riprendere in tutte le direzioni. Noi, però, essendo la vittima un magistrato, siamo chiamati ad operare soltanto per gli atti urgenti. L'inchiesta vera e propria dovrà essere affidata dalia Cassazione a una procura diversa da quella di Genova». Alle 12,30 i giornalisti sono stati ricevuti dal dottor Catalano, dirigente la squadra politica di Genova, per una conferenza stampa. Ne riportiamo, sintetizzandole, le domande e le risposte più significative. Come vi è arrivato il comunicato delle «Brigate rosse» e perché non è stato reso pubblico subito? «Un'anziana vedova, Irma Bolge, abitante in via Armenia (sempre nella zona dov'è stato sequestrato il dottor Sossi e dove sono stati trovati gli automezzi usati per il rapimento, dov'è stato anche lasciato il primo comunicato delle Brigate rosse) ha ricevuto verso le 17 di venerdì una telefonata. Uno sconosciuto le ha detto che nella sua buca delle lettere c'era una busta per la polizia e l'ha pregata di telefonare al 113. La donna si è spaventata, e, dopo essersi consultata con i vicini di casa, ci ha avvertiti. Non abbiamo informato i giornalisti anche per non far pubblicità alle "Brigate rosse" e vedere cosa succedeva. Non è accaduto nulla. Loro hanno telefonato ad un giornale la mattina dopo. La decisione comunque è stata concordata con la magistratura, come tutte le altre, perché non esìstono contrasti fra noi ed i magistrati». E' possibile escludere che Sossi sia stato portato fuori Genova? «Lo escluderei. Avevamo predisposto i servizi idonei, non dovrebbe essere stato possibile, almeno in linea di massima. Per uscire da Genova ci sono 26 strade. Erano tutte presidiate da posti di blocco. Abbiamo controllato auto, furgoni, camion e anche i loro carichi. Il mare poi è sorvegliato in continuazione da quattro motoscafi della polizia marittima e da quelli della Guardia di finanza». Sostanzialmente lei pensa che le «Brigate rosse» abbiano un rifugio sicuro e che per loro sarebbe più pericoloso cercare di abbandonare la città che non star fermi nel loro covo. «Esattamente. Mettendomi nei loro panni, non mi muoverei. Avendo predisposto un piano accurato, non hanno problemi e pensano di non correre alcun rischio. Evidentemente non hanno neppur paura delle nostre perquisì zioni». Nei giorni scorsi avete detto che le «Brigate rosse» erano composte da persone intelligenti, che avrebbero presto liberato l'ostaggio. Questa vostra affermazione rimane va lida anche dopo l'ultimo vo lantino? «Certo, ora le cose sono diverse. Comunque io nutro sempre un certo ottimismo sulla vita di Sossi». Secondo lei, il volantino parla di uno scambio fra Sossi e qualche detenuto politico? «A mio avviso no, ad ogni modo una simile richiesta non potrebbe essere accettata. E' da escludere che si possa sottostare ad un ricatto del genere. I rapitori sanno benissimo che, chiedendo una cosa simile, otterrebbero un netto rifiuto. E questo per loro rappresenterebbe una sconfìtta politica. Se si dovesse comunque decidere per uno scambio, è chiaro che la scelta non spetterebbe a noi». Per prevenire il ripetersi di analoghi rapimenti, la vigilanza è stata estesa ad altri magistrati? «Sì. Riguarda i magistrati menzionati nell'ultimo comunicato delle "Brigate rosse", i dottori Coco e Castellano. Io e Nicoliello sappiamo difenderci de soli. La sorveglianza predisposta è personale e dura 24 ore su 24». Di che cosa l'accusano le « Brigate Rosse »? «Di complicità con parte della magistratura e la famiglia Gadolla, ma non capisco a cosa si riferiscano. Mi sono interessato del rapimento Ga¬ dolla semplicemente per aiutare i colleghi della Squadra mobile, non per motivi politici. Non supponevo neppure che dietro vi potesse essere un'organizzazione politica. La storia dei Gap e degli attentati è venuta fuori soltanto molto più tardi, dopo l'omicidio del fattorino Floris, quando trovam'mo la radio nell'officina di Rossi». Pensa che la prigionia del dottor Sossi durerà ancora a lungo; che possa protrarsi fino al giorno del referendum, ad esempio? Ritiene che il dottor Sossi stia «confessando»? «Sicuramente l'interrogatorio del dottor Sossi durerà ancora a lungo. Pensate a quanti sono i capi d'imputazione scritti nel primo comunicato delle "Brigate rosse", (per l'esattezza sono undici) e dal terzo comunicato si capisce che per ora lo stanno interrogando soltanto sui primi tre. Come minimo ritengo che non possa venir liberato prima di una decina di giorni. Penso anche che il magistrato stia parlando. Comunque, sia sull'interpretazione dell'ultimo comunicato, sia per rispondere con maggior sicurezza anche agli altri interrogativi, ritengo sia necessario attendere il prossimo comunicato delle "Brigate rosse" che, a mio avviso, non tarderà ad arrivare». u. z. Genova. Il procuratore della Repubblica, Coco (Ansa) "Siamo sicuri: Sossi è nascosto a Gonova" Gli inquirenti fanno il punto sulle indagini "Siamo sicuri: Sossi è nascosto a Gonova" Il capo della squadra politica: "Le 26 strade di uscita dalla città sono presidiate; il mare è sorvegliato in continuazione" - I rapitori corrono meno rischi restando nascosti nel loro covo - Protezione speciale per i due magistrati accusati dal volantino (Segue dalla 1" pagina) di prigionieri politici. Cosa ne pensa? «A questo proposito c'è un accenno molto generico. Ma se chiedessero effettivamente uno scambio, io personalmente direi di no. Comunque, la decisione non sarebbe di mia competenza. E' un argomento che riguarda il Ministero». Il dottor Luigi Meloni, sostituto procuratore di turno, ha aggiunto: «A questo punto, le indagini non possono che riprendere in tutte le direzioni. Noi, però, essendo la vittima un magistrato, siamo chiamati ad operare soltanto per gli atti urgenti. L'inchiesta vera e propria dovrà essere affidata dalia Cassazione a una procura diversa da quella di Genova». Alle 12,30 i giornalisti sono stati ricevuti dal dottor Catalano, dirigente la squadra politica di Genova, per una conferenza stampa. Ne riportiamo, sintetizzandole, le domande e le risposte più significative. Come vi è arrivato il comunicato delle «Brigate rosse» e perché non è stato reso pubblico subito? «Un'anziana vedova, Irma Bolge, abitante in via Armenia (sempre nella zona dov'è stato sequestrato il dottor Sossi e dove sono stati trovati gli automezzi usati per il rapimento, dov'è stato anche lasciato il primo comunicato delle Brigate rosse) ha ricevuto verso le 17 di venerdì una telefonata. Uno sconosciuto le ha detto che nella sua buca delle lettere c'era una busta per la polizia e l'ha pregata di telefonare al 113. La donna si è spaventata, e, dopo essersi consultata con i vicini di casa, ci ha avvertiti. Non abbiamo informato i giornalisti anche per non far pubblicità alle "Brigate rosse" e vedere cosa succedeva. Non è accaduto nulla. Loro hanno telefonato ad un giornale la mattina dopo. La decisione comunque è stata concordata con la magistratura, come tutte le altre, perché non esìstono contrasti fra noi ed i magistrati». E' possibile escludere che Sossi sia stato portato fuori Genova? «Lo escluderei. Avevamo predisposto i servizi idonei, non dovrebbe essere stato possibile, almeno in linea di massima. Per uscire da Genova ci sono 26 strade. Erano tutte presidiate da posti di blocco. Abbiamo controllato auto, furgoni, camion e anche i loro carichi. Il mare poi è sorvegliato in continuazione da quattro motoscafi della polizia marittima e da quelli della Guardia di finanza». Sostanzialmente lei pensa che le «Brigate rosse» abbiano un rifugio sicuro e che per loro sarebbe più pericoloso cercare di abbandonare la città che non star fermi nel loro covo. «Esattamente. Mettendomi nei loro panni, non mi muoverei. Avendo predisposto un piano accurato, non hanno problemi e pensano di non correre alcun rischio. Evidentemente non hanno neppur paura delle nostre perquisì zioni». Nei giorni scorsi avete detto che le «Brigate rosse» erano composte da persone intelligenti, che avrebbero presto liberato l'ostaggio. Questa vostra affermazione rimane va lida anche dopo l'ultimo vo lantino? «Certo, ora le cose sono diverse. Comunque io nutro sempre un certo ottimismo sulla vita di Sossi». Secondo lei, il volantino parla di uno scambio fra Sossi e qualche detenuto politico? «A mio avviso no, ad ogni modo una simile richiesta non potrebbe essere accettata. E' da escludere che si possa sottostare ad un ricatto del genere. I rapitori sanno benissimo che, chiedendo una cosa simile, otterrebbero un netto rifiuto. E questo per loro rappresenterebbe una sconfìtta politica. Se si dovesse comunque decidere per uno scambio, è chiaro che la scelta non spetterebbe a noi». Per prevenire il ripetersi di analoghi rapimenti, la vigilanza è stata estesa ad altri magistrati? «Sì. Riguarda i magistrati menzionati nell'ultimo comunicato delle "Brigate rosse", i dottori Coco e Castellano. Io e Nicoliello sappiamo difenderci de soli. La sorveglianza predisposta è personale e dura 24 ore su 24». Di che cosa l'accusano le « Brigate Rosse »? «Di complicità con parte della magistratura e la famiglia Gadolla, ma non capisco a cosa si riferiscano. Mi sono interessato del rapimento Ga¬ dolla semplicemente per aiutare i colleghi della Squadra mobile, non per motivi politici. Non supponevo neppure che dietro vi potesse essere un'organizzazione politica. La storia dei Gap e degli attentati è venuta fuori soltanto molto più tardi, dopo l'omicidio del fattorino Floris, quando trovam'mo la radio nell'officina di Rossi». Pensa che la prigionia del dottor Sossi durerà ancora a lungo; che possa protrarsi fino al giorno del referendum, ad esempio? Ritiene che il dottor Sossi stia «confessando»? «Sicuramente l'interrogatorio del dottor Sossi durerà ancora a lungo. Pensate a quanti sono i capi d'imputazione scritti nel primo comunicato delle "Brigate rosse", (per l'esattezza sono undici) e dal terzo comunicato si capisce che per ora lo stanno interrogando soltanto sui primi tre. Come minimo ritengo che non possa venir liberato prima di una decina di giorni. Penso anche che il magistrato stia parlando. Comunque, sia sull'interpretazione dell'ultimo comunicato, sia per rispondere con maggior sicurezza anche agli altri interrogativi, ritengo sia necessario attendere il prossimo comunicato delle "Brigate rosse" che, a mio avviso, non tarderà ad arrivare». u. z. Genova. Il procuratore della Repubblica, Coco (Ansa)

Luoghi citati: Genova