L'Inter ha dettato legge per un'ora poi è scattata la rimonta della Roma di Giulio Accatino

L'Inter ha dettato legge per un'ora poi è scattata la rimonta della Roma Retrocessione: i giallorossi e il Vicenza virtualmente fuori dalla zona calda L'Inter ha dettato legge per un'ora poi è scattata la rimonta della Roma A Napoli un incredibile pareggio tra nerazzurri e giallorossi - Tattica sbagliata dei milanesi o ridotta autonomia atletica? Roma Inter 3 3 ROMA: Conti 6; Peccenini 5, Rocca 6; Morini 7, Santarlni 6, Batistoni 5; Negrisolo 6, Domengliini 6, Prati 6, Cordova 7, Spadoni 6. INTER: Bordon 7; Fedele 6, Pacchetti 6; Bertlnl 5, Giubertoni 6, Burgnich 6; Mariani 6, Mazzola 7, Boninsegna 7, Scala 6 [dal 68' Massa s.v.j, Moro 5. ARBITRO: Agnolin 6. RETI: Scala al 5', autogol Burgnich al 20', Mazzola al 28', Boninsegna al 69', Negrisolo al 78', Morini all'81'. (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 21 aprile. Un incredibile tre a tre, che premia la Roma per la sua volonterosa rincorsa e che condanna l'Inter al quarto posto della classifica. Pareva una partita facile per i milanesi; avevano segnato in apertura con Scala e, subito l'uno a uno per autogol, gli uomini di Masiero ritornavano alla carica passando in vantaggio con Mazzola e portando il loro bottino addirittura a tre gol con Boninsegna. Pareva fatta, invece proprio a quel punto esplodeva la Roma. Domenghini — che prima aveva sbagliato molto — e Cordova, prendevano il comando delle azioni e tutti gli altri giallo rossi si rovesciavano sotto la porta di Bordon in un assalto senza soluzione dì continuità Un gol di Prati veniva annullato per fallo di Morini sul portiere, ma la pressione gial lorossa si faceva più insistente ed ecco le reti di Negrisolo e di Morini a suggellare un pareggio a cui nessuno più credeva. Gli interisti meno di tutti. Ed è bene dire che, in parte almeno, è colpa anche loro. Sul tre a uno, infatti, i nerazzurri hanno cercato di «addormentare la partita», arretrando le mezze ali e i mediani sul limite dell'area di rigore. D'accordo che i romanisti premevano, ma quando si hanno in campo uomini del valore di Mazzola, di Moro, di Bertini e di Scala, non si deve rinunciare a giocare con la sola speranza di faticare meno. Perché si finisce per correre di più e anche per buscare dei gol. L'Inter aveva iniziato alla grande, sicura in difesa con Facchetti, Giubertoni e Burgnich in buona evidenza, dinamica a centrocampo per il lavoro continuo di Scala, di Bertini e dello stesso Fedele, e potenti all'attacco per le improvvisazioni di Mariani e la decisione di Boninsegna. Mazzola stava a ridosso dei mediani tentando a volte attacchi preziosissimi. Al primo minuto i nerazzurri fallivano un gol con Boninsegna che non riusciva a sfruttare una favorevole occasione. Santarini respingeva e Moro, solo, falliva la porta di Conti in modo incredibile. Il punto veniva poco dopo, al 5': era merito esclusivo e personale di Scala che superava due avversari in velocità, ingannava con una finta i difensori che quasi si «aprivano» per permettere al nerazzurro di battere Conti con un tiro piazzato. Per la Roma, che si era presentata decisa a non perdere (nella formazione ideata da Liedholm, il terzino Negrisolo era all'ala destra e c'era un solo attaccante vero, Prati), la situazione si faceva presto difficile. Comunque, dopo un quarto d'ora veniva il pareggio: Spadoni lanciava verso Prati che il guardalinee segnalava in fuorigioco. L'arbitro Agnolin non seguiva l'indicazione del suo collaboratore e Prati toccava a sinistra dove sopraggiungeva Morini. Burgnich, nel tentativo di respingere, e Morini, nel tentativo di calciare, colpivano assieme; la palla prendeva una direzione strana, ingannava Bordon e finiva in rete: uno a uno al 20'. Diranno tutti dopo che era autogol di Burgnich. I nerazzurri riprendevano la loro offensiva. Mazzola suggeriva, Mariani correva, Boninsegna creava grattacapi a Batistoni. In pochi minuti l'Inter passava nuovamente in vantaggio: Mariani calciava un «angolo» e Facchetti di testa deviava la sfera verso Mazzola; liberissimo, Sandro fermava con il destro e si faceva scivolare la palla sul sinistro, calciando con violenza alle spalle di Conti. I padroni di casa — si fa per dire in quanto si giocava sul campo neutro di Napoli — subivano un autentico choc. Sbagliavano tutto, permettendo all'Inter di chiudere il tempo quasi da dominatrice. Per poco Boninsegna non realizzava ancora il terzo gol al 41'. Su un collettivo errore dei giallorossi, il centravanti aveva la palla buona, ma colpiva in pieno il portiere Conti in uscita. I romanisti riprendevano coraggio, ma attaccavano con ansia, tiravano senza precisione e subivano i contropiedi avversari. Bordon salvava due situazioni pericolose e Agnolin annullava un gol di Prati per precedente fallo di Morini sul portiere (66'). Ma ai 69' ecco la terza rete interista. Era tutto merito di Boninsegna che ingannava con un abile palleggio Batistoni e Morini calciando di prepotenza alle spalle di Conti. Sul tre a uno pareva proprio finita per la Roma. Invece gli uomini di Liedholm avevano un'insperata reazione. Si potrà dire che a favorire la rimonta sia stata la tattica rinunciataria dell'Inter, ma bisogna anche ammettere che lo spirito di reazione dei romani è stato veramente encomiabile. Al 78' realizzava Negrisolo su azione susseguente a calcio d'angolo, ed all'81' terzo gol di Morini, an- cora su azione di corner, battuto da Spadoni. Finiva tre a tre con la Soma ancora all'attacco, una Roma capace di chiudere nellR sva area un'Inter sfiatata. L'Inter ha giocato meglio nel primo tempo, e l'abbiamo già detto. Anzi, ha giocato meglio per un'ora buona, poi ha subito gli avversari. Perché? Siamo ai primi caldi e molti nerazzurri hanno accusato la fatica di un torneo che dura da parecchi mesi. Certo l'Inter dell'ultima mezz'ora lascia pensare anche a qualche errore di preparazione atletica. Non diciamo che sia colpa di Masiero; potrebbe essere anche colpa di Herrera, la realtà però è che i nerazzurri a Napoli hanno dimostrato un'autonomia di un'ora soltanto. La squadra è forte. Gioca con i terzini che si sganciano, con Mazzola suggeritore impareggiabile e con Boninsegna che lotta e cerca a tutti i costi il gol. La scarsa tenuta atletica pressoché generale annulla però le considerazioni favorevoli raccolte all'inizio della partita. E ora a otto punti dalla Lazio e a cinque dalla Juventus, l'Inter non può più che sperare in un piazzamento utile per la Coppa Uefa. La Roma respira dopo aver tremato. La sua reazione è stata bella ed entusiasmante, il pareggio è il risultato più giusto. A quota 28 i giallorossi si sentono quasi tranquilli. Circa trentamila tifosi hanno seguito la Roma in questa sua ultima peregrinazione per la squalifica del campo. Sono cifre impressionanti. Però non si può dimenticare che giocando a Napoli la società giallorossa ha perso qualcosa come cinquanta milioni. Gli incidenti di Roma-Lazio si fanno ancora sentire, almeno per il cassiere. Giulio Accatino Napoli. Il « libero » Burgnich (a sinistra) realizza una clamorosa autorete (Telefoto) Boninsegna L'Inter ha dettato legge per un'ora poi è scattata la rimonta della Roma Retrocessione: i giallorossi e il Vicenza virtualmente fuori dalla zona calda L'Inter ha dettato legge per un'ora poi è scattata la rimonta della Roma A Napoli un incredibile pareggio tra nerazzurri e giallorossi - Tattica sbagliata dei milanesi o ridotta autonomia atletica? Roma Inter 3 3 ROMA: Conti 6; Peccenini 5, Rocca 6; Morini 7, Santarlni 6, Batistoni 5; Negrisolo 6, Domengliini 6, Prati 6, Cordova 7, Spadoni 6. INTER: Bordon 7; Fedele 6, Pacchetti 6; Bertlnl 5, Giubertoni 6, Burgnich 6; Mariani 6, Mazzola 7, Boninsegna 7, Scala 6 [dal 68' Massa s.v.j, Moro 5. ARBITRO: Agnolin 6. RETI: Scala al 5', autogol Burgnich al 20', Mazzola al 28', Boninsegna al 69', Negrisolo al 78', Morini all'81'. (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 21 aprile. Un incredibile tre a tre, che premia la Roma per la sua volonterosa rincorsa e che condanna l'Inter al quarto posto della classifica. Pareva una partita facile per i milanesi; avevano segnato in apertura con Scala e, subito l'uno a uno per autogol, gli uomini di Masiero ritornavano alla carica passando in vantaggio con Mazzola e portando il loro bottino addirittura a tre gol con Boninsegna. Pareva fatta, invece proprio a quel punto esplodeva la Roma. Domenghini — che prima aveva sbagliato molto — e Cordova, prendevano il comando delle azioni e tutti gli altri giallo rossi si rovesciavano sotto la porta di Bordon in un assalto senza soluzione dì continuità Un gol di Prati veniva annullato per fallo di Morini sul portiere, ma la pressione gial lorossa si faceva più insistente ed ecco le reti di Negrisolo e di Morini a suggellare un pareggio a cui nessuno più credeva. Gli interisti meno di tutti. Ed è bene dire che, in parte almeno, è colpa anche loro. Sul tre a uno, infatti, i nerazzurri hanno cercato di «addormentare la partita», arretrando le mezze ali e i mediani sul limite dell'area di rigore. D'accordo che i romanisti premevano, ma quando si hanno in campo uomini del valore di Mazzola, di Moro, di Bertini e di Scala, non si deve rinunciare a giocare con la sola speranza di faticare meno. Perché si finisce per correre di più e anche per buscare dei gol. L'Inter aveva iniziato alla grande, sicura in difesa con Facchetti, Giubertoni e Burgnich in buona evidenza, dinamica a centrocampo per il lavoro continuo di Scala, di Bertini e dello stesso Fedele, e potenti all'attacco per le improvvisazioni di Mariani e la decisione di Boninsegna. Mazzola stava a ridosso dei mediani tentando a volte attacchi preziosissimi. Al primo minuto i nerazzurri fallivano un gol con Boninsegna che non riusciva a sfruttare una favorevole occasione. Santarini respingeva e Moro, solo, falliva la porta di Conti in modo incredibile. Il punto veniva poco dopo, al 5': era merito esclusivo e personale di Scala che superava due avversari in velocità, ingannava con una finta i difensori che quasi si «aprivano» per permettere al nerazzurro di battere Conti con un tiro piazzato. Per la Roma, che si era presentata decisa a non perdere (nella formazione ideata da Liedholm, il terzino Negrisolo era all'ala destra e c'era un solo attaccante vero, Prati), la situazione si faceva presto difficile. Comunque, dopo un quarto d'ora veniva il pareggio: Spadoni lanciava verso Prati che il guardalinee segnalava in fuorigioco. L'arbitro Agnolin non seguiva l'indicazione del suo collaboratore e Prati toccava a sinistra dove sopraggiungeva Morini. Burgnich, nel tentativo di respingere, e Morini, nel tentativo di calciare, colpivano assieme; la palla prendeva una direzione strana, ingannava Bordon e finiva in rete: uno a uno al 20'. Diranno tutti dopo che era autogol di Burgnich. I nerazzurri riprendevano la loro offensiva. Mazzola suggeriva, Mariani correva, Boninsegna creava grattacapi a Batistoni. In pochi minuti l'Inter passava nuovamente in vantaggio: Mariani calciava un «angolo» e Facchetti di testa deviava la sfera verso Mazzola; liberissimo, Sandro fermava con il destro e si faceva scivolare la palla sul sinistro, calciando con violenza alle spalle di Conti. I padroni di casa — si fa per dire in quanto si giocava sul campo neutro di Napoli — subivano un autentico choc. Sbagliavano tutto, permettendo all'Inter di chiudere il tempo quasi da dominatrice. Per poco Boninsegna non realizzava ancora il terzo gol al 41'. Su un collettivo errore dei giallorossi, il centravanti aveva la palla buona, ma colpiva in pieno il portiere Conti in uscita. I romanisti riprendevano coraggio, ma attaccavano con ansia, tiravano senza precisione e subivano i contropiedi avversari. Bordon salvava due situazioni pericolose e Agnolin annullava un gol di Prati per precedente fallo di Morini sul portiere (66'). Ma ai 69' ecco la terza rete interista. Era tutto merito di Boninsegna che ingannava con un abile palleggio Batistoni e Morini calciando di prepotenza alle spalle di Conti. Sul tre a uno pareva proprio finita per la Roma. Invece gli uomini di Liedholm avevano un'insperata reazione. Si potrà dire che a favorire la rimonta sia stata la tattica rinunciataria dell'Inter, ma bisogna anche ammettere che lo spirito di reazione dei romani è stato veramente encomiabile. Al 78' realizzava Negrisolo su azione susseguente a calcio d'angolo, ed all'81' terzo gol di Morini, an- cora su azione di corner, battuto da Spadoni. Finiva tre a tre con la Soma ancora all'attacco, una Roma capace di chiudere nellR sva area un'Inter sfiatata. L'Inter ha giocato meglio nel primo tempo, e l'abbiamo già detto. Anzi, ha giocato meglio per un'ora buona, poi ha subito gli avversari. Perché? Siamo ai primi caldi e molti nerazzurri hanno accusato la fatica di un torneo che dura da parecchi mesi. Certo l'Inter dell'ultima mezz'ora lascia pensare anche a qualche errore di preparazione atletica. Non diciamo che sia colpa di Masiero; potrebbe essere anche colpa di Herrera, la realtà però è che i nerazzurri a Napoli hanno dimostrato un'autonomia di un'ora soltanto. La squadra è forte. Gioca con i terzini che si sganciano, con Mazzola suggeritore impareggiabile e con Boninsegna che lotta e cerca a tutti i costi il gol. La scarsa tenuta atletica pressoché generale annulla però le considerazioni favorevoli raccolte all'inizio della partita. E ora a otto punti dalla Lazio e a cinque dalla Juventus, l'Inter non può più che sperare in un piazzamento utile per la Coppa Uefa. La Roma respira dopo aver tremato. La sua reazione è stata bella ed entusiasmante, il pareggio è il risultato più giusto. A quota 28 i giallorossi si sentono quasi tranquilli. Circa trentamila tifosi hanno seguito la Roma in questa sua ultima peregrinazione per la squalifica del campo. Sono cifre impressionanti. Però non si può dimenticare che giocando a Napoli la società giallorossa ha perso qualcosa come cinquanta milioni. Gli incidenti di Roma-Lazio si fanno ancora sentire, almeno per il cassiere. Giulio Accatino Napoli. Il « libero » Burgnich (a sinistra) realizza una clamorosa autorete (Telefoto) Boninsegna