Un attacco inglese alla Juventus

Un attacco inglese alla Juventus Sul "Sunday Times,, la storia di un tentativo di corruzione Un attacco inglese alla Juventus Si afferma che l'arbitro portoghese Lobo, che diresse Derby-Juventus, avrebbe ricevuto promesse di denaro da un emissario "italiano" - Insabbiata una denuncia all'Uefa? - E' un attacco anche contro Franchi Londra, 21 aprile. Accuse di tentativo di corruzione nei riguardi dell'arbitro di una partita di Coppa Campioni dello scorso anno — si tratta di Derby County-Juventus — sono pubblicate in prima pagina dal giornale inglese Sunday Times. Un articolo protetto da «copyright» a firma di Keith Botsford e Brian Glanville, con tutti i dettagli di una romanzesca storia occupa una intera pagina interna del giornale. Il Sunday Times scrive di avere la prova che l'arbitro internazionale Francisco Marques Lobo, un portoghese, si è visto offrire un viaggio in Italia e una somma di 2200 sterline, oltre alle chiavi di una automobile, prima della partita di ritorno, l'anno scorso, della semifinale della Coppa dei Campioni tra la squadra inglese del Derby County e la Juventus, che egli avrebbe dovuto dirigere. L'offerta, sempre secondo il Sunday Times, sarebbe stata fatta da Deszo Szolti, un ungherese attualmente abitante a Milano. Gli autori del servizio mettono in particolare sotto accusa il modo in cui viene amministrata la giustizia sportiva dall'Uefa. Si afferma infatti che l'arbitro Lobo denunciò regolarmente il tentativo di corruzione ma che l'Uefa lo ha minimizzato. Botsford e Glanville lasciano capire che l'atteggiamento della Uefa è spiegabile con la presenza di italiani nelle sue alte sfere direttive. Secondo il Sunday Times, i fatti si sarebbero svolti così. Il 17 marzo 1973, Francisco Marques Lobo fu chiamato al telefono nella sua casa di Lisbona da una persona identificatasi come «un signore italiano». L'interlocutore lo invitava a passare da lui all'Hotel Ritz per parlare di affari. L'arbitro prese tempo, si mise in contatto con il presidente della Associazione arbitri portoghese e ottenne l'autorizzazione ad accettare l'invito. L'interlocutore disse di essere Deszo Szolti, un profugo ungherese che vive da vent'anni in Italia. Quest'ultimo esordì annunciando a Lobo due cose che a quel tempo poteva sapere solo una persona molto addentro nell'Uefa: la sua designazione ad arbitro della Coppa del mondo 1974 e la designazione ad arbitrare la partita di ritorno delle semifinali di Coppa Campioni fra Derby County e Juventus. La cosa — ■ ha detto Lo¬ bo al Sunday Times — lo sorprese molto perché doveva ancora svolgersi la partita di andata a Torino e lo stesso Lobo non aveva ancora avuto, naturalmente, comunicazioni ufficiali di sorta. Szolti, continua il racconto dell'arbitro, disse di essere l'uomo incaricato del pagamento dei premi di partita dei giocatori bianconeri e di «non avere alcuna difficoltà a effettuare un pagamento di più» sottobanco. Szolti offrì 5 mila dollari (tre milioni di lire) all'arbitro portoghese e lo invito a Torino. Lobo disse solo di non poter andare a Torino, il che fece capire all'altro che il resto della proposta lo interessava. Rimasero d'accordo che si sarebbero risentiti. L'arbitro, chiamato il suo presidente, ottenne l'autorizzazione a portare avanti la cosa e ad allestire una specie di trappola per il misterioso personaggio. Valendosi della sua professione (ingegnere alla compagnia dei telefoni di Lisbona), Lobo registrò la successiva conversazione telefonica con Szolti. Il Times la riporta integralmente e, nelle battute finali del colloquio, si legge questa frase: «Lobo: allora eravamo rimasti d'accordo per 5000 dollari, vero?»; «Szolti: Sì». L'arbitro mandò quindi la registrazione della telefonata ai suoi superiori che la inoltrarono all'Uefa. Il giorno precedente all'incontro di ritorno fra Derby e Juventus, l'Uefa confermò la designazione di Lobo con una lettera nella quale non si faceva cenno ad alcuna indagine su Szolti o sulla Juventus. Per proteggere il suo arbitro, la Federazione portoghese mandò un osservatore straordinario a Derby ad assistere all'incontro. Lobo, afferma il Times, arbitrò con estrema correttezza, concedendo anche un rigore al Derby (tra l'altro sbagliato). Il risultato finale fu uno 0-0 che permise alla Juventus di entrare « meritatamente » in finale. L'accusato principale diventa, a questo punto — secondo gli autori dell'articolo — Artemio Franchi quale presidente dell'Uefa. Il giornale si chiede se non sia ora il caso di ostacolare la sua rielezione alla presidenza che viene data per scontata in vista dell'assemblea in programma il 22 maggio a Edimburgo. Il Times ac- cenna poi alle competenze del presidente della commissione disciplinare dell'Uefa, Franco Barbe, e del presidente della Juventus, Giampiero Boniperti. Botsford e Glanville sostengono di avere telefonato ai due dirigenti e di avere ottenuto da Barbe in particolare un frettoloso «io non ne so niente». Franchi avrebbe inizialmente accettato di essere intervistato il 16 aprile scorso, ma poi avrebbe rinviato l'incontro, facendosi negare nei successivi approcci dei due giornalisti inglesi. Quanto a Boniperti, l'incontro (riferisce il Times) si è concluso con questa secca battuta del presidente bianconero: «Non possiamo neanche prendere in considerazione una cosa del genere. Se ci sono matti così in giro...». Nella violenta requisitoria, i due giornalisti inglesi non esitano ad ammiccare ai lettori con un accenno al fatto che «episodi del genere non sono insoliti quando ci sono di messo squadre italiane». In particolare essi ricordano gli episodi «sospetti» di Milan-Leeds, finale di Coppa Coppe nel maggio 1973 (.«arbitrata tanto a danno del Leeds da causare la sospensione dell'arbitro greco Michas dalla sua federazione e dalla stessa Uefa»), e Inter-Borussia, nel 1964, semifinale di Coppa Campioni. Il Times ricorda che l'arbitro di questa ultima partita, lo jugoslavo Tesarne, fu trovato qualche tempo dopo a villeggiare in una località del Mediterraneo assieme ai due guardalinee della partita. Egli ammise tranquillamente eli essere lì, ospite dell'Inter (Ansa-Afp) Un attacco inglese alla Juventus Sul "Sunday Times,, la storia di un tentativo di corruzione Un attacco inglese alla Juventus Si afferma che l'arbitro portoghese Lobo, che diresse Derby-Juventus, avrebbe ricevuto promesse di denaro da un emissario "italiano" - Insabbiata una denuncia all'Uefa? - E' un attacco anche contro Franchi Londra, 21 aprile. Accuse di tentativo di corruzione nei riguardi dell'arbitro di una partita di Coppa Campioni dello scorso anno — si tratta di Derby County-Juventus — sono pubblicate in prima pagina dal giornale inglese Sunday Times. Un articolo protetto da «copyright» a firma di Keith Botsford e Brian Glanville, con tutti i dettagli di una romanzesca storia occupa una intera pagina interna del giornale. Il Sunday Times scrive di avere la prova che l'arbitro internazionale Francisco Marques Lobo, un portoghese, si è visto offrire un viaggio in Italia e una somma di 2200 sterline, oltre alle chiavi di una automobile, prima della partita di ritorno, l'anno scorso, della semifinale della Coppa dei Campioni tra la squadra inglese del Derby County e la Juventus, che egli avrebbe dovuto dirigere. L'offerta, sempre secondo il Sunday Times, sarebbe stata fatta da Deszo Szolti, un ungherese attualmente abitante a Milano. Gli autori del servizio mettono in particolare sotto accusa il modo in cui viene amministrata la giustizia sportiva dall'Uefa. Si afferma infatti che l'arbitro Lobo denunciò regolarmente il tentativo di corruzione ma che l'Uefa lo ha minimizzato. Botsford e Glanville lasciano capire che l'atteggiamento della Uefa è spiegabile con la presenza di italiani nelle sue alte sfere direttive. Secondo il Sunday Times, i fatti si sarebbero svolti così. Il 17 marzo 1973, Francisco Marques Lobo fu chiamato al telefono nella sua casa di Lisbona da una persona identificatasi come «un signore italiano». L'interlocutore lo invitava a passare da lui all'Hotel Ritz per parlare di affari. L'arbitro prese tempo, si mise in contatto con il presidente della Associazione arbitri portoghese e ottenne l'autorizzazione ad accettare l'invito. L'interlocutore disse di essere Deszo Szolti, un profugo ungherese che vive da vent'anni in Italia. Quest'ultimo esordì annunciando a Lobo due cose che a quel tempo poteva sapere solo una persona molto addentro nell'Uefa: la sua designazione ad arbitro della Coppa del mondo 1974 e la designazione ad arbitrare la partita di ritorno delle semifinali di Coppa Campioni fra Derby County e Juventus. La cosa — ■ ha detto Lo¬ bo al Sunday Times — lo sorprese molto perché doveva ancora svolgersi la partita di andata a Torino e lo stesso Lobo non aveva ancora avuto, naturalmente, comunicazioni ufficiali di sorta. Szolti, continua il racconto dell'arbitro, disse di essere l'uomo incaricato del pagamento dei premi di partita dei giocatori bianconeri e di «non avere alcuna difficoltà a effettuare un pagamento di più» sottobanco. Szolti offrì 5 mila dollari (tre milioni di lire) all'arbitro portoghese e lo invito a Torino. Lobo disse solo di non poter andare a Torino, il che fece capire all'altro che il resto della proposta lo interessava. Rimasero d'accordo che si sarebbero risentiti. L'arbitro, chiamato il suo presidente, ottenne l'autorizzazione a portare avanti la cosa e ad allestire una specie di trappola per il misterioso personaggio. Valendosi della sua professione (ingegnere alla compagnia dei telefoni di Lisbona), Lobo registrò la successiva conversazione telefonica con Szolti. Il Times la riporta integralmente e, nelle battute finali del colloquio, si legge questa frase: «Lobo: allora eravamo rimasti d'accordo per 5000 dollari, vero?»; «Szolti: Sì». L'arbitro mandò quindi la registrazione della telefonata ai suoi superiori che la inoltrarono all'Uefa. Il giorno precedente all'incontro di ritorno fra Derby e Juventus, l'Uefa confermò la designazione di Lobo con una lettera nella quale non si faceva cenno ad alcuna indagine su Szolti o sulla Juventus. Per proteggere il suo arbitro, la Federazione portoghese mandò un osservatore straordinario a Derby ad assistere all'incontro. Lobo, afferma il Times, arbitrò con estrema correttezza, concedendo anche un rigore al Derby (tra l'altro sbagliato). Il risultato finale fu uno 0-0 che permise alla Juventus di entrare « meritatamente » in finale. L'accusato principale diventa, a questo punto — secondo gli autori dell'articolo — Artemio Franchi quale presidente dell'Uefa. Il giornale si chiede se non sia ora il caso di ostacolare la sua rielezione alla presidenza che viene data per scontata in vista dell'assemblea in programma il 22 maggio a Edimburgo. Il Times ac- cenna poi alle competenze del presidente della commissione disciplinare dell'Uefa, Franco Barbe, e del presidente della Juventus, Giampiero Boniperti. Botsford e Glanville sostengono di avere telefonato ai due dirigenti e di avere ottenuto da Barbe in particolare un frettoloso «io non ne so niente». Franchi avrebbe inizialmente accettato di essere intervistato il 16 aprile scorso, ma poi avrebbe rinviato l'incontro, facendosi negare nei successivi approcci dei due giornalisti inglesi. Quanto a Boniperti, l'incontro (riferisce il Times) si è concluso con questa secca battuta del presidente bianconero: «Non possiamo neanche prendere in considerazione una cosa del genere. Se ci sono matti così in giro...». Nella violenta requisitoria, i due giornalisti inglesi non esitano ad ammiccare ai lettori con un accenno al fatto che «episodi del genere non sono insoliti quando ci sono di messo squadre italiane». In particolare essi ricordano gli episodi «sospetti» di Milan-Leeds, finale di Coppa Coppe nel maggio 1973 (.«arbitrata tanto a danno del Leeds da causare la sospensione dell'arbitro greco Michas dalla sua federazione e dalla stessa Uefa»), e Inter-Borussia, nel 1964, semifinale di Coppa Campioni. Il Times ricorda che l'arbitro di questa ultima partita, lo jugoslavo Tesarne, fu trovato qualche tempo dopo a villeggiare in una località del Mediterraneo assieme ai due guardalinee della partita. Egli ammise tranquillamente eli essere lì, ospite dell'Inter (Ansa-Afp)

Luoghi citati: Edimburgo, Italia, Lisbona, Londra, Milano, Torino