Jobert è favorevole per II 1980 a un "governo confederale a 9,, di Tito Sansa

Jobert è favorevole per II 1980 a un "governo confederale a 9,, Riunioni in Olanda e in Germania dei ministri europei Jobert è favorevole per II 1980 a un "governo confederale a 9,, I ministri degli Esteri della Cee hanno concordato nel castello di Gymnich, presso Colonia, un "comune cammino" per la Comunità - "L'Europa è una canna pieghevole" (Dal nostro corrispondente) Bonn, 21 aprile. I ministri degli Esteri della Cee, riuniti ieri e oggi al Castello di Gymnich, presso Colonia, in un'inconsueta «scampagnata politica» (senza scartoffie, senza esperti, senza ordine del giorno, senza deliberazioni, senza comunicati, senza interviste a giornalisti) sono ripartiti nel pomeriggio soddisfatti. Non soltanto per le due simpatiche giornate loro offerte dal ministro degli Esteri tedesco Walter Scheel, che faceva gli onori di casa con la moglie Mildred e per l'atmosfera di confidenziale intimità, ma anche per i risultati che sono stati raggiunti durante i due giorni di clausura. A Gymnich questi uomini che di solito dibattono i problemi di politica internazionale a Bruxelles, al Lussemburgo e nelle conferenze internazionali, sono rimasti per la prima volta soli, senza testimoni. Parlandosi a cuore aperto, in forma non ufficiale, sono riusciti ad avvicinare i propri punti di vista meglio che non in altre occasioni. Benché non siano state prese decisioni, i capi delle cancellerie hanno concordato un «comune procedere» dell'Europa dei Nove, senza mettere in forse l'obiettivo dell'unione europea entro il 1980. Tutti hanno dato prova di grande buona volontà, non si ha notizia di alcun contrasto. L'unico dei ministri che s'è fatto vedere dai giornalisti alla partenza dall'aeroporto militare di Colonia - Bonn è stato il francese Jobert. E' stato loquace, ha fugato i pessimismi diffusi in questi ultimi mesi, i quali «nelle pubbliche discussioni fanno apparire una Europa quasi sull'orlo della rovina». Paragonando l'Europa a una «canna pieghe- vole», il ministro francese ha accennato alla possibilità di superare gli ostacoli lasciando passare le tempeste, si è detto favorevole a «una specie di unione europea all'orizzonte del 1980», per un governo confederale europeo nel quale i diversi Stati continueranno a esìstere, e ha dato prova della buona volontà francese dicendo che sul problema delle consultazioni degli Stati Uniti non è il caso di irrigidirsi e dì perdere tempo complicando le cose e costruendo difficoltà supplementari. Soltanto quando gli è stato chiesto un pronostico su un possibile nuovo negoziato con la Gran Bretagna, Jobert si è chiuso. Tappatosi le orecchie, ha detto che lui conosce soltanto il Trattato di Roma e gli impegni di adesione che la Gran Bretagna ha sottoscritto. Jobert ha aggiunto tuttavia di ritenere che il 7 maggio il ministro britannico Callaghan recederà dalle posizioni annunciate al Lussemburgo ai primi di aprile. Callaghan che — secondo il portavoce tedesco von Pachelbel — a Gymnich si è sentito «di nuovo nel club europeo», non ha creato difficoltà, «è stato ad ascoltare». Il ministro degli Esteri italiano Aldo Moro ha insistito in particolare sull'urgenza dì varare una politica di sviluppo regionale (appoggiato da Jobert che ha definito gli squilibri di sviluppo « il più grave problema » dell'Europa), gli altri hanno esposto le proprie opinioni in particolare sulla urgenza di «disincagliare» l'Europa dalle difficoltà del momento, di dare maggiore peso agli organi parlamentari (d'accordo anche la Francia), di migliorare le consultazioni con tutto il mondo (non solo con gli Stati Uniti). Jobert è stato chiaro, ha invitato a cercare la reciproca comprensione, « a conoscere meglio gli interessi americani che contrastano con quelli europei e quelli che combaciano », adottando una politica pratica e non dogmatica. Ha assicurato (lasciando peraltro qualche dubbio tra i suoi colleghi) che la politica europea della Francia non cambierà, qualunque sia il risultato delle prossime elezioni presidenziali francesi. Purtroppo a causa di queste elezioni francesi il ruolino di marcia della politica europea è stato sconvolto ed è «assai improbabile» c/ie entro la fine di giugno (quando scadrà la presidenza di turno del tedesco Walter Scheel) sia possibile riunire a Bonn quel vertice europeo dei capi di Stato e di governo che avrebbe coronato l'attività del prossimo presidente della repubblica federale. Della formula del «weekend politico» sono comunque rimasti tutti soddisfatti. Prima di ripartire tutti i partecipanti hanno espresso il desiderio che venga ripe tuta. Tito Sansa Bonn. I ministri degli E.teri Callaghan e Jobert Jobert è favorevole per II 1980 a un "governo confederale a 9,, Riunioni in Olanda e in Germania dei ministri europei Jobert è favorevole per II 1980 a un "governo confederale a 9,, I ministri degli Esteri della Cee hanno concordato nel castello di Gymnich, presso Colonia, un "comune cammino" per la Comunità - "L'Europa è una canna pieghevole" (Dal nostro corrispondente) Bonn, 21 aprile. I ministri degli Esteri della Cee, riuniti ieri e oggi al Castello di Gymnich, presso Colonia, in un'inconsueta «scampagnata politica» (senza scartoffie, senza esperti, senza ordine del giorno, senza deliberazioni, senza comunicati, senza interviste a giornalisti) sono ripartiti nel pomeriggio soddisfatti. Non soltanto per le due simpatiche giornate loro offerte dal ministro degli Esteri tedesco Walter Scheel, che faceva gli onori di casa con la moglie Mildred e per l'atmosfera di confidenziale intimità, ma anche per i risultati che sono stati raggiunti durante i due giorni di clausura. A Gymnich questi uomini che di solito dibattono i problemi di politica internazionale a Bruxelles, al Lussemburgo e nelle conferenze internazionali, sono rimasti per la prima volta soli, senza testimoni. Parlandosi a cuore aperto, in forma non ufficiale, sono riusciti ad avvicinare i propri punti di vista meglio che non in altre occasioni. Benché non siano state prese decisioni, i capi delle cancellerie hanno concordato un «comune procedere» dell'Europa dei Nove, senza mettere in forse l'obiettivo dell'unione europea entro il 1980. Tutti hanno dato prova di grande buona volontà, non si ha notizia di alcun contrasto. L'unico dei ministri che s'è fatto vedere dai giornalisti alla partenza dall'aeroporto militare di Colonia - Bonn è stato il francese Jobert. E' stato loquace, ha fugato i pessimismi diffusi in questi ultimi mesi, i quali «nelle pubbliche discussioni fanno apparire una Europa quasi sull'orlo della rovina». Paragonando l'Europa a una «canna pieghe- vole», il ministro francese ha accennato alla possibilità di superare gli ostacoli lasciando passare le tempeste, si è detto favorevole a «una specie di unione europea all'orizzonte del 1980», per un governo confederale europeo nel quale i diversi Stati continueranno a esìstere, e ha dato prova della buona volontà francese dicendo che sul problema delle consultazioni degli Stati Uniti non è il caso di irrigidirsi e dì perdere tempo complicando le cose e costruendo difficoltà supplementari. Soltanto quando gli è stato chiesto un pronostico su un possibile nuovo negoziato con la Gran Bretagna, Jobert si è chiuso. Tappatosi le orecchie, ha detto che lui conosce soltanto il Trattato di Roma e gli impegni di adesione che la Gran Bretagna ha sottoscritto. Jobert ha aggiunto tuttavia di ritenere che il 7 maggio il ministro britannico Callaghan recederà dalle posizioni annunciate al Lussemburgo ai primi di aprile. Callaghan che — secondo il portavoce tedesco von Pachelbel — a Gymnich si è sentito «di nuovo nel club europeo», non ha creato difficoltà, «è stato ad ascoltare». Il ministro degli Esteri italiano Aldo Moro ha insistito in particolare sull'urgenza dì varare una politica di sviluppo regionale (appoggiato da Jobert che ha definito gli squilibri di sviluppo « il più grave problema » dell'Europa), gli altri hanno esposto le proprie opinioni in particolare sulla urgenza di «disincagliare» l'Europa dalle difficoltà del momento, di dare maggiore peso agli organi parlamentari (d'accordo anche la Francia), di migliorare le consultazioni con tutto il mondo (non solo con gli Stati Uniti). Jobert è stato chiaro, ha invitato a cercare la reciproca comprensione, « a conoscere meglio gli interessi americani che contrastano con quelli europei e quelli che combaciano », adottando una politica pratica e non dogmatica. Ha assicurato (lasciando peraltro qualche dubbio tra i suoi colleghi) che la politica europea della Francia non cambierà, qualunque sia il risultato delle prossime elezioni presidenziali francesi. Purtroppo a causa di queste elezioni francesi il ruolino di marcia della politica europea è stato sconvolto ed è «assai improbabile» c/ie entro la fine di giugno (quando scadrà la presidenza di turno del tedesco Walter Scheel) sia possibile riunire a Bonn quel vertice europeo dei capi di Stato e di governo che avrebbe coronato l'attività del prossimo presidente della repubblica federale. Della formula del «weekend politico» sono comunque rimasti tutti soddisfatti. Prima di ripartire tutti i partecipanti hanno espresso il desiderio che venga ripe tuta. Tito Sansa Bonn. I ministri degli E.teri Callaghan e Jobert

Persone citate: Aldo Moro, Callaghan, Walter Scheel