Centro storico e servizi questa sera il dibattito

Centro storico e servizi questa sera il dibattito Centro storico e servizi questa sera il dibattito Primi interventi per il risanamento concordati tra Comune e Regione Dopo mesi di polemiche, si vota la "variante 17" al piano regolatore Il centro storico resta una delle «spine» più acute per l'amministrazione comunale. Abbandonate al disfacimento, le vecchie case attendono da anni un intervento che le risani, che le renda civilmente abitabili. Le soffitte di via Porta Palatina, di via Bellezia, i «buchi» di via Sant'Agostino, di piazza della Repubblica per citare qualche nome, vengono alla ribalta della cronaca quando scoppia un incendio, crolla un pavimento, oppure quando l'esasperazione degli abitanti viene organizzata in pubblica protesta. Allora si parla dei muri pericolanti dell'umidità, dell'invasione delle immondizie, della mancanza di servizi igienici, del sovraffollamento e della promiscuità. Ma, esaurito l'episodio, tutto resta come prima. Oppure, quando negli innumerevoli convegni e dibattiti, si ipotizza il risanamento del vecchio centro, subito nasce la preoccupazione che si tratti di una manovra speculativa, che al posto dei vecchi edifici sorgano appartamenti di lusso e che gli attuali abitanti vengano espulsi senza avere alternative. «Il problema è complesso» ha risposto finora l'amministrazione comunale, ma il passare del tempo non lo trasforma certo in «problema semplice». La settimana scorsa è stato fatto un primo passo concreto, che supera la fase degli «studi». Escludendo gli interventi dei privati, il Comune ha bisogno di finanziamenti. I fondi della legge sulla casa (865) sono in questo momento troppo inadeguati, ma la Regione l'anno scorso aveva preparato una legge per il risanamento dei centri storici: il provvedimento si era arenato con le dimissioni del presidente Calieri, che ne era stato il presentatore. Il sindaco Picco si è ora rivolto all'attuale presidente, Oberto, e insieme hanno concordato di predisporre tutti gli stru¬ menti affinché l'intervento diventi realtà. In pratica: il Comune prepara gli strumenti urbanistici e quelli per l'esproprio. Con i soldi dello Stato (legge 865) e della Regione (ma la legge deve ancora seguire tutto l'iter) si potranno restaurare o rifare le case più «malsane», e nel frattempo costruire le abitazioni a carattere popolare che accoglieranno gli abitanti del vecchio centro: questi, alla fine, dovrebbero poter scegliere fra rimanere nella casa «provvisoria» o ritornare in quella «risanata». Al Comune spetta il compito più impegnativo. Questa sera, in Consiglio, la giunta dovrà rispondere a una interrogazione sul centro storico della consigliera comunista prof. Massucco Costa. Intanto sembra che già si stia lavorando alla preparazione dei piani particolareggiati, che consentiranno all'amministrazione pubblica di intervenire in qualche zona. Anche i piani dell'edilizia popolare (167) saranno rivisti ed eventualmente ampliati. E' noto che alcune aree, già riservate all'Iacp, sono state recuperate invece per il piano dei servizi. Questa sera, le precisazioni sugli interventi nel centro storico precederanno la discussione e l'approvazione della variante 17. Il dibattito proseguirà fino al voto che, dopo tutte le modifiche apportate al testo nella lunghissima fase preparatoria, sarà positivo. Centro storico e servizi questa sera il dibattito Centro storico e servizi questa sera il dibattito Primi interventi per il risanamento concordati tra Comune e Regione Dopo mesi di polemiche, si vota la "variante 17" al piano regolatore Il centro storico resta una delle «spine» più acute per l'amministrazione comunale. Abbandonate al disfacimento, le vecchie case attendono da anni un intervento che le risani, che le renda civilmente abitabili. Le soffitte di via Porta Palatina, di via Bellezia, i «buchi» di via Sant'Agostino, di piazza della Repubblica per citare qualche nome, vengono alla ribalta della cronaca quando scoppia un incendio, crolla un pavimento, oppure quando l'esasperazione degli abitanti viene organizzata in pubblica protesta. Allora si parla dei muri pericolanti dell'umidità, dell'invasione delle immondizie, della mancanza di servizi igienici, del sovraffollamento e della promiscuità. Ma, esaurito l'episodio, tutto resta come prima. Oppure, quando negli innumerevoli convegni e dibattiti, si ipotizza il risanamento del vecchio centro, subito nasce la preoccupazione che si tratti di una manovra speculativa, che al posto dei vecchi edifici sorgano appartamenti di lusso e che gli attuali abitanti vengano espulsi senza avere alternative. «Il problema è complesso» ha risposto finora l'amministrazione comunale, ma il passare del tempo non lo trasforma certo in «problema semplice». La settimana scorsa è stato fatto un primo passo concreto, che supera la fase degli «studi». Escludendo gli interventi dei privati, il Comune ha bisogno di finanziamenti. I fondi della legge sulla casa (865) sono in questo momento troppo inadeguati, ma la Regione l'anno scorso aveva preparato una legge per il risanamento dei centri storici: il provvedimento si era arenato con le dimissioni del presidente Calieri, che ne era stato il presentatore. Il sindaco Picco si è ora rivolto all'attuale presidente, Oberto, e insieme hanno concordato di predisporre tutti gli stru¬ menti affinché l'intervento diventi realtà. In pratica: il Comune prepara gli strumenti urbanistici e quelli per l'esproprio. Con i soldi dello Stato (legge 865) e della Regione (ma la legge deve ancora seguire tutto l'iter) si potranno restaurare o rifare le case più «malsane», e nel frattempo costruire le abitazioni a carattere popolare che accoglieranno gli abitanti del vecchio centro: questi, alla fine, dovrebbero poter scegliere fra rimanere nella casa «provvisoria» o ritornare in quella «risanata». Al Comune spetta il compito più impegnativo. Questa sera, in Consiglio, la giunta dovrà rispondere a una interrogazione sul centro storico della consigliera comunista prof. Massucco Costa. Intanto sembra che già si stia lavorando alla preparazione dei piani particolareggiati, che consentiranno all'amministrazione pubblica di intervenire in qualche zona. Anche i piani dell'edilizia popolare (167) saranno rivisti ed eventualmente ampliati. E' noto che alcune aree, già riservate all'Iacp, sono state recuperate invece per il piano dei servizi. Questa sera, le precisazioni sugli interventi nel centro storico precederanno la discussione e l'approvazione della variante 17. Il dibattito proseguirà fino al voto che, dopo tutte le modifiche apportate al testo nella lunghissima fase preparatoria, sarà positivo.

Persone citate: Calieri, Massucco Costa, Oberto