L'Egitto secondo Israele porta cannoni nel Sinai di Giorgio Romano

L'Egitto secondo Israele porta cannoni nel Sinai Diramata una denuncia ufficiale L'Egitto secondo Israele porta cannoni nel Sinai Gli accordi di armistizio sarebbero violati anche perché le bocche da fuoco sono di calibro superiore a quello stabilito (Dal nostro corrispondente) Tel Aviv, 24 marzo. Il governo israeliano ha dedicato la maggior parte della sua seduta odierna ai problemi sorti con la prima violazione egiziana degli accordi del 18 gennaio per la separazione delle forze. L'opposizione ha chiesto una convocazione urgente della Keneseth per discutere sull'episodio e sulle sue implicazioni. I ricognitori di Israele (come è noto, le parti hanno diritto, a sensi dell'accordo per il disimpegno, di compiere voli di ricognizione nel settore) sostengono che la violazione sarebbe triplice: a) gli egiziani avrebbero portato nel settore a Ovest della zona-tampone dell'Orni diverse decine di cannoni, invece dei trentasei consentiti dagli accordi (sei batterie di sei cannoni); b) il calibro e la portata dei cannoni sarebbero superiori a quelli stabiliti dall'accordo e fissati in 122 millimetri; c) gli egiziani avrebbero avanzato almeno una batteria di cannoni per un centinaio di metri anche nella zona-cuscinetto presidiata dalle truppe dell'Unef, per disporla in una posizione di fuoco favorevole, sopra una altura. Gli israeliani hanno dato fin da giovedì comunicazione delle trasgressioni compiute al generale Ensio Siilasvuo, che ieri ha trasmesso la protesta allo Stato Maggiore egiziano, con la richiesta — presentata dal generale Elazar — che i cannoni siano portati indietro entro la giornata di lunedì. E' questa la prima violazione degli accordi a cui gli israeliani hanno dato pubblicità. Alcune settimane prima essi avevano denunciato l'avanzamento di due batterie di missili terra-aria alcuni chilometri oltre l'aeroporto di Fayid (all'interno della zona di 40 chilometri, dove non devono essere portati missili), e subito dopo gli egiziani avevano rimosso le batterie missilistiche. Gli osservatori si chiedono quale possa essere il motivo che ha indotto il comando egiziano, che finora aveva scrupolosamente ottemperato alle diverse clausole degli accordi, a questa violazione. L'ipotesi che si tratti dell'iniziativa di un comando o di un comandante locale non persuade nessuno. Alcuni notano che è possibile che gli spostamenti siano stati intenzionali, per vedere quali sarebbero state le reazioni di Israele, dell'Onu e degli Stati Uniti (Kissinger, prima della partenza per Mosca, ha avuto ieri sera, in proposito, un colloquio con l'ambasciatore israeliano a Washington). La stampa israeliana dà ampio e preoccupato rilievo alla trasgressione egiziana e nota come la non osservanza delle clausole abbia rotto la reciproca fiducia fra le parti, e ricorda anche che nell'agosto 1970 l'Egitto aveva violato la cessazione del fuoco appena stabilita, portando missili lungo il Canale di Suez. E' certo che la fiducia esistente finora sembra essere stata compromessa, anche se dal punto di vista formale la precedente situazione potrà essere ripristinata. Come nota il più diffuso giornale indipendente del pomeriggio, Maariv (La Sera): «Fin dal principio, era chiaro che l'accordo per il disimpegno poteva essere collaudato soltanto attraverso la sua osservanza a lungo termine. E poiché era inteso come il primo accordo di una lunga serie tra Israele e l'Egitto, esso costituiva una prova della credibilità dell'Egitto stesso. Il Cairo è venuto meno a questo impegno, e — a seguito di questo incidente — Israele dovrà stare più vigilante che mai e dovrà essere più sospettoso». Giorgio Romano L'Egitto secondo Israele porta cannoni nel Sinai Diramata una denuncia ufficiale L'Egitto secondo Israele porta cannoni nel Sinai Gli accordi di armistizio sarebbero violati anche perché le bocche da fuoco sono di calibro superiore a quello stabilito (Dal nostro corrispondente) Tel Aviv, 24 marzo. Il governo israeliano ha dedicato la maggior parte della sua seduta odierna ai problemi sorti con la prima violazione egiziana degli accordi del 18 gennaio per la separazione delle forze. L'opposizione ha chiesto una convocazione urgente della Keneseth per discutere sull'episodio e sulle sue implicazioni. I ricognitori di Israele (come è noto, le parti hanno diritto, a sensi dell'accordo per il disimpegno, di compiere voli di ricognizione nel settore) sostengono che la violazione sarebbe triplice: a) gli egiziani avrebbero portato nel settore a Ovest della zona-tampone dell'Orni diverse decine di cannoni, invece dei trentasei consentiti dagli accordi (sei batterie di sei cannoni); b) il calibro e la portata dei cannoni sarebbero superiori a quelli stabiliti dall'accordo e fissati in 122 millimetri; c) gli egiziani avrebbero avanzato almeno una batteria di cannoni per un centinaio di metri anche nella zona-cuscinetto presidiata dalle truppe dell'Unef, per disporla in una posizione di fuoco favorevole, sopra una altura. Gli israeliani hanno dato fin da giovedì comunicazione delle trasgressioni compiute al generale Ensio Siilasvuo, che ieri ha trasmesso la protesta allo Stato Maggiore egiziano, con la richiesta — presentata dal generale Elazar — che i cannoni siano portati indietro entro la giornata di lunedì. E' questa la prima violazione degli accordi a cui gli israeliani hanno dato pubblicità. Alcune settimane prima essi avevano denunciato l'avanzamento di due batterie di missili terra-aria alcuni chilometri oltre l'aeroporto di Fayid (all'interno della zona di 40 chilometri, dove non devono essere portati missili), e subito dopo gli egiziani avevano rimosso le batterie missilistiche. Gli osservatori si chiedono quale possa essere il motivo che ha indotto il comando egiziano, che finora aveva scrupolosamente ottemperato alle diverse clausole degli accordi, a questa violazione. L'ipotesi che si tratti dell'iniziativa di un comando o di un comandante locale non persuade nessuno. Alcuni notano che è possibile che gli spostamenti siano stati intenzionali, per vedere quali sarebbero state le reazioni di Israele, dell'Onu e degli Stati Uniti (Kissinger, prima della partenza per Mosca, ha avuto ieri sera, in proposito, un colloquio con l'ambasciatore israeliano a Washington). La stampa israeliana dà ampio e preoccupato rilievo alla trasgressione egiziana e nota come la non osservanza delle clausole abbia rotto la reciproca fiducia fra le parti, e ricorda anche che nell'agosto 1970 l'Egitto aveva violato la cessazione del fuoco appena stabilita, portando missili lungo il Canale di Suez. E' certo che la fiducia esistente finora sembra essere stata compromessa, anche se dal punto di vista formale la precedente situazione potrà essere ripristinata. Come nota il più diffuso giornale indipendente del pomeriggio, Maariv (La Sera): «Fin dal principio, era chiaro che l'accordo per il disimpegno poteva essere collaudato soltanto attraverso la sua osservanza a lungo termine. E poiché era inteso come il primo accordo di una lunga serie tra Israele e l'Egitto, esso costituiva una prova della credibilità dell'Egitto stesso. Il Cairo è venuto meno a questo impegno, e — a seguito di questo incidente — Israele dovrà stare più vigilante che mai e dovrà essere più sospettoso». Giorgio Romano

Persone citate: Elazar, Ensio Siilasvuo, Kissinger