Agostini battuto dalla "MV,, di Giorgio Viglino

Agostini battuto dalla "MV,, Giornata nera per il campione nelle gare di Misano Agostini battuto dalla "MV,, Mino si è dovuto ritirare sia nella 350 che nella 500 per rottura del motore delle sue Yamaha - Successi di Read - Polemiche fra i due clan - Oggi riunione sulla sicurezza promossa dall'ex pilota Pagani (Dal nostro Inviato speciale) Misano, 24 marzo. Giacomo Agostini le ha buscate al primo confronto diretto con le MV, ma, come spesso gli riesce, da uomo fortunato e pilota abile qual è, la sconfitta non gli appartiene e c'è poca gloria, al contrario, per chi ha vinto. In fondo è logico che il round d'apertura sia toccato alla Casa italiana, che ha rinunciato alla prova di Modena per presentarsi qui in forze e con moto perfette, e affrontare la squadra Yamaha, ridotta al solo Agostini, equipaggiato per di più con motori quanto meno affaticati. Mino ha finito per ritirarsi dopo sei giri nella 350 e ne ha compiuto solo qualcuno in più nella prova successiva, liquidata subito al primo passaggio e poi continuata fino al grippaggio definitivo soltanto per cercare di onorare un ingaggio cospicuo. E' mancato il confronto diretto e ci si deve arrabattare con annotazioni tecniche e rilievi comparati che agli spettatori presenti interessavano poco, tanto è vero che hanno ricoperto di fischi l'uno, « Ago n. 1 », e gli altri. Si erano mossi in tanti per venire a vedere la gara, tanto da intasare l'Autostrada Adriatica che per quasi un'ora, intorno alle 13, è rimasta chiusa al traffico nel tratto a cavallo tra Romagna e Marche. E tanti sono rimasti assolutamente delusi, poiché, fedeli al copione, sono rimasti soltanto i preliminari, tesi, freddi, acidi, con schermaglie che vanno oltre i sentimenti sinceri di ciascuno. I dispetti sono incominciati presto, con il rubarsi il posto ai boxes fra il camion rosso e bianco della Yamaha e quello verde della MV. Ovviamente i due clan sono poi finiti di fronte, con grande gioia degli appassionati e noia dei protagonisti. In pista Agostini e Read si trovavano da soli per la 350. Mino si presentava con le pessime credenziali di Modena e con una moto che fondalmentalmente è sempre stata inferiore alle MV, contro le quali ha regolarmente perso in pista per tre anni di seguito il campionato del mondo. Agostini partiva in coda a Read e ci restava bene, malgrado rampasse con la ruota davanti fino alla terza marci, e poi al curvone derapasse per benino. Si vedeva che studiava ancora la moto, ne subiva i capricci e non li domava, ma il distacco si contava sempre in metri e pochi, finché il motore teneva, cioè fino al sesto giro. Il pilota, in definitiva, c'era e, anche se non a suo agio, già appariva in grado di sfruttare abbastanza bene le doti del suo mezzo. E' stato un guaio alle candele a fermarlo e a condurlo al boxes con la faccia scura che Mino sempre adotta quando sa d'incontrare nemici pronti a criticarlo. In fondo la gara vera era quella della « 500 •• e qui c'erano due MV, una per Read e una per Bonera. Ci voleva concentrazione e Mino la cercava inutilmente nel suo Man, dov'era sottoposto all'attacco di decine di tifosi che questa organizzazione artigianale — ma miliardaria — lasciava filtrare dappertutto. In pista con la mezzo litro, le due MV chiudevano a sandwich la Yamaha, ma era un panino che vedeva sfuggire il salame alla svelta in una via eccellente per i primi cinquanta metri. Poi si sentiva un buco nel crescere dei giri e Read, sulla sinistra, poteva sfilare subito in avanti. I corridori scomparivano — il circuito di Misano ha la particolarità di lasciare quasi tutto alla fantasia e poco alla visione diretta — e quando si ripresentavano sul rettilineo che corre in lontana diagonale rispetto alle t ri - bune, la tuta bianca di Mino era lontana dai primi. Sosta ai boxes, cambio delle quattro candele e ripartenza poco convinta, tanto per fare un po' di allenamento e soprattutto cercare di scontentare il meno possibile il pubblico. Mino girava un paio di volte sotto gli 1*31", al pari cioè di Read e Bonera, che erano appaiati in testa, e poi rompeva definitivamente il motore. Questa volta non la prendeva affatto bene, poiché sulla gara delle 500, ad onta di tutto, ci contava. Tornato ai boxes protestava con vivace spontaneità. Prima di ritrovare un minimo di serenità che gli facesse dire: « Era da prevedere con un motore fuso in prova e rifatto al volo durante la notte'. Mino doveva rientrare in albergo, far passare qualche ora e sistemarsi a tavola insieme con gli amici. Diceva ancora: « Non è facile vincere, non lo sarà per tut- Al traguardo Classe 125: Pier Paolo Bianchi, Minarelli, 35'26" alla media di 124,030; 2) leva, Morbidelli, a 25"3; 3) Pi Ieri, Yamaha, a 1'26"5; 4) Però, Careni, a 1'38"2; 5) Consalvi, Harley Davidson, a 1 giro. Classe 250: 1) Walter Villa, Harley Davidson, 32'47"4, media 134,029; 2) Pileri, Yamaha, a 9"1; 3) Lega, Yamaha, a 26"3; 4) Di Giacinto, Yamaha, a 26"9; 5) Proni, Yamaha, a 28"5. Classe 350: 1) Phll Read, MV Agusta, 35'09"4; 2] Lega, Yamaha, a 9"; 3) Giansanti, Yamaha, a 11 "3; 4) Gallina, Yamaha a 48 "8; 5) Proni, Yamaha a 1'2"5. Classe 500: 1) Phil Read, MV Agusta, 35'14"1; media 136,600; 2) Bonera, idem, a 2/10; 3) Toracca, Paton. a 1'12"2; 4) Cazzaniga, Kawasaki, a 1'31"; 5) Necchì, Suzuki a un giro. to l'anno, ma ad andare in pista in queste condizioni non ci sono proprio speranze •. E In pista Phil Read aveva raggiunto anche la seconda vittoria togliendola con poco tatto a Gianfranco Bonera, che per parecchio aveva girato in testa destando nuovi motivi d'interesse nel pubblico stanco, che lo avrebbe voluto vincitore. Attorno ai due si affollavano comunque piccoli e grandi padrini, Inguainati nelle nuove tute blu-azzurre della MV. Plaudiva. Il nuovo responsabile, l'ing. Ghisleri, dotato, per simpatia o necessità di un fiammante casco metallizzato, e si commuoveva sinceramente Roky Agusta che alla squadra MV è rimasto tanto affezionato da continuare a frequentare gli autodromi anche adesso che deve stare in tribuna e non in pista. Era soddisfazione genuina e ben giustificata, perché in fondo la MV ha confermato di saper ancora vincere e vincere bene. Che poi queste siano corse insincere, poco più delle kermesses di paese, lo si era già detto in anticipo. Piuttosto, merita rilevare che II confronto di marca, la rivalità esasperata si sta spostando nel settore sbagliato. La campagna per la sicurezza dei piloti, messa in piedi dalle Case dopo la tragedia di Monza, rischia di essere dimenticata o addirittura ignorata da chi cerca soltanto un successo a tutti i costi. Ovviamente le responsabilità vengono palleggiate e nessuno vuole accettare II ruolo scomodo del colpevole. Domani, per fare il punto sulla situazione, si ritrovano qui a Misano i responsabili delle diverse case. L'iniziativa è della Mv e più precisamente di Alberto Pagani, che, ormai passato definitivamente tra i dirigenti, non vuole ancora abbandonare i suoi ex compagni. Ci saranno gli uomini della Yamaha, quelli delle Case minori e si spera anche i responsabili della Aermacchi che, per accusa concorde dei due clan azzurri, sono stati più tiepidi negli ultimi tempi. Pagani vorrebbe giustamente che ad una piccola delegazione composta da ex corridori come lui, quindi esperti ma non sospetti di fare i propri interessi, fosse demandato l'incarico di accettare le piste o di rifiutarle, di proporre le modifiche o disporre le progressioni. La commissione deve avere carta bianca per poter rigire con efficacia e soprattutto alla svelta, visto che si vorrebbe cominciare la stagione mondiale a Clermont Ferrand, sulla pista della Charade, che è senz'altro una delle peggiori dell'intero ciclo. Un certo legame con la sicurezza lo ha anche la contestazione operata quest'oggi dai corridori delle classi minori, che chiedevano ad un organizzatore, che stava incassando milioni a palate, diarie di 50 mila lire anziché di 25 mila. Le ottenevano soltanto dopo lunghe trattative ed ora c'è da sperare che ci saranno meno pezzi tenuti Insieme con il fil di ferro e moto un pochino più sicure. Giorgio Viglino Misano. Read precede Agostini nella 350 (Telefoto) Agostini battuto dalla "MV,, Giornata nera per il campione nelle gare di Misano Agostini battuto dalla "MV,, Mino si è dovuto ritirare sia nella 350 che nella 500 per rottura del motore delle sue Yamaha - Successi di Read - Polemiche fra i due clan - Oggi riunione sulla sicurezza promossa dall'ex pilota Pagani (Dal nostro Inviato speciale) Misano, 24 marzo. Giacomo Agostini le ha buscate al primo confronto diretto con le MV, ma, come spesso gli riesce, da uomo fortunato e pilota abile qual è, la sconfitta non gli appartiene e c'è poca gloria, al contrario, per chi ha vinto. In fondo è logico che il round d'apertura sia toccato alla Casa italiana, che ha rinunciato alla prova di Modena per presentarsi qui in forze e con moto perfette, e affrontare la squadra Yamaha, ridotta al solo Agostini, equipaggiato per di più con motori quanto meno affaticati. Mino ha finito per ritirarsi dopo sei giri nella 350 e ne ha compiuto solo qualcuno in più nella prova successiva, liquidata subito al primo passaggio e poi continuata fino al grippaggio definitivo soltanto per cercare di onorare un ingaggio cospicuo. E' mancato il confronto diretto e ci si deve arrabattare con annotazioni tecniche e rilievi comparati che agli spettatori presenti interessavano poco, tanto è vero che hanno ricoperto di fischi l'uno, « Ago n. 1 », e gli altri. Si erano mossi in tanti per venire a vedere la gara, tanto da intasare l'Autostrada Adriatica che per quasi un'ora, intorno alle 13, è rimasta chiusa al traffico nel tratto a cavallo tra Romagna e Marche. E tanti sono rimasti assolutamente delusi, poiché, fedeli al copione, sono rimasti soltanto i preliminari, tesi, freddi, acidi, con schermaglie che vanno oltre i sentimenti sinceri di ciascuno. I dispetti sono incominciati presto, con il rubarsi il posto ai boxes fra il camion rosso e bianco della Yamaha e quello verde della MV. Ovviamente i due clan sono poi finiti di fronte, con grande gioia degli appassionati e noia dei protagonisti. In pista Agostini e Read si trovavano da soli per la 350. Mino si presentava con le pessime credenziali di Modena e con una moto che fondalmentalmente è sempre stata inferiore alle MV, contro le quali ha regolarmente perso in pista per tre anni di seguito il campionato del mondo. Agostini partiva in coda a Read e ci restava bene, malgrado rampasse con la ruota davanti fino alla terza marci, e poi al curvone derapasse per benino. Si vedeva che studiava ancora la moto, ne subiva i capricci e non li domava, ma il distacco si contava sempre in metri e pochi, finché il motore teneva, cioè fino al sesto giro. Il pilota, in definitiva, c'era e, anche se non a suo agio, già appariva in grado di sfruttare abbastanza bene le doti del suo mezzo. E' stato un guaio alle candele a fermarlo e a condurlo al boxes con la faccia scura che Mino sempre adotta quando sa d'incontrare nemici pronti a criticarlo. In fondo la gara vera era quella della « 500 •• e qui c'erano due MV, una per Read e una per Bonera. Ci voleva concentrazione e Mino la cercava inutilmente nel suo Man, dov'era sottoposto all'attacco di decine di tifosi che questa organizzazione artigianale — ma miliardaria — lasciava filtrare dappertutto. In pista con la mezzo litro, le due MV chiudevano a sandwich la Yamaha, ma era un panino che vedeva sfuggire il salame alla svelta in una via eccellente per i primi cinquanta metri. Poi si sentiva un buco nel crescere dei giri e Read, sulla sinistra, poteva sfilare subito in avanti. I corridori scomparivano — il circuito di Misano ha la particolarità di lasciare quasi tutto alla fantasia e poco alla visione diretta — e quando si ripresentavano sul rettilineo che corre in lontana diagonale rispetto alle t ri - bune, la tuta bianca di Mino era lontana dai primi. Sosta ai boxes, cambio delle quattro candele e ripartenza poco convinta, tanto per fare un po' di allenamento e soprattutto cercare di scontentare il meno possibile il pubblico. Mino girava un paio di volte sotto gli 1*31", al pari cioè di Read e Bonera, che erano appaiati in testa, e poi rompeva definitivamente il motore. Questa volta non la prendeva affatto bene, poiché sulla gara delle 500, ad onta di tutto, ci contava. Tornato ai boxes protestava con vivace spontaneità. Prima di ritrovare un minimo di serenità che gli facesse dire: « Era da prevedere con un motore fuso in prova e rifatto al volo durante la notte'. Mino doveva rientrare in albergo, far passare qualche ora e sistemarsi a tavola insieme con gli amici. Diceva ancora: « Non è facile vincere, non lo sarà per tut- Al traguardo Classe 125: Pier Paolo Bianchi, Minarelli, 35'26" alla media di 124,030; 2) leva, Morbidelli, a 25"3; 3) Pi Ieri, Yamaha, a 1'26"5; 4) Però, Careni, a 1'38"2; 5) Consalvi, Harley Davidson, a 1 giro. Classe 250: 1) Walter Villa, Harley Davidson, 32'47"4, media 134,029; 2) Pileri, Yamaha, a 9"1; 3) Lega, Yamaha, a 26"3; 4) Di Giacinto, Yamaha, a 26"9; 5) Proni, Yamaha, a 28"5. Classe 350: 1) Phll Read, MV Agusta, 35'09"4; 2] Lega, Yamaha, a 9"; 3) Giansanti, Yamaha, a 11 "3; 4) Gallina, Yamaha a 48 "8; 5) Proni, Yamaha a 1'2"5. Classe 500: 1) Phil Read, MV Agusta, 35'14"1; media 136,600; 2) Bonera, idem, a 2/10; 3) Toracca, Paton. a 1'12"2; 4) Cazzaniga, Kawasaki, a 1'31"; 5) Necchì, Suzuki a un giro. to l'anno, ma ad andare in pista in queste condizioni non ci sono proprio speranze •. E In pista Phil Read aveva raggiunto anche la seconda vittoria togliendola con poco tatto a Gianfranco Bonera, che per parecchio aveva girato in testa destando nuovi motivi d'interesse nel pubblico stanco, che lo avrebbe voluto vincitore. Attorno ai due si affollavano comunque piccoli e grandi padrini, Inguainati nelle nuove tute blu-azzurre della MV. Plaudiva. Il nuovo responsabile, l'ing. Ghisleri, dotato, per simpatia o necessità di un fiammante casco metallizzato, e si commuoveva sinceramente Roky Agusta che alla squadra MV è rimasto tanto affezionato da continuare a frequentare gli autodromi anche adesso che deve stare in tribuna e non in pista. Era soddisfazione genuina e ben giustificata, perché in fondo la MV ha confermato di saper ancora vincere e vincere bene. Che poi queste siano corse insincere, poco più delle kermesses di paese, lo si era già detto in anticipo. Piuttosto, merita rilevare che II confronto di marca, la rivalità esasperata si sta spostando nel settore sbagliato. La campagna per la sicurezza dei piloti, messa in piedi dalle Case dopo la tragedia di Monza, rischia di essere dimenticata o addirittura ignorata da chi cerca soltanto un successo a tutti i costi. Ovviamente le responsabilità vengono palleggiate e nessuno vuole accettare II ruolo scomodo del colpevole. Domani, per fare il punto sulla situazione, si ritrovano qui a Misano i responsabili delle diverse case. L'iniziativa è della Mv e più precisamente di Alberto Pagani, che, ormai passato definitivamente tra i dirigenti, non vuole ancora abbandonare i suoi ex compagni. Ci saranno gli uomini della Yamaha, quelli delle Case minori e si spera anche i responsabili della Aermacchi che, per accusa concorde dei due clan azzurri, sono stati più tiepidi negli ultimi tempi. Pagani vorrebbe giustamente che ad una piccola delegazione composta da ex corridori come lui, quindi esperti ma non sospetti di fare i propri interessi, fosse demandato l'incarico di accettare le piste o di rifiutarle, di proporre le modifiche o disporre le progressioni. La commissione deve avere carta bianca per poter rigire con efficacia e soprattutto alla svelta, visto che si vorrebbe cominciare la stagione mondiale a Clermont Ferrand, sulla pista della Charade, che è senz'altro una delle peggiori dell'intero ciclo. Un certo legame con la sicurezza lo ha anche la contestazione operata quest'oggi dai corridori delle classi minori, che chiedevano ad un organizzatore, che stava incassando milioni a palate, diarie di 50 mila lire anziché di 25 mila. Le ottenevano soltanto dopo lunghe trattative ed ora c'è da sperare che ci saranno meno pezzi tenuti Insieme con il fil di ferro e moto un pochino più sicure. Giorgio Viglino Misano. Read precede Agostini nella 350 (Telefoto)

Luoghi citati: Marche, Modena, Monza, Romagna