Il Cesena mortifica un Genoa ingenuo che vede avvicinarsi il fantasma della B

Il Cesena mortifica un Genoa ingenuo che vede avvicinarsi il fantasma della B Il Cesena mortifica un Genoa ingenuo che vede avvicinarsi il fantasma della B Troppi errori per una squadra in pericolo Diecimila tifosi sul campo neutro di Pisa Genoa Cesena 1 2 GENOA: Spalazzi 5; Meggioni 6, Bittolo 6 (Rossetti dal 55', 6); Maselli 6, Rosato 6, Busi 5; Perotti 6, Derlin 5, Pruzzo 6, Corso 6, Mariani 6. 12. Lonardi, 14. Mendoza. CESENA: Boranga 6; Danova 7, Ammoniaci 7; Festa 8, Zamboni 6, Cera 6; Orlandi 7, Brignani 6, Bertarelli 6, Savoldi 7, Toschi 6. 12. Mantovani, 13. Scugno, 14. Braida. ARBITRO: Panzino di Catanzaro. SPETTATORI: 12.323 più 12.000 abbonati; incasso 29.912.800. (Dal nostro inviato speciale) Pisa, 24 marzo. Genoa ormai sull'orlo del dramma, sconfitto e mortificato da un Cesena di marca nettamente superiore. Un brutto affare per la squadra di Silvestri e per i suoi diecimila tifosi che l'hanno seguita fino a Pisa, incoraggiandola ai limiti del patetico e che si sono visti ricambiare con una prestazione opaca, piena di ingenuità, neppure sorretta dalla grinta, che non dovrebbe mancare ad una squadra che lotta per salvarsi. Il Genoa di attenuanti ne ha parecchie, si può dire che abbia perso la partita prima di cominciarla, quando sono rimasti negli spogliatoi Bordon e Garbarmi, per non parlare di Corradi, squalificato. A Silvestri servivano disperatamente due punti, ì due punti della speranza, ma per ottenerli occorre segnare. E a rete chi era in grado di andarci? I due ragazzini Pruzzo e Mariani — che domani saranno anche bravi, seppure non bravissimi — sono giovani, acerbi, ricchi di tutte le ingenuità dei giovanissimi: corrono, si impegnano, puntano a rete in modo approssimativo, senza idee valide. Corso fa tutto quello che può, finché il ritmo resta blando, calibra i lanci, « inventa » qualcosa, ma il suo sforzo non è certo sufficiente. Anzi, in modo paradossale, finisce che proprio da lui, dalle sue corsettine sapienti, scaturisce indirettamente il più grosso guaio del Genoa. Bersellini, con una mossa tattica determinante, gli ha appiccicato Festa, il quale lo ha contrastato onestamente, lasciandolo anche giocare parecchio, ma si è preso una rivincita vistosa non appena è toccato a lui partire in attacco. Corso non lo ha potuto seguire, soprattutto per¬ ché l'eccezionale vitalità di Festa avrebbe « ucciso » qualunque avversario ben più dotato del mancino ricamatore. Festa, liberissimo, è andato anche a segnare il primo gol. Corso, testardo, ha fatto in modo che Mariani pareggiasse, ma a gioco lungo è stato l'umile corridore del Cesena a vincere il duello, come il Cesena ha vinto la partita. Il Cesena, che sembrava in partenza accontentarsi del pareggio, ha finito per vincere senza doversi impegnare allo spasimo; grazie ad un'organizzazione di gioco e ad una freschezza superiori. Come già detto, il primo gol spetta a Festa. 41': bella azione in linea Orlandi-FestaBertarelli con pallone che rimpalla in area. Un difensore (Rosato?) colpisce di testa come può e cioè malissimo, tanto da farsi schizzare la palla sulla destra, dove Festa è solo e ci è arrivato senza che nessuno si preoccupasse di inseguirlo. Tiro in corsa e gol, con Spalazzi che si fa ingannare, da un leggero rimpallo Gelo sul pubblico, già reso piuttosto calmo dalla deludente prestazione del Genoa, ma Corso riesce ad alimentare per un attimo la speranza. Al 63' si porta in area, palleggia giusto fra i difensori e tira. La palla è ribattuta da Cera e arriva a Mariani, forse in fuorigioco, ma comunque è messa in posizione regolare da Cera. Mariani controlla e mette in rete, subito dopo Boranga si scatena sul guardalinee protestando che Mariani si era aggiustato il pallone con la mano, ma Panzino — dopo essere andato ad ascoltare il suo collaboratore — convalida. Gran respiro di sollievo del Genoa, anche se il pareggio sembra piuttosto casuale e senz'altro non rassicurante, con il Cesena che ha qualcosa in più da spendere. Infatti, dieci minuti dopo, definitiva doccia fredda. Toschi e Rossetti si spintonano a vicenda, comincia il difensore ma chi ha la meglio è il piccoletto che si libera e manda il pallone al centro. Tutti i difensori del Genoa si sono fermati, oppure sono corsi vanamente verso Toschi, la palla arriva a Savoldi, che si stacca bene e mette in rete di testa. Fine delle illusioni del Genoa, con qualche tifoso esasperato che cerca di invadere il campo ma viene respinto senza troppe difficoltà. Sarebbe stato davvero curiosa, una invasione di campo a Pisa! Beppe Bracco Mario Corso in un'azione: il suo sforzo non è bastato al Genoa in pericolo Il Cesena mortifica un Genoa ingenuo che vede avvicinarsi il fantasma della B Il Cesena mortifica un Genoa ingenuo che vede avvicinarsi il fantasma della B Troppi errori per una squadra in pericolo Diecimila tifosi sul campo neutro di Pisa Genoa Cesena 1 2 GENOA: Spalazzi 5; Meggioni 6, Bittolo 6 (Rossetti dal 55', 6); Maselli 6, Rosato 6, Busi 5; Perotti 6, Derlin 5, Pruzzo 6, Corso 6, Mariani 6. 12. Lonardi, 14. Mendoza. CESENA: Boranga 6; Danova 7, Ammoniaci 7; Festa 8, Zamboni 6, Cera 6; Orlandi 7, Brignani 6, Bertarelli 6, Savoldi 7, Toschi 6. 12. Mantovani, 13. Scugno, 14. Braida. ARBITRO: Panzino di Catanzaro. SPETTATORI: 12.323 più 12.000 abbonati; incasso 29.912.800. (Dal nostro inviato speciale) Pisa, 24 marzo. Genoa ormai sull'orlo del dramma, sconfitto e mortificato da un Cesena di marca nettamente superiore. Un brutto affare per la squadra di Silvestri e per i suoi diecimila tifosi che l'hanno seguita fino a Pisa, incoraggiandola ai limiti del patetico e che si sono visti ricambiare con una prestazione opaca, piena di ingenuità, neppure sorretta dalla grinta, che non dovrebbe mancare ad una squadra che lotta per salvarsi. Il Genoa di attenuanti ne ha parecchie, si può dire che abbia perso la partita prima di cominciarla, quando sono rimasti negli spogliatoi Bordon e Garbarmi, per non parlare di Corradi, squalificato. A Silvestri servivano disperatamente due punti, ì due punti della speranza, ma per ottenerli occorre segnare. E a rete chi era in grado di andarci? I due ragazzini Pruzzo e Mariani — che domani saranno anche bravi, seppure non bravissimi — sono giovani, acerbi, ricchi di tutte le ingenuità dei giovanissimi: corrono, si impegnano, puntano a rete in modo approssimativo, senza idee valide. Corso fa tutto quello che può, finché il ritmo resta blando, calibra i lanci, « inventa » qualcosa, ma il suo sforzo non è certo sufficiente. Anzi, in modo paradossale, finisce che proprio da lui, dalle sue corsettine sapienti, scaturisce indirettamente il più grosso guaio del Genoa. Bersellini, con una mossa tattica determinante, gli ha appiccicato Festa, il quale lo ha contrastato onestamente, lasciandolo anche giocare parecchio, ma si è preso una rivincita vistosa non appena è toccato a lui partire in attacco. Corso non lo ha potuto seguire, soprattutto per¬ ché l'eccezionale vitalità di Festa avrebbe « ucciso » qualunque avversario ben più dotato del mancino ricamatore. Festa, liberissimo, è andato anche a segnare il primo gol. Corso, testardo, ha fatto in modo che Mariani pareggiasse, ma a gioco lungo è stato l'umile corridore del Cesena a vincere il duello, come il Cesena ha vinto la partita. Il Cesena, che sembrava in partenza accontentarsi del pareggio, ha finito per vincere senza doversi impegnare allo spasimo; grazie ad un'organizzazione di gioco e ad una freschezza superiori. Come già detto, il primo gol spetta a Festa. 41': bella azione in linea Orlandi-FestaBertarelli con pallone che rimpalla in area. Un difensore (Rosato?) colpisce di testa come può e cioè malissimo, tanto da farsi schizzare la palla sulla destra, dove Festa è solo e ci è arrivato senza che nessuno si preoccupasse di inseguirlo. Tiro in corsa e gol, con Spalazzi che si fa ingannare, da un leggero rimpallo Gelo sul pubblico, già reso piuttosto calmo dalla deludente prestazione del Genoa, ma Corso riesce ad alimentare per un attimo la speranza. Al 63' si porta in area, palleggia giusto fra i difensori e tira. La palla è ribattuta da Cera e arriva a Mariani, forse in fuorigioco, ma comunque è messa in posizione regolare da Cera. Mariani controlla e mette in rete, subito dopo Boranga si scatena sul guardalinee protestando che Mariani si era aggiustato il pallone con la mano, ma Panzino — dopo essere andato ad ascoltare il suo collaboratore — convalida. Gran respiro di sollievo del Genoa, anche se il pareggio sembra piuttosto casuale e senz'altro non rassicurante, con il Cesena che ha qualcosa in più da spendere. Infatti, dieci minuti dopo, definitiva doccia fredda. Toschi e Rossetti si spintonano a vicenda, comincia il difensore ma chi ha la meglio è il piccoletto che si libera e manda il pallone al centro. Tutti i difensori del Genoa si sono fermati, oppure sono corsi vanamente verso Toschi, la palla arriva a Savoldi, che si stacca bene e mette in rete di testa. Fine delle illusioni del Genoa, con qualche tifoso esasperato che cerca di invadere il campo ma viene respinto senza troppe difficoltà. Sarebbe stato davvero curiosa, una invasione di campo a Pisa! Beppe Bracco Mario Corso in un'azione: il suo sforzo non è bastato al Genoa in pericolo

Luoghi citati: Catanzaro, Cesena, Pisa