Al Torino basta un gol di Graziani

Al Torino basta un gol di Graziani Sul campo neutro di Novara ritorno al successo contro il Vicenza Al Torino basta un gol di Graziani La mossa di Sala centravanti arretrato con Graziani e Pillici ali vere ha disorientato inizialmente i biancorossi - La rete dopo 10' su una difettosa parata di Bardin - Occasioni sprecate Torino 1 L.R. Vicenza 0 TORINO: Castellini 7; Lombardo 7, Fossati 6; Zecchini 6, Cereser 6, AgroppI 7; Graziani 8 (Rampanti dall'86' s.V.), Ferrini 6, Sala 5, Mascetti 7, Pillici 5. VICENZA: Bardin 6; Volpato 5, Longoni 6; Berni 6, Ferrante 7, Bernardis 7; Damiani 7, Perego 6 (Fontana 6 dal 46'), Sormani 7, Faloppa 6, Macchi 6. ARBITRO: Bernardis 5. MARCATORE: Graziani al 10'. (Dal nostro inviato speciale) Novara, 24 marzo. Dei due obiettivi programmati dal Torino, uno, il successo, è stato raggiunto dopo due mesi; l'altro, il gioco, è stato più che altro intuito. In questo momento, l'importante era assicurarsi i due punti e impostare qualcosa di nuovo per il futuro: Fabbri e i suoi giocatori, o almeno buona parte di essi, hanno mostrato in proposito di avere le idee abbastanza chiare. Il tecnico, che ama esprimersi come il buon Bertoldo, ha commentato che non si può d'acchito « fare le scarpe alle mosche », Intendendo probabilmente che i tifosi devono avere pazienza. Ha in cura la squadra da poco, bisogna concederle tempo e iniettare altra fiducia negli uomini a disposizione. Sul campo neutro di Novara, il Torino affidava alla partita molte chances per l'avvenire: un altro passo falso, indubbiamente, avrebbe accentuato il malumore, allargato le frange degli eventuali contestatori. Graziani con il suo gol dopo dieci minuti di gioco ha schiarito la situazione facendo sì che da un'ipotetica tregua si passasse ad un'alleanza che altri successi cementeranno. Certo, a vedere il Torino giocare come contro II Vicenza e sbagliare tanti gol — almeno cinque, senza esagerazioni — c'era da allarmarsi o comunque da temere il peggio. Era già successo che in passato a forza di spingere, i gra¬ nata si trovassero senza fiato e con un gol più o meno ingiusto sulla schiena: il Vicenza, che si faceva cogliere spesso e volentieri sbilanciato in avanti offrendo spazio per manovrare ai granata, riusciva a contenere il passivo, facendo soffrire il Torino. L'unico uomo pericoloso dei biancorossi era Sormani, sempre pronto ad impegnare su azione o su punizione Castellini: questi però gli rispondeva con parate da campione, per cui la discussione poteva anche interrompersi per mancanza di un interlocutore se certi improvvisi ma per fortuna non duraturi sfasamenti della difesa e del centrocampo granata non avessero tenuto sulle spine per il resto della partita I tifosi torinesi. La mossa iniziale di Edmondino Fabbri — Sala col numero 9, Pulici e Graziani sulle ali di numero e di fatto — aveva disorientato il Vicenza e Puricelli: gli even tuali meriti del tecnico granata inoltre venivano deformati dall'incertezza del rivale che dopo ave¬ re imbottito la squadra di difensori puntando chiaramente al pareggio, ha atteso troppo tempo prima di correre ai ripari levando uno dei cinque difensori (Perego) per meglio sfruttare un centrocampista (Fontana). Proprio nel periodo iniziale — probabilmente è soltanto un caso — il Torino è andato in gol, causa un infortunio del portiere Bardin ben sfruttato da Graziani. Con Sala centravanti arretrato. Graziani a destra e Pulici a sinistra, con Mascetti a coprire una vasta zona del campo e Ferrini piazzato ad un bivio con la solita autorità, il Torino manovrava con prontezza, anche se mancava della necessaria efficacia per puntare In gol. Tanto è vero che nel primo tempo i granata hanno effettuato soltanto una conclusione a rete, quella del gol, mentre i vicentini ne vantano almeno tre. La ripresa avrebbe potuto significare un autentico festival di gol per i granata se Pulici (principalmente), Graziani e Mascetti non avessero sbagliato gol già fatti e soprattutto se la manovra del Torino fosse stata condotta con maggior ordine e disciplina tattica. Sala, invece, stava troppo indietro e nei momenti di fare da « spalla » ai compagni che si proiettavano in avanti denunciava una precisa carenza di fondo; Pulici testardamente insisteva nello spunto personale, ignorando più o meno volutamente Graziani, anche in modo clamoroso; come al 18' della ripresa, ad esempio, quando calciava sull'esterno della porta di Bardin pur avendo a soli cinque metri, indisturbatissimo al centro dell'area piccola, il compagno d'attacco. Pulici e Sala sono due uomini determinanti nell'economia del gioco granata: loro, in particolare, hanno fatto intuire quello che potrebbe fare il Torino se li sorreggesse lo spirito e la dinamica di un tempo. Fabbri è convinto che sapranno ritrovarla: quando partiva all'arrembaggio. Pulici sembrava ancora il ciclone ammirato un anno fa, poi qualcosa si inceppava nel suo meccanismo, Tazio- ne diventava sconnessa, facile il recupero per l'avversario. Claudio, effettivamente, era in una posizione delicata per la quale ci vorrebbe il miglior Sala, quello dal dribbling irresistibile e dal tiro fulminante. Graziani, al contrario, ha giostrato con la grinta di sempre, abile e pronto negli appoggi, roccioso e coraggioso oltre che ricco di volontà, anche se febbricitante a causa di un principio di influenza. Alle loro spalle un inesauribile Mascetti che in una posizione abbastanza ibrida ha fornito forse la migliore prestazione della stagione (certi errori nel finale erano anche scusabili, dopo il tanto correre); bellissimo il duello fra Lombardo e Damiani, conclusosi con un bilancio di parità; in ripresa Fossati, alle prese con il più pericoloso degli avversari; sempre più sicuro Cereser, mentre Agroppi ha retto con lucidità nel suo ruolo limitandosi peraltro ad un semplice lavoro di interdizione. Il Vicenza in parte ha deluso. Corre e si muove bene ma deve affidare tutte le sue speranze al vecchio e indomabile Sormani: troppo poco, almeno in questa circostanza, per potere sperare di strappare altri punti preziosi. Deludente anche l'arbitro, incappato in alcuni vistosi errori di valutazione pur non avendo influito sull'andamento della gara. Ad un certo punto dagli spalti si è levato nei suoi confronti un coro: • Giunti, Giunti », assai sintomatico. Sul neutro di Novara sgargiante di bandiere granata, l'inizio è di attento studio da parte delle due squadre: Perego staziona su Sala, Volpato controlla Pulici, Berni è su Graziani, Mascetti con Bernardis, Ferrini con Longoni (poi Puricelli manderà Longoni su Sala e Perego su Ferrini) e Fossati su Sormani, mentre Lombardo e Zecchini controllano Damiani e Macchi. Bisogna attendere 9' per vedere un'azione di rilievo. L'occasione la fornisce un fallo su Pulici al limite dell'area: Ferrini allarga ad Agroppi che entra lateralmente in area, ma indugia prima di concludere. Un minuto dopo avanza Mascetti, palla a Sala che si spinge verso il centro quindi tira da una ventina di metri. Bardin, forse sorpreso, para a terra ma non I trattiene, Graziani gli balza addosso e tocca il pallone in rete: 1 a 0. Che sia giorno di festa, finalmente, per il Torino? Sormani cerca di annullare lo sventolio di bandiere granata. Fallo di Cereser su Macchi (un piede in faccia), gran botta dal limite di Sormani con Castellini che vola letteralmente sulla sua destra per deviare in angolo. Due ammonizioni consecutive (Ferrante per proteste, Lombardo per gioco pericoloso) poi una bella azione Graziani-Mascetti-Pulici che in area viene steso senza tanti complimenti ma accentua la caduta per I cui Bernardis gli fischia fallo l contro. Verso la mezz'ora, ancora SorI mani impegna Castellini con un I tiracelo sotto la traversa, ma «qiaI guaro» non si fa sorprendere. ! Un'azione di rimessa di Fossati permette al terzino di entrare In area, ma la conclusione finisce sull'esterno della rete con Bardin fermo e sbigottito. Al 40' la grande occasione per II Torino: Pulici a Mascetti, tiro che attraversa lo specchio dell'area piccola senza che Graziani riesca ad agganciare la palla. Ripresa. E' subito un fiorir di occasioni per il Torino. Già al 4' un malinteso fra Agroppi e Pulici su cross in area di Graziani permette al Vicenza di salvarsi con un brivido; subito dopo Graziani lancia Mascetti, che conclude però sul corpo di Bardin in uscita. Sarebbe bastato scavalcarlo con un pallonetto. Al 7' tocca a Graziani andare via dopo due vittoriosi tackles: Il suo diagonale però è mancato clamorosamente da Pulici. Al 18' azione personale di Pulici con Graziani smarcato davanti alla porta vuota, quindi un altro paio di spunti del Torino e nel finale (prima di essere rilevalo su sua richiesta da Rampanti) Graziani conclude ancora con un preciso tiro che Bardin però riesce a respingere con la punta delle dita. t A Rampanti, negli ultimi 4', l'onore o il disappunto di toccare un pallone e di lanciare Pulici colto in fuorigioco. Giorgio Gandolfi Novara. Graziani realizza il gol per i granata, poi esulta: la squadra di Fabbri ha fatto un passo avanti, adesso pensa al derby di domenica prossima con la Juventus (Foto Moisio] Al Torino basta un gol di Graziani Sul campo neutro di Novara ritorno al successo contro il Vicenza Al Torino basta un gol di Graziani La mossa di Sala centravanti arretrato con Graziani e Pillici ali vere ha disorientato inizialmente i biancorossi - La rete dopo 10' su una difettosa parata di Bardin - Occasioni sprecate Torino 1 L.R. Vicenza 0 TORINO: Castellini 7; Lombardo 7, Fossati 6; Zecchini 6, Cereser 6, AgroppI 7; Graziani 8 (Rampanti dall'86' s.V.), Ferrini 6, Sala 5, Mascetti 7, Pillici 5. VICENZA: Bardin 6; Volpato 5, Longoni 6; Berni 6, Ferrante 7, Bernardis 7; Damiani 7, Perego 6 (Fontana 6 dal 46'), Sormani 7, Faloppa 6, Macchi 6. ARBITRO: Bernardis 5. MARCATORE: Graziani al 10'. (Dal nostro inviato speciale) Novara, 24 marzo. Dei due obiettivi programmati dal Torino, uno, il successo, è stato raggiunto dopo due mesi; l'altro, il gioco, è stato più che altro intuito. In questo momento, l'importante era assicurarsi i due punti e impostare qualcosa di nuovo per il futuro: Fabbri e i suoi giocatori, o almeno buona parte di essi, hanno mostrato in proposito di avere le idee abbastanza chiare. Il tecnico, che ama esprimersi come il buon Bertoldo, ha commentato che non si può d'acchito « fare le scarpe alle mosche », Intendendo probabilmente che i tifosi devono avere pazienza. Ha in cura la squadra da poco, bisogna concederle tempo e iniettare altra fiducia negli uomini a disposizione. Sul campo neutro di Novara, il Torino affidava alla partita molte chances per l'avvenire: un altro passo falso, indubbiamente, avrebbe accentuato il malumore, allargato le frange degli eventuali contestatori. Graziani con il suo gol dopo dieci minuti di gioco ha schiarito la situazione facendo sì che da un'ipotetica tregua si passasse ad un'alleanza che altri successi cementeranno. Certo, a vedere il Torino giocare come contro II Vicenza e sbagliare tanti gol — almeno cinque, senza esagerazioni — c'era da allarmarsi o comunque da temere il peggio. Era già successo che in passato a forza di spingere, i gra¬ nata si trovassero senza fiato e con un gol più o meno ingiusto sulla schiena: il Vicenza, che si faceva cogliere spesso e volentieri sbilanciato in avanti offrendo spazio per manovrare ai granata, riusciva a contenere il passivo, facendo soffrire il Torino. L'unico uomo pericoloso dei biancorossi era Sormani, sempre pronto ad impegnare su azione o su punizione Castellini: questi però gli rispondeva con parate da campione, per cui la discussione poteva anche interrompersi per mancanza di un interlocutore se certi improvvisi ma per fortuna non duraturi sfasamenti della difesa e del centrocampo granata non avessero tenuto sulle spine per il resto della partita I tifosi torinesi. La mossa iniziale di Edmondino Fabbri — Sala col numero 9, Pulici e Graziani sulle ali di numero e di fatto — aveva disorientato il Vicenza e Puricelli: gli even tuali meriti del tecnico granata inoltre venivano deformati dall'incertezza del rivale che dopo ave¬ re imbottito la squadra di difensori puntando chiaramente al pareggio, ha atteso troppo tempo prima di correre ai ripari levando uno dei cinque difensori (Perego) per meglio sfruttare un centrocampista (Fontana). Proprio nel periodo iniziale — probabilmente è soltanto un caso — il Torino è andato in gol, causa un infortunio del portiere Bardin ben sfruttato da Graziani. Con Sala centravanti arretrato. Graziani a destra e Pulici a sinistra, con Mascetti a coprire una vasta zona del campo e Ferrini piazzato ad un bivio con la solita autorità, il Torino manovrava con prontezza, anche se mancava della necessaria efficacia per puntare In gol. Tanto è vero che nel primo tempo i granata hanno effettuato soltanto una conclusione a rete, quella del gol, mentre i vicentini ne vantano almeno tre. La ripresa avrebbe potuto significare un autentico festival di gol per i granata se Pulici (principalmente), Graziani e Mascetti non avessero sbagliato gol già fatti e soprattutto se la manovra del Torino fosse stata condotta con maggior ordine e disciplina tattica. Sala, invece, stava troppo indietro e nei momenti di fare da « spalla » ai compagni che si proiettavano in avanti denunciava una precisa carenza di fondo; Pulici testardamente insisteva nello spunto personale, ignorando più o meno volutamente Graziani, anche in modo clamoroso; come al 18' della ripresa, ad esempio, quando calciava sull'esterno della porta di Bardin pur avendo a soli cinque metri, indisturbatissimo al centro dell'area piccola, il compagno d'attacco. Pulici e Sala sono due uomini determinanti nell'economia del gioco granata: loro, in particolare, hanno fatto intuire quello che potrebbe fare il Torino se li sorreggesse lo spirito e la dinamica di un tempo. Fabbri è convinto che sapranno ritrovarla: quando partiva all'arrembaggio. Pulici sembrava ancora il ciclone ammirato un anno fa, poi qualcosa si inceppava nel suo meccanismo, Tazio- ne diventava sconnessa, facile il recupero per l'avversario. Claudio, effettivamente, era in una posizione delicata per la quale ci vorrebbe il miglior Sala, quello dal dribbling irresistibile e dal tiro fulminante. Graziani, al contrario, ha giostrato con la grinta di sempre, abile e pronto negli appoggi, roccioso e coraggioso oltre che ricco di volontà, anche se febbricitante a causa di un principio di influenza. Alle loro spalle un inesauribile Mascetti che in una posizione abbastanza ibrida ha fornito forse la migliore prestazione della stagione (certi errori nel finale erano anche scusabili, dopo il tanto correre); bellissimo il duello fra Lombardo e Damiani, conclusosi con un bilancio di parità; in ripresa Fossati, alle prese con il più pericoloso degli avversari; sempre più sicuro Cereser, mentre Agroppi ha retto con lucidità nel suo ruolo limitandosi peraltro ad un semplice lavoro di interdizione. Il Vicenza in parte ha deluso. Corre e si muove bene ma deve affidare tutte le sue speranze al vecchio e indomabile Sormani: troppo poco, almeno in questa circostanza, per potere sperare di strappare altri punti preziosi. Deludente anche l'arbitro, incappato in alcuni vistosi errori di valutazione pur non avendo influito sull'andamento della gara. Ad un certo punto dagli spalti si è levato nei suoi confronti un coro: • Giunti, Giunti », assai sintomatico. Sul neutro di Novara sgargiante di bandiere granata, l'inizio è di attento studio da parte delle due squadre: Perego staziona su Sala, Volpato controlla Pulici, Berni è su Graziani, Mascetti con Bernardis, Ferrini con Longoni (poi Puricelli manderà Longoni su Sala e Perego su Ferrini) e Fossati su Sormani, mentre Lombardo e Zecchini controllano Damiani e Macchi. Bisogna attendere 9' per vedere un'azione di rilievo. L'occasione la fornisce un fallo su Pulici al limite dell'area: Ferrini allarga ad Agroppi che entra lateralmente in area, ma indugia prima di concludere. Un minuto dopo avanza Mascetti, palla a Sala che si spinge verso il centro quindi tira da una ventina di metri. Bardin, forse sorpreso, para a terra ma non I trattiene, Graziani gli balza addosso e tocca il pallone in rete: 1 a 0. Che sia giorno di festa, finalmente, per il Torino? Sormani cerca di annullare lo sventolio di bandiere granata. Fallo di Cereser su Macchi (un piede in faccia), gran botta dal limite di Sormani con Castellini che vola letteralmente sulla sua destra per deviare in angolo. Due ammonizioni consecutive (Ferrante per proteste, Lombardo per gioco pericoloso) poi una bella azione Graziani-Mascetti-Pulici che in area viene steso senza tanti complimenti ma accentua la caduta per I cui Bernardis gli fischia fallo l contro. Verso la mezz'ora, ancora SorI mani impegna Castellini con un I tiracelo sotto la traversa, ma «qiaI guaro» non si fa sorprendere. ! Un'azione di rimessa di Fossati permette al terzino di entrare In area, ma la conclusione finisce sull'esterno della rete con Bardin fermo e sbigottito. Al 40' la grande occasione per II Torino: Pulici a Mascetti, tiro che attraversa lo specchio dell'area piccola senza che Graziani riesca ad agganciare la palla. Ripresa. E' subito un fiorir di occasioni per il Torino. Già al 4' un malinteso fra Agroppi e Pulici su cross in area di Graziani permette al Vicenza di salvarsi con un brivido; subito dopo Graziani lancia Mascetti, che conclude però sul corpo di Bardin in uscita. Sarebbe bastato scavalcarlo con un pallonetto. Al 7' tocca a Graziani andare via dopo due vittoriosi tackles: Il suo diagonale però è mancato clamorosamente da Pulici. Al 18' azione personale di Pulici con Graziani smarcato davanti alla porta vuota, quindi un altro paio di spunti del Torino e nel finale (prima di essere rilevalo su sua richiesta da Rampanti) Graziani conclude ancora con un preciso tiro che Bardin però riesce a respingere con la punta delle dita. t A Rampanti, negli ultimi 4', l'onore o il disappunto di toccare un pallone e di lanciare Pulici colto in fuorigioco. Giorgio Gandolfi Novara. Graziani realizza il gol per i granata, poi esulta: la squadra di Fabbri ha fatto un passo avanti, adesso pensa al derby di domenica prossima con la Juventus (Foto Moisio]