Samp e Genoa a braccetto nel derby

Samp e Genoa a braccetto nel derby Parità fra le due genovesi che aggravano la loro posizione in coda Samp e Genoa a braccetto nel derby L'incontro, monotono nel primo tempo, s'è ravvivato nella ripresa - Maraschi ha raddrizzato il risultato con una prodezza a 20 secondi dal termine, replicando al gol di Derlin - Corradi espulso per scorrettezze Sampdoria 1 Genoa 1 SAMPDORIA: Cacciatori 6; Santin 6, Rossinelli 6; Lodetti 6, Prini 6, Lippi 6; Badianl 6, Sabatini 6, Maraschi 6, Petrini 7 (dal 44' Nicolini 6), Chiarenza 6. GENOA: Spalazzi 6; Maggioni 6, Bittolo 6; Maselli 6, Rosato 6, Garbarini 7; Perotti 6 (dall'00' Rossetti s.v.), Derlin 6, Bordon 6, Corso 6, Corradi 6. ARBITRO: Motta 7. RETI: Derlin al 79' e Maraschi all'89'. (Dal nostro inviato speciale) Genova, 17 marzo. Samp e Genoa a braccetto dopo un derby dal finale sconvolgente, imprevedibile: prima il gol del Genoa, quando pochi avrebbero scommesso due lire sulla pelle dei rossoblu, ridotti in dieci per l'espulsione di Corradi, poi il pareggio della Samp quando la lancetta del cronometro era in vista del 90' e la gran folla genoana si apprestava a festeggiare un successo doppiamente prezioso. Tutto sommato, il pareggio è abbastanza giusto, ma non sappiamo sino a che punto potrà essere utile alle due squadre anche se restano ancora nove giornate da giocare. Quel gol di Maraschi con una rovesciata semplicemente choccante, oltre a condannare i rossoblu alla divisione della posta, sembra risuonare come una campana a morto: per gli uni e per gli altri. E' una semplice boccata d'ossigeno per la squadra di Vincenzi, una dura ammonizione per quella di Silvestri. Di questo passo non sarà facile evitare la retrocessione, anche se l'impegno sfoderato dai due complessi è stato notevole e quindi di buon auspicio, almeno sul piano agonistico, per il futuro. Meglio impostata tatticamente nel primo tempo fino a quando cioè è rimasto in campo Petrini (uscito infortunato dopo uno scontro con Maselli), la Sampdoria ha perso progressivamente brio nella ripresa, dando modo al Genoa di riprendersi e di puntare con maggiore decisione verso la porta di Cacciatori. Nel suo momento migliore, ecco l'apparente patatrac per i rossoblu: Corradi che scalcia Nicolini, il giovane esordiente subentrato a Petrini, e che si fa espellere dall'attento Motta (molti richiami, molte ammonizioni: Petrini, Maraschi, Bordon, Maselli, Garbarini e Nicolini) sconvolgendo i piani di Silvestri ad un punto tale da fare minacciare un crollo. Ma la Sampdoria non è mai riuscita a sfruttare il vantaggio numerico, anzi, imbaldanzita, ha perso il senso della misura attaccando in massa, facendosi così cogliere fuori tempo: l'ammonimento per un gol di Corso, giustamente annullato per un precedente fallo dello stesso genoano su Badiani al limite dell'area, non era bastato. L'azione partiva da Maselli che dal fondo campo crossa¬ va nel mezzo dell'area sampdoriana gremita di uomini; Bordon saltava ma sfiorava appena la palla che concludeva l'arco un metro più avanti sulla testa di Derlin, quasi solo e con la porta vuota. Un boato e tutta Marassi scintillava di rossoblu. Si sa cosa avviene quando capitano simili gol: c'è chi si sgonfia e chi si esalta. Lodetti e soci sembravano ubriachi, Corso e compagni guidavano la danza quasi divertendosi ad infierire coi loro passaggi da gioco corto sull'avversario ormai «groggy». Erano quasi tutti a terra i blucerchiati, fuorché quel vecchiaccio di Maraschi, sin ad allora fattosi notare per i suoi burrascosi duelli con Rosato, duelli ora cattivi, ora ricchi d'astuzia e di malizia, a volte da espulsione. Maraschi, dunque, a 20 secondi dalla fine, si vedeva passare le. palla da Prini appena dentro l'area, con una muraglia di genoani alle sue spalle. Rossetti — subentrato a Rosato nella marcatura da pochi attimi — gli sbuffava sul collo, i compagni, un pochino indietro, gli chiedevano la palla. Macché, Maraschi si alzava la palla col sinistro e poi il suo corpo scattava verso l'alto: di destro agganciava in pieno la sfera che passava fra Rossetti ed un altre genoano sorprendendo il portiere avversario. Il pallone partiva a mezza altezza ed entrava in rete portando con sé le urla della gradinata sud. Una cappa di delusione sembrava scendere allora su Marassi dopo quell'ultimo scoppio di felicità e la folla, anch'essa protagonista sugli spalti per la quasi generale correttezza, lasciava lo stadio con cento motivi di 1 rimpianti. La Sampdoria in I vantaggio come uomini i avrebbe dovuto vincere; il GeI noa sull'I a 0 non poteva farsi raggiungere. Cose che si dico] no e che fanno discutere. I In questo momento, preten- dere qualcosa di più dalle due squadre non è facile: tornavano da turni difficili, avevano sofferto l'atmosfera del derby per tutta la settimana. Alcuni uomini base delle due formazioni inoltre, non attraversano momenti felici: Corso, forse, si era «bruciato» contro la Juventus, mentre alla Sampdoria mancava la spinta a tutto campo di Boni. Lodetti funziona ormai a corrente alternata pareggiando così i conti con l'approssimativo Maselli. Ben altra carica sembravano avere Petrini e Badiani da una parte e Corradi, Derlin e Maggioni dall'altra, anche se sovente la loro azione sembrava sgretolarsi a centrocampo forse per la scarsa collaborazione delle punte o di chi avrebbe dovuto portare oltre l'azione. Tanto è vero che dal primo tempo, scaturiva soltanto un tiro in porta. Certo, Genoa e Samp si impegnavano, l'impegno trascendeva in scorrettezze, con Motta costretto a correre da una parte e dall'altra del campo col cartellino giallo sventolante sotto il naso dei più rissosi. Semplici avvisaglie, comunque, perché nessuno aveva voglia di dare fuoco alla miccia. Un tiro di Bittolo da lontano al 16' finito fuori, un'entrata decisa di Garbarini su Maraschi che rispondeva con un calcione e molta scena tanto che l'arbitro ammoniva il genoano, una conclusione fiacca di Bordon, con colpo di testa di Corradi mentre la squadra di Vincenzi rispondeva con rapide incursioni sul fianco destro avversario, quasi sempre incustodito e con cross centrali che l'affannoso Chiarenza e il sorvegliatissimo Maraschi non riuscivano a sfruttare. Lo 0 a 0 rispecchiava effettivamente il calcio giocato nel primo tempo. Nella ripresa, perso Petrini, la Sampdoria rallentava paurosamente il ritmo, Nicolini era efficace sull'uomo ma non possiede certamente l'esperienza necessaria per sostituire lo sfortunato compagno; il Genoa, oltretutto, sembrava più convinto nella sua azione. Almeno sino al 12', quando Corradi, come si è accennato, interveniva con un calcione su Nicolini dopo che questi era stato atterrato da Bittolo: ovvio che Motta lo mandasse fuori. Altrettanto ovvio che la Sampdoria, con un uomo in più, mirasse a controllare a palla e a portarla agevolmente in zona gol. Macché, era Corso a segnare al 22' dopo però che Motta gli aveva fischiato un fallo su Badiani, mentre la rete di Derlin, al 34', era limpida nella sua regolarità. Poi in extremis il gol beffa o miracoloso — a seconda dell'angolazione da cui lo si guarda — dell'ineffabile Maraschi poco prima «passato» in consegna da Rosato a Rossetti. Un gol che verrà ricordato a lungo soprattutto dai tifosi genoani. Giorgio Gandolfi Genova. Il gol di Derlin che ha portato in vantaggio i rossoblu (Telefoto Nazzaro) Genova. Maraschi, allo scadere del tempo, pareggia con una rovesciata (Telefoto Nazzaro) fPÉf Samp e Genoa a braccetto nel derby Parità fra le due genovesi che aggravano la loro posizione in coda Samp e Genoa a braccetto nel derby L'incontro, monotono nel primo tempo, s'è ravvivato nella ripresa - Maraschi ha raddrizzato il risultato con una prodezza a 20 secondi dal termine, replicando al gol di Derlin - Corradi espulso per scorrettezze Sampdoria 1 Genoa 1 SAMPDORIA: Cacciatori 6; Santin 6, Rossinelli 6; Lodetti 6, Prini 6, Lippi 6; Badianl 6, Sabatini 6, Maraschi 6, Petrini 7 (dal 44' Nicolini 6), Chiarenza 6. GENOA: Spalazzi 6; Maggioni 6, Bittolo 6; Maselli 6, Rosato 6, Garbarini 7; Perotti 6 (dall'00' Rossetti s.v.), Derlin 6, Bordon 6, Corso 6, Corradi 6. ARBITRO: Motta 7. RETI: Derlin al 79' e Maraschi all'89'. (Dal nostro inviato speciale) Genova, 17 marzo. Samp e Genoa a braccetto dopo un derby dal finale sconvolgente, imprevedibile: prima il gol del Genoa, quando pochi avrebbero scommesso due lire sulla pelle dei rossoblu, ridotti in dieci per l'espulsione di Corradi, poi il pareggio della Samp quando la lancetta del cronometro era in vista del 90' e la gran folla genoana si apprestava a festeggiare un successo doppiamente prezioso. Tutto sommato, il pareggio è abbastanza giusto, ma non sappiamo sino a che punto potrà essere utile alle due squadre anche se restano ancora nove giornate da giocare. Quel gol di Maraschi con una rovesciata semplicemente choccante, oltre a condannare i rossoblu alla divisione della posta, sembra risuonare come una campana a morto: per gli uni e per gli altri. E' una semplice boccata d'ossigeno per la squadra di Vincenzi, una dura ammonizione per quella di Silvestri. Di questo passo non sarà facile evitare la retrocessione, anche se l'impegno sfoderato dai due complessi è stato notevole e quindi di buon auspicio, almeno sul piano agonistico, per il futuro. Meglio impostata tatticamente nel primo tempo fino a quando cioè è rimasto in campo Petrini (uscito infortunato dopo uno scontro con Maselli), la Sampdoria ha perso progressivamente brio nella ripresa, dando modo al Genoa di riprendersi e di puntare con maggiore decisione verso la porta di Cacciatori. Nel suo momento migliore, ecco l'apparente patatrac per i rossoblu: Corradi che scalcia Nicolini, il giovane esordiente subentrato a Petrini, e che si fa espellere dall'attento Motta (molti richiami, molte ammonizioni: Petrini, Maraschi, Bordon, Maselli, Garbarini e Nicolini) sconvolgendo i piani di Silvestri ad un punto tale da fare minacciare un crollo. Ma la Sampdoria non è mai riuscita a sfruttare il vantaggio numerico, anzi, imbaldanzita, ha perso il senso della misura attaccando in massa, facendosi così cogliere fuori tempo: l'ammonimento per un gol di Corso, giustamente annullato per un precedente fallo dello stesso genoano su Badiani al limite dell'area, non era bastato. L'azione partiva da Maselli che dal fondo campo crossa¬ va nel mezzo dell'area sampdoriana gremita di uomini; Bordon saltava ma sfiorava appena la palla che concludeva l'arco un metro più avanti sulla testa di Derlin, quasi solo e con la porta vuota. Un boato e tutta Marassi scintillava di rossoblu. Si sa cosa avviene quando capitano simili gol: c'è chi si sgonfia e chi si esalta. Lodetti e soci sembravano ubriachi, Corso e compagni guidavano la danza quasi divertendosi ad infierire coi loro passaggi da gioco corto sull'avversario ormai «groggy». Erano quasi tutti a terra i blucerchiati, fuorché quel vecchiaccio di Maraschi, sin ad allora fattosi notare per i suoi burrascosi duelli con Rosato, duelli ora cattivi, ora ricchi d'astuzia e di malizia, a volte da espulsione. Maraschi, dunque, a 20 secondi dalla fine, si vedeva passare le. palla da Prini appena dentro l'area, con una muraglia di genoani alle sue spalle. Rossetti — subentrato a Rosato nella marcatura da pochi attimi — gli sbuffava sul collo, i compagni, un pochino indietro, gli chiedevano la palla. Macché, Maraschi si alzava la palla col sinistro e poi il suo corpo scattava verso l'alto: di destro agganciava in pieno la sfera che passava fra Rossetti ed un altre genoano sorprendendo il portiere avversario. Il pallone partiva a mezza altezza ed entrava in rete portando con sé le urla della gradinata sud. Una cappa di delusione sembrava scendere allora su Marassi dopo quell'ultimo scoppio di felicità e la folla, anch'essa protagonista sugli spalti per la quasi generale correttezza, lasciava lo stadio con cento motivi di 1 rimpianti. La Sampdoria in I vantaggio come uomini i avrebbe dovuto vincere; il GeI noa sull'I a 0 non poteva farsi raggiungere. Cose che si dico] no e che fanno discutere. I In questo momento, preten- dere qualcosa di più dalle due squadre non è facile: tornavano da turni difficili, avevano sofferto l'atmosfera del derby per tutta la settimana. Alcuni uomini base delle due formazioni inoltre, non attraversano momenti felici: Corso, forse, si era «bruciato» contro la Juventus, mentre alla Sampdoria mancava la spinta a tutto campo di Boni. Lodetti funziona ormai a corrente alternata pareggiando così i conti con l'approssimativo Maselli. Ben altra carica sembravano avere Petrini e Badiani da una parte e Corradi, Derlin e Maggioni dall'altra, anche se sovente la loro azione sembrava sgretolarsi a centrocampo forse per la scarsa collaborazione delle punte o di chi avrebbe dovuto portare oltre l'azione. Tanto è vero che dal primo tempo, scaturiva soltanto un tiro in porta. Certo, Genoa e Samp si impegnavano, l'impegno trascendeva in scorrettezze, con Motta costretto a correre da una parte e dall'altra del campo col cartellino giallo sventolante sotto il naso dei più rissosi. Semplici avvisaglie, comunque, perché nessuno aveva voglia di dare fuoco alla miccia. Un tiro di Bittolo da lontano al 16' finito fuori, un'entrata decisa di Garbarini su Maraschi che rispondeva con un calcione e molta scena tanto che l'arbitro ammoniva il genoano, una conclusione fiacca di Bordon, con colpo di testa di Corradi mentre la squadra di Vincenzi rispondeva con rapide incursioni sul fianco destro avversario, quasi sempre incustodito e con cross centrali che l'affannoso Chiarenza e il sorvegliatissimo Maraschi non riuscivano a sfruttare. Lo 0 a 0 rispecchiava effettivamente il calcio giocato nel primo tempo. Nella ripresa, perso Petrini, la Sampdoria rallentava paurosamente il ritmo, Nicolini era efficace sull'uomo ma non possiede certamente l'esperienza necessaria per sostituire lo sfortunato compagno; il Genoa, oltretutto, sembrava più convinto nella sua azione. Almeno sino al 12', quando Corradi, come si è accennato, interveniva con un calcione su Nicolini dopo che questi era stato atterrato da Bittolo: ovvio che Motta lo mandasse fuori. Altrettanto ovvio che la Sampdoria, con un uomo in più, mirasse a controllare a palla e a portarla agevolmente in zona gol. Macché, era Corso a segnare al 22' dopo però che Motta gli aveva fischiato un fallo su Badiani, mentre la rete di Derlin, al 34', era limpida nella sua regolarità. Poi in extremis il gol beffa o miracoloso — a seconda dell'angolazione da cui lo si guarda — dell'ineffabile Maraschi poco prima «passato» in consegna da Rosato a Rossetti. Un gol che verrà ricordato a lungo soprattutto dai tifosi genoani. Giorgio Gandolfi Genova. Il gol di Derlin che ha portato in vantaggio i rossoblu (Telefoto Nazzaro) Genova. Maraschi, allo scadere del tempo, pareggia con una rovesciata (Telefoto Nazzaro) fPÉf

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