Classifica impazzita di Giovanni Arpino
Classifica impazzita Eroi della domenica Classifica impazzita Era 17 e l'ha dimostrato: la Lazio si disfa a San Siro, addentata dai corsari interisti, il Napoli perde le penne a Vicenza, la Juventus è a due punti dai biancocelesti di Chinagli»., il campionato anomalo offre una ribaltata pazza a tutti i suoi devoti e a un toto-totem più miliardario che mai. Ventitré gol, doppiette a non finire da Sormani a Prati a Desolati, il derby genovese accanito fino all'ultimo secondo, il derby emiliano che consente al Cesena provinciale di snobbare il Bologna sua antica capitale di pallone. Il Torino di Fabbri si scorna contro una Fiorentina tornata agile e pimpante, e solite pene in «coda», dove la situazione di Zena e Samp rimane dolorosamente stazionaria. Dei grandi nomi chiamati ad imprimere una svolta alla giornata, ecco che si fa luce Anastasi. Trascina la Juve dal gioco farragginoso ad una vittoria sul Milan che conta ben al di là delle prestazioni offerte dalle due squadre. Privi di Capello e Rivera, i biancorossoneri hanno « lavorato » la loro domenica sapendo benissimo che quel che contava era un certo risultato meneghino. Ed ecco che arriva: bloccato Boninsegna, chiuso Chinaglia da Giacinto Magno, vanno in gol i «gregari» dell'Inter, Fedele e Oriali e Mariani. La Lazio subisce il gioco d'arrembaggio nerazzurro, sente tremare da oggi la sua classifica, che fu maestosa e ora appare stenta. Il vecchio Puricelli, rotto a tutte le navigazioni, dopo aver espugnato San Siro, che conobbe come patria, ora con Sormani, che pure è un « ex », stecchisce il Napoli, scavalcato dai bianconeri torinesi. Da oggi anche la più oscura partitina diventa smisurato traguardo per chiunque. Lo scudetto si diverte a far capolino tra le nubi, poi scompare. Nel caldo primaverile, che s'annuncia subito prepotente, chi si liqueferà per primo? Trema, tra tanti rovelli, speranze e rimorsi (molti rimpiangono i punti perduti in casa, la «vecchia signora » sopra tutti) anche zio Ferruccio. Perché i suoi uomini, destinati a Monaco, ricominciano daccapo un discorso pallonaro che sembrava chiuso e da oggi coinvolge e sconvolge cinque squadre in cinque punti, dalla Lazio all'Inter. Queste sono le « grandi », anche se con l'iniziale minuscola. Le tribù bianconere ridono, quelle laziali gemono e meditano vendetta. Le famose tabelle vanno al macero. Il campionato a molla prepara altre cariche, richiede altra birra. Giovanni Arpino Classifica impazzita Eroi della domenica Classifica impazzita Era 17 e l'ha dimostrato: la Lazio si disfa a San Siro, addentata dai corsari interisti, il Napoli perde le penne a Vicenza, la Juventus è a due punti dai biancocelesti di Chinagli»., il campionato anomalo offre una ribaltata pazza a tutti i suoi devoti e a un toto-totem più miliardario che mai. Ventitré gol, doppiette a non finire da Sormani a Prati a Desolati, il derby genovese accanito fino all'ultimo secondo, il derby emiliano che consente al Cesena provinciale di snobbare il Bologna sua antica capitale di pallone. Il Torino di Fabbri si scorna contro una Fiorentina tornata agile e pimpante, e solite pene in «coda», dove la situazione di Zena e Samp rimane dolorosamente stazionaria. Dei grandi nomi chiamati ad imprimere una svolta alla giornata, ecco che si fa luce Anastasi. Trascina la Juve dal gioco farragginoso ad una vittoria sul Milan che conta ben al di là delle prestazioni offerte dalle due squadre. Privi di Capello e Rivera, i biancorossoneri hanno « lavorato » la loro domenica sapendo benissimo che quel che contava era un certo risultato meneghino. Ed ecco che arriva: bloccato Boninsegna, chiuso Chinaglia da Giacinto Magno, vanno in gol i «gregari» dell'Inter, Fedele e Oriali e Mariani. La Lazio subisce il gioco d'arrembaggio nerazzurro, sente tremare da oggi la sua classifica, che fu maestosa e ora appare stenta. Il vecchio Puricelli, rotto a tutte le navigazioni, dopo aver espugnato San Siro, che conobbe come patria, ora con Sormani, che pure è un « ex », stecchisce il Napoli, scavalcato dai bianconeri torinesi. Da oggi anche la più oscura partitina diventa smisurato traguardo per chiunque. Lo scudetto si diverte a far capolino tra le nubi, poi scompare. Nel caldo primaverile, che s'annuncia subito prepotente, chi si liqueferà per primo? Trema, tra tanti rovelli, speranze e rimorsi (molti rimpiangono i punti perduti in casa, la «vecchia signora » sopra tutti) anche zio Ferruccio. Perché i suoi uomini, destinati a Monaco, ricominciano daccapo un discorso pallonaro che sembrava chiuso e da oggi coinvolge e sconvolge cinque squadre in cinque punti, dalla Lazio all'Inter. Queste sono le « grandi », anche se con l'iniziale minuscola. Le tribù bianconere ridono, quelle laziali gemono e meditano vendetta. Le famose tabelle vanno al macero. Il campionato a molla prepara altre cariche, richiede altra birra. Giovanni Arpino
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